Accertamento catastale: senza una motivazione dettagliata è illegittimo

Nell’Ordinanza n. 23130 del 26 settembre 2018 della Corte di Cassazione, la questione controversa in esame riguarda un accertamento catastale che non indica in modo specifico gli elementi che hanno portato ad un diverso classamento di un fabbricato. La Suprema Corte rileva che non può ritenersi congruamente motivato il provvedimento di riclassamento che faccia esclusivamente riferimento al rapporto tra il valore di mercato ed il valore catastale nella microzona considerata rispetto all’analogo rapporto sussistente nell’insieme delle microzone comunali, e al relativo scostamento ed ai provvedimenti amministrativi a fondamento del riclassamento, allorché da questi ultimi non siano evincibili gli elementi (come la qualità urbana del contesto nel quale l’immobile è inserito, la qualità ambientale l’immobile è inserito, la qualità ambientale della zona di mercato in cui l’unità è situata, le caratteristiche edilizie del fabbricato) che, in concreto, abbiano inciso sul diverso classamento. Inoltre, i Giudici di legittimità evidenziano quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la Sentenza n. 249/17, ovvero che “la natura e le modalità dell’operazione enfatizzano l’obbligo di motivazione in merito agli elementi che hanno, in concreto, interessato una determinata microzona, così incidendo sul diverso classamento della singola unità immobiliare; obbligo che, proprio in considerazione del carattere ‘diffuso’ dell’operazione, deve essere assolto in maniera rigorosa in modo tale da porre il contribuente in condizione di conoscere le concrete ragioni che giustificano il provvedimento, ribadendo così la necessità di una provvedimento specifico e puntuale in capo all’Amministrazione”. Dunque, l’accertamento catastale senza una motivazione dettagliata è illegittimo.
Corte di Cassazione – Ordinanza n. 23130-2018
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