La giornata parlamentare – 28 febbraio

Di Maio: quattro tecnici ai dicasteri Lavoro, Sviluppo economico, Pubblica amministrazione e Agricoltura
Dopo il generale Sergio Costa per il dicastero dell’Ambiente, ieri sera, durante una trasmissione televisiva, sono stati presentati altri quattro aspiranti ministri del Movimento 5 Stelle. Sono Pasquale Tridico, economista, che in un Governo Cinque Stelle diventerebbe il responsabile del Lavoro e della previdenza sociale, e Luigi Fioramonti, già apparso in altri dibattiti tv, che ora si candida a guidare il ministero dello Sviluppo economico. Fioramonti, in effetti, è l’unico dei candidati ministri, per ora noti, ad apparire nelle liste elettorali a 5 Stelle.
Altri due volti dell’esecutivo pentastellato sono Alessandra Pesce, dirigente del Ministero dell’agricoltura e candidata proprio per quel dicastero, e Giuseppe Conte, professore di diritto privato, che andrebbe al ministero della Pubblica amministrazione, pronto a essere rinominato dicastero alla Deburocratizzazione e meritocrazia.
Il nome più importante della lista, in cui è probabile ci sia anche qualche interno come Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede (i più quotati), è quello del ministro dell’Economia. Di lui si sa solo che è italiano ed economista: insomma, un ministro tecnico di alto profilo. E’ la figura chiave del pantheon pentastellato, il biglietto da visita con cui si sono presentati al Quirinale e intendono presentarsi in Europa.
Nella rosa dei nomi considerati vicini a occupare un posto in un ipotetico governo Cinque Stelle compare anche quello di Vincenzo Spadafora, uomo dello staff di Luigi Di Maio e noto per aver ricoperto il ruolo di presidente dell’Unicef. Per lui potrebbe esserci anche un ruolo di sottosegretariato o di vicepresidente a Chigi. Di Maio ha incassato il gentile rifiuto di Guido Bagatta che sarebbe dovuto diventare il prossimo ministro dello sport.
I candidati presentati finora, ha detto Di Maio, faranno parte di una squadra di 18 persone e verranno presentati tutti assieme questo giovedì al Salone delle Fontane a Roma. In relazione al fatto che molti di questi saranno esterni al movimento, il candidato premier grillino ha tenuto a sottolineare che non si tratterà di un Governo tecnico. Ha assicurato che i ministri del M5S ci metteranno il cuore e non baderanno esclusivamente “a come far quadrare i bilanci”.
Per quanto riguarda la strategia nel caso in cui il Movimento non avesse i numeri per governare da solo, il leader ha ribadito che sta “proponendo a Silvio Berlusconi, Piero Grasso e Matteo Renzi un accordo di impegno per dare un governo all’Italia”. I tre temi prioritari, ha aggiunto, sono dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, vincolo di mandato e aiuti alle famiglie che fanno figli.
Berlusconi si convince, ok a manifestazione con Salvini e Meloni
Silvio Berlusconi avrebbe cambiato idea e dato la sua disponibilità a chiudere la campagna elettorale sullo stesso palco insieme agli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni, purché si tratti di un’iniziativa di coalizione e non di un solo partito. In queste ore ci sarebbero contatti in corso tra i tre leader e i loro emissari starebbero lavorando per organizzare nel primo pomeriggio del primo marzo, a Roma, un appuntamento politico comune, possibilmente in una location più raccolta di una piazza.
Questo impegno non si sovrapporrà ai comizi già organizzati dalla Lega e da Fratelli d’Italia. Resta, infatti, confermata la presenza di Salvini alle 21 all’Atlantic dell’Eur. Così come resta in piedi la manifestazione promossa da Fdi a Latina per il 2 marzo in cui Giorgia Meloni chiuderà il suo tour elettorale nazionale.
La scelta di incontro più ristretto, senza cercare i bagni di folla,sarebbe l’escamotage ideato per salvare l’unità della coalizione senza far arrabbiare nessuno. Nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva fortemente spinto affinché Berlusconi partecipasse a una sua iniziativa, un’ipotesi non gradita all’ex cavaliere che non ha nessuna intenzione di fare da spalla al capo della Lega, scelta comprensibile dato che i due leader sono in forte competizione per la leadership del centro destra.
Tajani, io premier? Preferisco il Parlamento Europeo
Per Silvio Berlusconi il candidato premier di Forza Italia dovrebbe essere il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Sono settimane che più o meno velatamente l’ex cavaliere è ad un passo dall’annuncio ma ancora così non l’ha fatto. Ieri sera Tajani ha dichiarato di voler continuare la sua esperienza europea anche perché è “il primo italiano in questo incarico e questo è importante per l’Italia”.
Tutto ciò indebolisce la posizione Silvio Berlusconi che avrebbe voluto lanciare il suo candidato prima del voto così da dare un forte segnale al “popolo dei moderati”. Mancano cinque giorni al voto e Forza Italia dovrà, anche se sembra difficile che ci riesca, trovare un candidato alternativo e soprattutto autorevole.
A cura di Nomos Centro Studi parlamentari
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