Il M5S rinvia gli Stati Generali a dopo il referendum e ragiona sulle alleanze alle regionali
Il passo indietro di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento 5 Stelle non ha diradato le nubi nel cielo pentastellato. Nell’assemblea congiunta dei gruppi il reggente Vito Crimi e il nuovo capodelegazione al Governo Alfonso Bonafede hanno assistito al confronto tra le diverse anime del Movimento. Sono in tanti a non credere alla terza via post-ideologica cara invece al ministro degli Esteri: saranno gli Stati generali a chiarire la direzione da prendere, ma ancora nulla è fissato. Di certo c’è che il congresso M5S si celebrerà dopo il referendum per il taglio dei parlamentari, ha spiegato Danilo Toninelli.
Tutta da decidere anche la linea da tenere in vista delle elezioni regionali. Su Rousseau si aprono le candidature per i consiglieri di Campania, Marche, Veneto, Liguria, Puglia e Toscana. L’ultima parte del post che spiega ai militanti come votare non è di poco conto: “La fase tecnica di acquisizione delle disponibilità degli iscritti a candidarsi come consiglieri regionali rimane in ogni caso collegata a ogni eventuale decisione politica assunta per i singoli territori regionali”. La linea la dà bene Vincenzo Spadafora: “Oggi si presentano le candidature per il M5S alle regionali ma questo non esclude che si possa decidere di fare alleanze, anche con delle liste civiche. Si deve valutare l’opportunità, laddove ci fossero le condizioni, di allearsi con altre forze”.
Sono in tanti a spingere perché si trovi un accordo con i dem, in Campania (in pole ci sono i nomi di Sergio Costa e Raffaele Cantone) e in Veneto. Tra i parlamentari, qualcuno, come la deputata campana Flora Frate, esce allo scoperto: “Non c’è spazio, nell’attuale polarizzazione delle forze in campo, per un’ipotetica Terza Via. Comunque sia la rifondazione del campo, in crisi evidente, spetterà al nuovo capo politico. Fin qui nessuna candidatura è ufficiale. Vincenzo Spadafora non crede a un ritorno in campo di Luigi Di Maio e non esclude la possibilità di un leader donna: si fanno i nomi di Paola Taverna e Chiara Appendino; resta un mistero la posizione di Alessandro Di Battista.
Fmi: in Italia deficit 2020 al 2,4%. Il debito resterà vicino al 135%
Sono molto anemiche le condizioni di salute dell’economia italiana secondo la missione del Fondo Monetario Internazionale che come ogni anno è andata a Roma per la consueta “visita di controllo”. Tuttavia la situazione è migliore di quanto si potesse temere dopo i conflitti dello scorso anno fra Palazzo Chigi e la Commissione Ue. Il nuovo Governo, dicono gli analisti di Washington, ha almeno il vantaggio di aver abbassato i toni e questo è servito a contenere lo spread. Il miglioramento della congiuntura internazionale, (al netto dei virus cinesi) ha fatto il resto: il 2020 dell’Italia, infatti, si apre con una previsione di deficit al 2,4%, debito pubblico al 135% e Pil +0,5%. Non sono numeri entusiasmanti ma il ministro dell’economia Roberto Gualtieri non protesta. Tanto più che il deficit, secondo i tecnici del MEF, potrebbe alla fine fermarsi al 2,2% e anche il debito potrebbe scendere visto che i tassi sui Btp sono calati all’1% circa.
Rimane il fatto che l’Italia presenta, secondo il FMI, “le previsioni più basse nell’Ue, in cui si riflette il basso potenziale di crescita” e i redditi reali restano ancora del 7% inferiori alla punta registrata nel 2007; la partecipazione femminile al mondo del lavoro è la più bassa in Europa. Eppure il peggio potrebbe essere alle spalle: i tecnici FMI riconoscono che “nel 2019 l’attuazione delle politiche fiscali è stata migliore del previsto, contribuendo a migliorare l’opinione dei mercati”. Lodano “l’impegno costruttivo” con la Commissione Ue per evitare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. Al giudizio cautamente positivo contribuiscono anche entrate fiscali più alte del previsto “e un’attuazione di bilancio prudente nonostante il lancio di nuovi programmi sociali”, vale a dire Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sui quali il giudizio non è affatto positivo: il RdC comporta il rischio che i poveri e i disoccupati, a fronte di paghe troppo basse, preferiscano rifiutare il lavoro vivendo di semplice welfare.
