“Def 2018”: la previsione di crescita del Pil dell’anno corrente è dell’1,5%

Il Consiglio dei Ministri, riunitosi il 26 aprile 2018, ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, la bozza del “Documento di economia e finanza 2018” (“Def”).

Il Def 2018 ha la peculiarità di essere stato approvato da un Governo dimissionario, in carica solo per gli affari correnti, e che non ha quindi voluto lascare un’impronta forte in termine di programmazione delle politiche economiche da adottare nell’arco dei prossimi mesi e si è quindi limitato a descrivere l’evoluzione economico-finanziaria internazionale e aggiornare le previsioni macroeconomiche per l’Italia e il quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue.

Come precisato dal titolare del Dicastero dell’Economia in una Nota diffusa il medesimo giorno, “spetterà al nuovo Esecutivo la scelta delle politiche che determineranno il nuovo quadro programmatico”.

Per il 2018 è stato stimato, “in via prudenziale”, un rialzo dell’1,5% del Pil, 1,4% nel 2019.

L’Esecutivo uscente ha colto l’occasione per mettere in evidenza una serie di indicatori che testimonierebbero il percorso di risanamento delle finanze pubbliche avviato nel corso della scorsa legislatura: “Il Prodotto interno lordo– si legge – è passato dallo 0,4% del 2014 all’1,5% nel 2017, il rapporto ‘Deficit/Pil’ è costantemente sceso dal 3% del 2014 al 2,3% del 2017 (1,9% al netto degli interventi straordinari a tutela del risparmio e del credito). Il debito pubblico in rapporto al Pil si è stabilizzato a partire dal 2015. Il tasso di disoccupazione è sceso dal picco del novembre 2013 (13,0%) all’11,2 del 2017, mentre il numero di occupati è aumentato di quasi 1 milione di unità dal punto più basso della crisi nel settembre 2013, di cui oltre la metà con contratti a tempo indeterminato”.

Anche la stima relativa al rapporto “Deficit/Pil” sembra delineare potenziali miglioramenti all’orizzonte: il Mef ipotizza infatti che si passi dall’1,6% nel 2018 allo 0,8% nel 2019, per raggiungere poi il pareggio nel 2020. Anche per il rapporto “Debito/Pil” si prevede un calo dal 130,8% nel 2018 al 128% nel 2019, per poi raggiungere il 124,7% nel 2020.

Diversamente da quanto avveniva fino allo scorso anno, il quadro economico-finanziario prospettato nel “Def”, non avendo natura programmatica, contempla l’aumento delle Imposte indirette nel 2019 e nel 2020, previsto dalle “clausole di salvaguardia” in vigore. Starà dunque al prossimo Governo individuare eventuali interventi volti a neutralizzare tali “clausole di salvaguardia”, tra cui – ricordiamo – quella che prevede l’innalzamento dell’aliquota Iva ordinaria al 24,2%.