Torna unanimità alla Camera sul deficit, ma il Def divide profondamente

Dopo un mese e mezzo torna l’unanimità alla Camera: maggioranza e opposizione votano insieme a favore del nuovo scostamento di bilancio chiesto dal Governo che servirà a liberare ulteriori risorse, 55 miliardi, da destinare al decreto aprile (o maggio, visto lo slittamento dei tempi). Il centrodestra, “per amor di Patria”, ha votato assieme alle forze che sostengono l’esecutivo Conte: 512 voti favorevoli a Montecitorio, un solo voto contrario (di Vittorio Sgarbi) e nessun astenuto. Si ripete, quindi, lo stesso voto unanime dello scorso 11 marzo, quando il Paese era solo all’inizio dell’emergenza coronavirus e il Parlamento fu chiamato ad approvare, sempre a maggioranza assoluta, il primo aumento di deficit, con cui l’esecutivo stanziò i primi 25 miliardi nel decreto Cura Italia. Ma la concordia dura giusto un attimo, il tempo di un voto; centrodestra e maggioranza tornano infatti a dividersi subito dopo sul Documento di economia e finanza (Def): le opposizioni bocciano senza appello le misure predisposte dal Governo, ritenendole “del tutto insufficienti”. Del resto, nessuno nella maggioranza, né nel governo, si aspettava un atteggiamento diverso: da giorni, infatti, si respira un clima di contrapposizione netta tra giallorossi e centrodestra. 

Clima confermato anche ieri in Aula, con il duro j’accuse di LegaForza Italia e FdI. I due voti di ieri, però, sono serviti anche al centrodestra per ricompattarsi (anche se i distinguo proseguono, ad esempio sulla protesta leghista di restare in Aula ad oltranza, bocciata da FdI e FI): dopo le divisioni non ancora del tutto appianate sul Mes, ieri le forze di opposizione si sono presentate compatte e hanno depositato una mozione unitaria contro l’abuso di Dpcm e per chiedere il “ripristino della legalità e della Costituzione”. FdI, Lega e Forza Italia hanno presentato anche una risoluzione unitaria sul Def, bocciandone i contenuti, e puntando il dito contro il Governo che pone “un’ipoteca sui conti pubblici per i prossimi 12 anni”. Si riaffacciano invece le differenze sulle risoluzioni sullo scostamento di bilancio: la Lega ne presenta una in cui si ribadisce la contrarietà al Mes, mentre Forza Italia presenta un proprio testo. Opposizione a parte comunque la maggioranza ha approvato con 295 voti favorevoli, 191 contrari e nessun astenuto la risoluzione sul Documento di economia e finanza; oggi toccherà al Senato: anche lì il centrodestra voterà a favore dello scostamento di bilancio ma contro il Def.

Il decreto aprile slitta a maggio in attesa delle nuove norme Ue su aiuti Stati

Alla fine il cosiddetto decreto aprile slitta a inizio maggio, una decisione comunicata dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e che permetterà al Governo di attendere le decisioni europee. In ogni caso l’esecutivo ha bisogno ancora di un po’ di tempo per mettere a punto i dettagli di un intervento “imponente”, mai visto “dal dopoguerra ma necessario” per puntellare il Paese provato da due mesi di epidemia da Coronavirus, come ha ripetuto il Ministro. In effetti si tratta di una maxi-manovra da 55 miliardi, che non ha precedenti nemmeno negli anni più duri della crisi finanziaria dal 2008 in poi: in Parlamento la richiesta di scostamento da 55 miliardi di deficit trova il sostegno anche delle opposizioni, mentre sul Def scattano i distinguo in attesa di vedere come se la caverà il governo con la Fase 2, sulla quale peraltro si presenterà alle Camere il premier Giuseppe Conte per difendere le scelte fatte fin qui compreso l’uso dei Dpcm. Tutti, però, ora aspettano le misure, che il Ministro garantisce terranno conto delle richieste delle Camere e delle proposte dei partiti. Per certo ci saranno nuovi finanziamenti a sanità, ricerca e Protezione civile, e un nuovo corposo pacchetto per imprese e ammortizzatori.  

Cig e cassa in deroga saranno rifinanziate con 13 miliardi per altre 9 settimane e si potranno utilizzare fino alla fine dell’anno, come ha chiarito il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Confermata anche la proroga della Naspi per altri due mesi, per chi ha l’assegno in scadenza, e lo stop ai licenziamenti. Per accompagnare la Fase 2 ci saranno più fondi per le imprese che devono sanificare gli ambienti e l’Iva sulle mascherine sarà azzerata, per poi passare all’aliquota agevolata al 5% a partire dall’anno prossimo. E ci sarà anche una card da 200 euro per acquistare biciclette, anche elettriche, monopattini, o da spendere per i servizi di car sharing e simili nelle grandi città, per cercare di decongestionare i mezzi pubblici ed evitare nelle ore di punta che aumenti il rischio contagio da Covid. E ci sarà un pacchetto imprese, dai 50 miliardi a Cdp per entrare nelle imprese in crisi ai 5 miliardi del Fondo di solidarietà nazionale per ricapitalizzare le Pmi, fino ai ristori a fondo perduto da 5mila euro per le microimprese (previsto uno stanziamento da 8 miliardi). I meccanismi per l’intervento diretto dello Stato andranno calibrate sulle nuove regole che detterà Bruxelles “con il varo imminente di una nuova versione del temporary framework dedicato esattamente a definire modalità, soglie e caratteri dei finanziamenti diretti, capitale o a fondo perduto alle imprese”. 