Per quanto riguarda Quota 100 il giudizio del FMI è molto duro. Dice che l’Italia con la riforma Fornero aveva fatto molto meglio di altri Paesi, ora però rischia di perdere questo vantaggio con riflessi gravi sui conti pubblici. Il Fondo Monetario invita a mantenere il collegamento fra età pensionabile e aspettativa di vita per garantire la sostenibilità. Il report parla anche di riforma fiscale con l’invito esplicito a tagliare il cuneo fiscale, che in Italia si attesta al 48% contro una media europea del 42%: il Fondo ricorda l’obiettivo del Governo di un taglio dello 0,2-0,3% nel 2020-21 ma invita a una riduzione ambiziosa, che magari costerebbe il 2% del Pil ma sarebbe compensato da un significativo ampliamento della base contributiva.
Meloni e Berlusconi chiedono più spazio a Salvini
La sconfitta in Emilia-Romagna frena la volata di Matteo Salvini provocando una riflessione interna al Carroccio e da parte degli alleati del centrodestra una rivendicazione del loro ruolo, in una coalizione più plurale. Tra loro spiccano Giorgia Meloni secondo cui gli italiani, con il loro voto, hanno chiesto “maggiore centralità per Fratelli d’Italia” e Silvio Berlusconi che ormai da giorni rivendica come Forza Italia debba tornare al centro delle politiche della colazione visto che al Sud rappresenta ancora il più importante punto di riferimento politico.
Ma a tenere banco è il dibattito interno alla Lega e l’indiscrezione di una “strigliata” da parte di Giancarlo Giorgetti al segretario. Lo scontro è negato da ambedue i leader, tuttavia i toni con cui i due hanno smentito sono molto diversi. Salvini prima ribadisce che “la leadership la decide il popolo”. Poi si scaglia contro il quotidiano diretto da Carlo Verdelli: “Non ci siamo visti. Repubblica scrive delle cazzate. Io non ho visto Giancarlo Giorgetti, non ho visto Calderoli, ci vedremo venerdì a Milano. Leggo di riunioni inesistenti”. Molto più sfumato il commento dell’ex sottosegretario: “Leggo che avrei criticato la campagna elettorale di Salvini: certe volte bisogna leggere sui giornali quello che non accade”. Poi, ai cronisti che lo incalzano ammette che in qualche modo i due hanno parlato del voto di domenica: “Non c’è nessun litigio. Non ho litigato neanche con Di Maio quando c’era da litigare, figuriamoci con Salvini. Ma come si fa nei movimenti politici seri, quando ci sono le elezioni si esaminano i risultati per cercare di migliorare la prossima volta”.
L’Aula del Senato
Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente il decreto per la continuità del servizio di Alitalia l’Aula del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame di diverse proposte di ratifica di accordi internazionali. Alle 11.00 è prevista l’informativa urgente del Ministro della salute Roberto Speranza sul coronavirus.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Esteri alle 13.00, in sede riunita con la Difesa e in sede congiunta con le rispettive della Camera, ascolterà le comunicazioni del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio sugli esiti della Conferenza di Berlino sulla Libia. La Commissione Istruzione svolgerà alcune audizioni sull’affare assegnato relativo agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione. La Territorio si esprimerà sull’Atto del Governo sulla limitazione delle emissioni di taluni inquinanti e il riordino del quadro normativo degli stabilimenti che producono emissioni nell’atmosfera.
L’Aula della Camera
Dopo che ieri è stata approvata la proposta di legge per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e le misure rieducative dei minori, l’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza volte a prevenire e contrastare la diffusione dell’infezione da Coronavirus sviluppatasi in Cina.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali ascolterà i rappresentanti della Fondazione Openpolis nell’ambito dell’indagine conoscitiva su politiche dell’immigrazione, diritto d’asilo e gestione dei flussi migratori. Alle 8.30 le commissioni Difesa di Camera e Senato ascolteranno il Presidente del Comitato militare dell’Unione europea gen. Claudio Graziano sulla politica di sicurezza e di difesa comune. La Affari Sociali alle 13.30 ascolterà il sottosegretario di Stato per la salute Pierpaolo Sileri e a seguire si confronterà sul ddl per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare. Alle 14.45 le Commissioni Bilancio, Finanze e Politiche dell’Ue di entrambi i rami del Parlamento ascolteranno il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis.
A cura di Nomos Centro Studi parlamentari
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