Il Sottosegretario per gli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, ha fatto il punto – in occasione dell’Audizione parlamentare sullo stato di attuazione sulla Legge n. 56/2014 (c.d. “Legge Delrio”) svoltasi il 20 settembre 2016 – sulla situazione del piano di riordino delle Province.
“L’attuazione della ‘Legge Delrio’ si è conclusa con successo – ha detto Bressa – in asse con il complesso di riforme del Titolo V della Costituzione. A 2 anni dall’approvazione, serve un’implementazione, un aggiornamento, affinché sia salvaguardato il senso del servizio per le Amministrazioni territoriali connaturato alla legge stessa”.
La riforma, stando ai dati enunciati dal Sottosegretario, ha coinvolto circa 20.000 dipendenti. Come precisato in una successiva Nota 22 settembre 2016, il processo adesso deve andare avanti e “dopo le annate decisamente ‘straordinarie’ del 2015 e del 2016, per il 2017 sarà indispensabile mettere il sistema delle vecchie Province ‘a regime’, lavorando sugli strumenti finanziari necessari per garantire i servizi a cui sono deputate”.
Dopo aver riferito che nell’anno corrente, la situazione del comparto Province è di sostanziale equilibrio da un punto di vista delle entrate e delle uscite, grazie alle disposizioni introdotte dall’ultima Manovra finanziaria e dal più recente “Decreto Enti Locali”, Bressa ha evidenziato l’esigenza di creare per il futuro degli automatismi che stabilizzino la vita di questi Enti.
“La Legge n. 56 – ha detto il Sottosegretario – ha ancora grandi potenzialità, spesso non completamente colte, anche nel confronto in Parlamento, come dimostra l’importante tema della Città metropolitana su cui sarà necessario tornare dedicandovi un rinnovato sforzo culturale. E’ certo però che affinché non ne vengano disattese le intenzioni, tale legge deve essere oggetto di una importante opera di manutenzione, da incentrare soprattutto sulla governance delle Province, sulla necessità di ‘depoliticizzare’ le Elezioni degli Organi di governo, mettendole la governance nelle mani dei Sindaci, e di responsabilizzarli non solo rispetto alle materie gestite, ma anche rispetto alla possibilità di variare le dimensioni dell’Area vasta. Per questo, il criterio dell’Unione di Comuni, a cui si lavora con una legge che sarà pronta dopo il referendum, costituirà strumento di grande utilità nella futura governance degli assetti territoriali”.