Prevista per oggi il via libera definitivo alla Manovra. Critiche dall’opposizione 

Dopo che nella giornata di ieri il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha posto la questione di fiducia sulla legge di Bilancio 2020, l’Aula della Camera tornerà a riunirsi oggi per l’approvazione definitiva della legge di Bilancio 2020. La conferenza dei capigruppo ha fissato la prima chiama per le 15.30 di oggi mentre le dichiarazioni di voto inizieranno alle 14.00. Il testo è arrivato alla Camera blindato, dopo l’approvazione al Senato, sempre con la fiducia.

La legge di bilancio è stata al centro di aspre polemiche a causa della ristrettezza del dibattito parlamentare denunciata dalle opposizioni, che hanno abbandonato i lavori della Commissione Bilancio annunciando di voler fare ricorso alla Consulta. Durante la discussione in Aula, invece, il partito di Giorgia Meloni ha chiesto e ottenuto un ampliamento dei tempi della discussione a causa dell’impossibilità di modificare la legge nel passaggio in Aula al Senato e sia in commissione che in Aula a Montecitorio ma alcuni deputati della maggioranza hanno rinunciato ad intervenire per tagliare i tempi. 

Scontro anche tra i deputati di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e Roberto Fico. Il presidente della Camera ha respinto le accuse di violazione del regolamento affermando di non essere contento del contingentamento dei tempi di discussione ma di non poter andare oltre per il rischio concreto dell’esercizio provvisorio e la necessità di mandare la legge al Capo dello Stato per la firma.

Scontro nella maggioranza sul Milleproroghe. Rimane aperto il tema autostrade

Sabato 21 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato, dopo una riunione fiume di sette ore, un decreto milleproroghe con la formula “salvo intese” che permette integrazioni e correzioni prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. 

Al momento, il decreto tocca svariati temi che vanno dallo stop ai rincari ai caselli autostradali al rinvio al 2022 all’addio al mercato tutelato dell’energia, dal commissariamento del Gse alla proroga dei vertici Agcom e del Garante Privacy. E poi la proroga al 31 dicembre 2020 del “bonus verde” sulle spese sostenute per giardini e terrazze al bonus eco-scooter anche nel 2020, le intercettazioni al divieto di adeguamento dei canoni di locazione passiva anche per l’anno prossimo, la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione e il prolungamento della durata dello stato di emergenza per diversi comuni colpiti da calamità naturali

Il punto politicamente più controverso è stato quello sulle concessioni autostradali, in particolare la norma che prevede l’affidamento ad Anas della gestione delle concessioni in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade fino alla gara per un nuovo gestore. Su questo punto, la maggioranza è divisa: nonostante i ripetuti richiami alla compattezza dell’esecutivo per bocca del segretario dem, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e il M5S puntano alla revoca delle concessioni autostradali al gruppo Atlantia, mentre i ministri di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, hanno votato contro la norma perché, come ha affermato Matteo Renzi, “non si può utilizzare il Milleproroghe aprendo un potenziale caos normativo”. 

Approvato il nuovo statuto della Lega Nord. Via libera alla Lega Nazionale

Sabato scorso a Milano i delegati leghisti, presente anche il fondatore Umberto Bossi, hanno votato all’unanimità la modifica dello statuto della Lega Nord che permetterà la transizione dal vecchio partito nordista al nuovo soggetto sovranista. Con l’approvazione della modifica dello statuto della Lega Nord, prende sempre più corpo la Lega Nazionale voluta da Matteo Salvini. Come ha affermato il senatore Roberto Calderoli, responsabile organizzativo del Carroccio, la vecchia Lega non morirà ma rimarrà in piedi, sostanzialmente, per rispettare l’accordo sottoscritto con la procura di Genova in merito alla restituzione rateizzata dei 49 milioni di euro. Si tratterà quindi di una sorta di bad company che, nella pratica, verrà via via svuotata a favore della nuova Lega salviniana.

Tra le principali novità troviamo la possibilità per i tesserati della Lega Nord di avere la “doppia tessera” per rendere più facile l’iscrizione alla nuova Lega fondata da Salvini due anni fa con il mantenimento nel nuovo  partito dell’anzianità di militanza maturata; la possibilità di concedere il simbolo ad altri movimenti politici anche a fini elettorali per esentare la nuova Lega dall’incombenza della raccolta firme; il mantenimento per Umberto Bossi della carica di presidente federale a vita, anche se con prerogative estremamente depotenziate in favore del segretario federale; l’alleggerimento della struttura organizzativa con la cancellazione di alcuni organismi come la segreteria politica federale; il passaggio da tre a cinque anni del mandato del segretario e del consiglio federale; il mantenimento nel nuovo statuto della parola “Padania”.

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A cura di Nomos Centro Studi parlamentari

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