“Coronavirus”: la Circolare della Funzione pubblica sullo smart working

Il Ministero per la P.A. – Dipartimento della Funzione pubblica, ha emanato, in data 2 marzo 2020, la Circolare n. 1/2020, in corso di registrazione, concernente “Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa”.

La Circolare fornisce alcuni chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumenti, anche informatici, a cui le P.A. possono ricorrere per incentivare il ricorso a modalità più adeguate e flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa.

In tale direzione spinge, in modo repentino, la stessa emergenza “Coronavirus”, che di fatto archivia la lunga fase sperimentale dello smart working, come espressamente indicato dalla Funzione pubblica nella Circolare in commento, che appunto indica come “superato il regime sperimentale” con conseguente entrata “a regime” l’obbligo per gli Enti pubblici “di adottare misure organizzative” per permettere ai dipendenti di effettuare davvero il “lavoro agile”.

In proposito, a fronte del quadro normativo delineato negli ultimi anni anche con riferimento al Settore pubblico (art. 14 della Legge n. 124/2015; art. 18 della Legge n. 81/2017; Direttiva Fp n. 3/17), il recente Dpcm. 1° marzo 2020, concernente ulteriori disposizioni attuative del Dl. 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da “Covid-19”, all’art. 4, comma 1, lett. a), ha introdotto ulteriori misure di incentivazione del “lavoro agile”, e il successivo Dl. 2 marzo 2020, n. 9, allo scopo di agevolare l’applicazione del “lavoro agile” quale ulteriore misura per contrastare e contenere l’imprevedibile emergenza epidemiologica, ha previsto misure normative volte a garantire, mediante Consip Spa, l’acquisizione delle dotazioni informatiche necessarie alle P.A. per poter adottare le misure di “lavoro agile” per il proprio personale.

Tra le misure e gli strumenti, anche informatici, a cui le P.A., nell’esercizio dei poteri datoriali e della propria autonomia organizzativa, possono ricorrere per incentivare l’utilizzo di modalità flessibili di svolgimento a distanza della prestazione lavorativa, la Circolare evidenzia l’importanza:

  • del ricorso, in via prioritaria, al “lavoro agile” come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un’ottica di progressivo superamento del telelavoro;
  • dell’utilizzo di soluzioni “cloud” per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;
  • del ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference);
  • del ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’Amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole Pubbliche Amministrazioni;
  • dell’attivazione di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell’ottimizzazione della produttività anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

La Circolare, nell’ottica di accelerare tale modalità lavorativa, invita le Amministrazioni a comunicare a mezzo Pec, al Dipartimento della Funzione pubblica – indirizzo: protocollo_dfp@mailbox.governo.it – le misure adottate entro il termine di 6 mesi.

Il monitoraggio da parte del Dipartimento è finalizzato a verificare gli effetti delle misure normative, anche al fine di eventuali interventi integrativi o modificativi sulla disciplina di riferimento e sulla citata Direttiva n. 3/2017.