La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 23247 del 31 ottobre 2014, ha statuito che non è legittimo il classamento catastale quando non indica gli elementi necessari per giustificare le ragioni della variazione.
I Giudici di legittimità hanno chiarito che l’atto con cui l’Agenzia del Territorio attribuisce d’ufficio un nuovo classamento ad un’unità immobiliare a destinazione ordinaria, deve chiaramente specificare a cosa sia dovuto il mutamento.
La motivazione dell’atto di revisione del classamento catastale non può limitarsi a contenere l’indicazione della consistenza, della categoria e della classe attribuita dall’Agenzia del Territorio (ora accorpata in quella delle Entrate), ma deve specificare, a pena di nullità, sia le ragioni giuridiche sia i presupposti di fatto sui quali si basa la modifica.
L’Amministrazione è quindi tenuta a precisare dettagliatamente se il mutamento è giustificato dal mancato aggiornamento catastale, dall’incongruenza del valore rispetto ai fabbricati similari, dall’esecuzione di lavori particolari nell’immobile, o, infine, da una risistemazione dei parametri della microzona di collocazione.