Emendamenti “Milleproroghe”: tra le richieste dell’Anci la deroga all’obbligo di effettuare acquisti sotto soglia tramite Consip

Con il Comunicato datato 5 febbraio 2015 e pubblicato sul proprio sito istituzionale, l’Anci ha reso note le principali proposte espresse attraverso le proposte di emendamento al “Decreto Milleproroghe”.

L’Anci ritiene – si legge – che occorra escludere la possibilità di applicare il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo nel caso in cui la certificazione del saldo finanziario in termini di competenza mista sia trasmessa con un ritardo non superiore a 60 giorni dal termine stabilito per l’approvazione del conto consuntivo. Ritiene inoltre che debba essere abrogata la sanzione che prevede il blocco delle assunzioni di personale, compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, nel caso di mancato rispetto dei tempi medi di pagamento’’.

Proroghe ulteriori sono state chieste per la definizione degli obiettivi del Patto di stabilità interno e per l’adozione del Decreto Mef che ridefinisce gli obiettivi del Patto degli Enti Locali. L’Associazione poi continua a chiedere “l’inapplicabilità delle sanzioni a carico delle Città metropolitane nel caso di sforamento del Patto di stabilità interno nell’anno 2014 da parte delle ex Province”.

L’Anci ha invocato inoltre “una proroga dei tempi per le procedure relative allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi al fine di concedere agli enti territoriali interessati un tempo adeguato a svolgere i necessari approfondimenti per la messa in sicurezza i rifiuti nucleari del nostro Paese’’.

Infine, quanto alla centralizzazione dell’acquisto di beni e servizi, la Nota specifica quanto segue: “L’Anci condivide pienamente il principio sotteso al risparmio della spesa pubblica e la necessità di ridurre le numerose stazioni appaltanti ad oggi esistenti – si legge nella nota – tuttavia si esprime la forte preoccupazione dei Comuni per le difficoltà amministrative legate ai processi di aggregazione, in particolare dei Comuni non capoluogo di Provincia che potrebbero determinare – in alcuni casi si sta già verificando – uno stato di paralisi del mercato. Nello specifico si fa riferimento alla problematica maggiormente sentita di non consentire ai Comuni fino a 10.000 abitanti, acquisti in autonomia, per importi al di sotto di 40.000 Euro, nonché agli interventi di somma urgenza. In taluni casi e per importi limitati – rimarca l’Associazione – è notevolmente più economico e rapido rivolgersi a fornitori che prestano la loro attività nei pressi del territorio comunale che non ricorrere a Consip. Per fare alcuni esempi: la rottura del vetro di una scuola; le spese dei piccoli mezzi per la raccolta rifiuti; le spese del pulmino della scuolabus. In tali casi la norma vigente non consente al Comune di poter immediatamente intervenire, ma deve attendere la procedura che dovrà svolgere la Centrale unica di committenza. Generando così un’eccessiva burocratizzazione, in contrasto con l’auspicato principio di semplificazione di cui ha necessità il nostro Paese”.