“Codice dell’Amministrazione digitale”: definite le caratteristiche del “Pin unico” per accedere ai servizi erogati dalle P.A.

Il 9 dicembre 2014 è stato pubblicato nella G.U. n. 285 il Dpcm. 24 ottobre 2014, recante la definizione delle caratteristiche del “Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese” (“Spid”), più semplicemente chiamato da questo Governo “Pin unico” ovvero un unico Pin da ricordare per accedere ai servizi erogati in rete dalle Pubbliche Amministrazioni per i quali è necessaria l’identificazione informatica.
Il progetto di costituire un sistema di identità digitali affidabile in grado di offrire una nuova modalità di identificazione informatica richiesta per l’accesso ai servizi erogati in rete dalle Pubbliche Amministrazioni nasce con il Dl. n. 69/13 (c.d. “Decreto del Fare”) e che questo Governo conta di rendere operativo entro aprile 2015. Oltre all’affidabilità, il sistema dovrebbe contare anche su un’ampia diffusione fra gli utenti (cittadini e imprese) che vorranno dotarsi di un’identità digitale, utile per autenticarsi in modo sicuro ai servizi messi a disposizione da Pubbliche Amministrazioni e privati. L’auspicata ampia distribuzione del servizio Spid conta anche di risolvere la carente diffusione della Carta di identità elettroniche (Cie) e delle Carta nazionale dei servizi (Cns), ad oggi unici strumenti ai quali il “Codice dell’Amministrazione digitale” (Cad) riconosce pieno valore legale. La carenza di Cie e Cns ha indotto il Legislatore a prevedere altre modalità di identificazione informatica ai servizi anche con altri strumenti diversi dalle predette carte, che nell’operatività si sono tradotti in rilascio di login e password al cittadino che ne faceva richiesta previo riconoscimento de visu. Questa modalità di identificazione informatica sarà rimpiazzata dai servizi offerti dallo Spid come disposto dal nuovo art. 64, comma 2, del “Cad”, come modificato dal Dl. n. 69/13.
La fornitura di servizi di identità digitale sarà aperta sia a soggetti pubblici che privati, previo accreditamento da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale che garantirà sull’affidabilità dei gestori di identità digitali sia in termini informatici che di sicurezza del trattamento dei dati personali gestiti. La decisione di non precludere ai soggetti pubblici la possibilità di accreditarsi al sistema “Spid” renderà più immediata la messa a regime del progetto. Del resto, dotarsi di un’identità digitale non è un obbligo del cittadino ma un opportunità, la cui utilità è crescente in una società che sta migrando velocemente verso il digitale.
L’Ente potrà contare sull’erogazione dei servizi di autenticazione offerti dallo “Spid” in modalità completamente gratuita. Ulteriori economicità saranno possibili avendo a disposizione un parco utenti senza bisogno di censirli, senza preoccuparsi di gestire credenziali di accesso e dati personali raccolti, delegando tale obbligo al gestore di identità digitali accreditato allo “Spid”, avendo così soddisfatto gli oneri previsti dall’art. 17, comma 2, Dlgs. n. 70/03.
Sotto il profilo della sicurezza del trattamento dei dati personali, il cittadino o l’impresa che intende dotarsi di una identità digitale sembra contare su un sistema sicuro in quanto, oltre ad avere la certezza dell’affidabilità del gestore certificato, saranno forniti dal service provider solo i dati strettamente necessari per la specifica transazione.
Il “Pin unico” permetterà di dotare ciascun cittadino che ne farà richiesta di un’identità digitale affidabile da utilizzare in rete; tuttavia lo strumento, per poter essere utile, occorre che l’offerta dei servizi on-line della P.A. sia più ampia e più utilizzabile di quella attuale, ovvero una P.A. più e meglio digitalizzata in grado di offrire nuovi canali di comunicazione più efficienti in grado di concretizzare i risparmi economici e l’efficienza operativa che le tecnologie dell’informazione e comunicazione oggi mettono a disposizione.
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