Ma anche altre misure ancora non hanno preso una forma definitiva. Il bonus per gli autonomi, ad esempio, salirà a 800 euro ma s’ipotizza un tetto di reddito almeno per la terza mensilità (la seconda dovrebbe arrivare in automatico, con un click in 24 ore dal via libera al decreto). Possibile che si replichi il modello adottato dalle casse dei professionisti, limiti a 35mila o 50mila euro di reddito in base ai danni subiti. Ma una decisione ancora non è stata presa e andrà di pari passo con la declinazione dei ristori diretti alle Pmi più danneggiate. Dubbi ci sarebbero ancora sul pacchetto turismo, in particolare sull’efficacia del bonus vacanze (l’ipotesi è da 500 euro). E ancora non è sciolto né il nodo dei servizi per i bambini a casa da scuola (si pensa a centri estivi e a consentire l’uso del bonus babysitter per coprire le spese) né quello del nuovo Reddito di emergenza per chi non ha altri redditi e non riceve alcun sussidio. Pd e Iv lo vorrebbero fare gestire ai Sindaci (che si sono fatti avanti e già erogano i buoni spesa alle famiglie più in difficoltà) mentre il M5S spinge per lasciare la gestione del nuovo strumento all’Inps. Ulteriore capitolo da risolvere quello delle misure sblocca-cantieri: una prima parte di misure potrebbe entrare direttamente in questo decreto, mentre il grosso, compresa “l’individuazione di 29 opere prioritarie” per cui nominare un Commissario, dovrebbero arrivare con il successivo decreto semplificazioni, previsto, ha detto il ministro Paola De Micheli, “nella prima decade di maggio”. 

La Lega occupa le aule di Camera e Senato come segno di protesta

Sono da poco passate le 22:30 quando la Lega, prima al Senato poi alla Camera, conclusi i lavori parlamentari, occupa le Aule, realizzando il piano annunciato poche ore prima da Matteo Salvini in televisione. A Palazzo Madama si riuniscono i capigruppo per valutare la situazione; al termine la presidente del Senato Elisabetta Casellati dà mandato ai questori di sgombrare l’Aula ma i senatori della Lega rifiutano di uscire. E lì rimarranno tutta la notte, così come alla Camera, dove a un certo punto, un deputato barese, Rossano Sasso, si filma in diretta Facebook mentre chiude con il chiavistello, da dentro, la porta dell’Aula di Montecitorio. I leghisti occupanti sono in tutto una settantatina, 34 a Palazzo Madama, compreso Salvini, e una quarantina alla Camera. Il partito si è organizzato e diviso in due squadre, organizzate in turni, per garantire un presidio h24. “Siamo qui a nome di milioni di italiani che aspettano dal Governo risposte certe su come uscire finalmente in sicurezza, sulla cassa integrazione, sui soldi (veri) alle famiglie e alle imprese, sui troppi mafiosi usciti di galera”, spiega Matteo Salvini. “Come si fa ad arrivare alla festa dei lavoratori con milioni d’italiani senza soldi né certezze? Non disturbiamo nessuno e non interrompiamo il lavoro di nessuno, semplicemente portiamo nel palazzo la voce di tanti italiani abbandonati”, aggiunge il segretario leghista. 

L’iniziativa leghista è fortemente criticata dai partiti di maggioranza che, con alcuni parlamentari di Pd e Italia viva restano, fino a mezzanotte, a presidiare le Aule dai leghisti. “È la prima volta nella storia della Repubblica che un’aula viene occupata durante un’emergenza come quella che stiamo vivendo, solo per farsi selfie”, commenta il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci. “Durante il momento più drammatico per l’Italia questo è il contributo della Lega di Salvini alla lotta contro il coronavirus: l’occupazione delle aule di Camera e Senato. Pagliacciate”, scrive su Twitter Alessia Morani, sottosegretaria allo Sviluppo economico. Ma le critiche a Salvini arrivano anche dagli alleati: è il partito di Giorgia Meloni ad aprire la polemica, facendo filtrare stupore per una strategia, quella leghista, non concordata all’interno della coalizione. Anche Forza Italia precisa, con Antonio Tajani, di non essere stata informata della mossa del partito di via Bellerio. Servirà, quindi, a poco la nota diffusa dall’ufficio stampa della Lega, poco dopo le 20.00, in cui i due capigruppo alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, invitano gli alleati del centrodestra a “sostenere l’iniziativa di restare in Aula in nome della libertà, democrazia e sicurezza del popolo italiano”. Alla fine né FdI, nè tantomeno FI parteciperanno alla protesta leghista.

Al Senato

L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del Documento di economia e finanza 2020 (DEF) e della relativa relazione al Parlamento mentre alle 12.30 ascolterà l’informativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche.

Per quanto riguarda le Commissioni, l’Esteri, in sede riunita con la Politiche dell’UE e con le rispettive della Camera, giovedì alle 16 ascolterà il Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola sulla risposta europea alla pandemia da Covid-19. Infine la Politiche dell’Ue ascolterà i rappresentanti di AGCOM e ILIAD sulla Legge di delegazione europea 2019.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi mercoledì alle 10.00 per l’informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche. A seguire esaminerà il decreto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali alle 16.00 ascolterà la Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano sull’uso delle nuove tecnologie e della rete per contrastare il coronavirus. La Finanze, assieme alla Attività Produttive, ascolterà i rappresentanti di SACE sul decreto liquidità. La Cultura si confronterà sulle risoluzioni per il sostegno dei settori della cultura, dello sport e dell’editoria a contrasto degli effetti dell’epidemia COVID 19. 

Nomos

A cura di Nomos Centro Studi parlamentari

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