Ambiente: l’Italia accusata di non aver rispettato le disposizioni della Direttiva Ue sulle discariche

La Corte di Giustizia Europea, con la Sentenza del 15 ottobre C-323/13, si è espressa sull’inadempimento della Repubblica italiana agli obblighi ad essa incombenti in forza della Direttiva 2008/98 per non aver creato una rete adeguata e integrata di impianti di smaltimento e di trattamento dei rifiuti. In particolare la Direttiva prevede rigidi requisiti operativi e tecnici per misure di riduzione delle ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare l’inquinamento delle acque superficiali, del suolo e dell’atmosfera, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l’intero ciclo di vita della discarica. Condizioni che per la Commissione europea non sarebbero state soddisfatte nel conferimento in una discarica italiana, avviando la procedura d’infrazione. La Repubblica italiana, non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare che una parte dei rifiuti urbani conferiti in alcune discariche, non venga sottoposta ad un trattamento che comprenda un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e la stabilizzazione della loro frazione organica, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del combinato disposto degli artt. 1, e 6, della Direttiva 1999/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti, nonché degli artt. 4 e 13 della Direttiva 2008/98/CE, relativa ai rifiuti e che abroga alcune Direttive. Inoltre è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza dell’art. 16, della Direttiva 2008/98.