Un Comunicato-stampa, pubblicato il 18 gennaio 2023 sul sito istituzionale, riporta la posizione di Anac in merito al nuovo “Codice dei Contratti pubblici”.
“Sul nuovo ‘Codice degli Appalti’ si gioca tantissimo del futuro dell’Italia. Si tratta di una Riforma pilastro, ma non basta che sia fatta: va fatta bene. Pur dando un giudizio positivo sul testo approvato dal Governo, specie per quanto attiene alla digitalizzazione dei contratti, riteniamo ci siano diversi punti da migliorare. E se, per organizzare meglio le Stazioni appaltanti e creare competenze adeguate, serve più tempo rispetto alla scadenza del 31 marzo 2023, allora facciamo slittare l’entrata in vigore di alcune disposizioni, ovviamente raccordandoci con la Commissione Europea”, così si è espressa Anac sul testo approvato dal Governo.
Attraverso il Comunicato, Anac sottolinea le criticità che vede nella Riforma, facendo presente di aver lavorato bene con il Consiglio di Stato e si sia fatta promotrice di diverse semplificazioni, normative ed amministrative, ma allo stesso tempo condividendo alcuni punti del testo presentato alle Camere. L’auspicio dell’Autorità è che si possa intervenire prima dell’approvazione definitiva. Tra le criticità individuate da Anac: l’eliminazione di controlli preventivi per evitare un uso indiscriminato dell’in-house; l’innalzamento a Euro 500.000 della soglia per la qualificazione delle Stazioni appaltanti; l’allentamento delle garanzie sul conflitto d’interessi; l’uso generalizzato dell’appalto integrato senza motivazioni.
L’appalto integrato senza motivazione
Sull’appalto integrato senza motivazione, Anac fa sapere che non vi è da parte sua un’opposizione preconcetta, solo una valutazione dell’esperienza e la raccomandazione a ricorrervi solo nei casi di progetti molto complessi, dove l’impresa deve dare un contributo di innovazione. Il rischio è quello di penalizzare le piccole imprese e la progettazione, che è la fase in cui vengono individuate le necessità effettive di Amministrazione e cittadini.
Soppressione del Registro Anac dell’in-house
Anac considera fondamentale la verifica preventiva volta a controllare se il soggetto che acquisisce al di fuori dal mercato una commessa pubblica ha i requisiti per non fare concorrenza sleale alle imprese. Il Registro permette davvero il controllo dei requisiti richiesti dalla giurisprudenza comunitaria, ed è un filtro cruciale per evitare affidamenti illegittimi.
Inoltre – sottolinea Anac – il controllo preventivo di Anac è un aiuto fondamentale agli stessi Enti per fare scelte giuste e operare bene. Altrimenti il rischio è che si fermi tutto dopo, con un’impennata di contenziosi e blocco operativo successivo.
Soglia di Euro 500.000 per le Stazioni appaltanti qualificate
Anac considera permettere appalti fino a Euro 500.000 agli Enti che non sono in grado di gestirli estremamente rischioso in termini di dispersione dei fondi e di tempo. Per l’Autorità, la soluzione è piuttosto l’assunzione di giovani Ingegneri qualificati.
Normativa sul conflitto d’interessi
Per Anac, le disposizioni sul conflitto di interessi finiscono per mettere in secondo piano un elemento essenziale dell’Amministrazione: l’imparzialità. Il testo presentato in Parlamento rende difficile far emergere i conflitti d’interesse, introducendo una sorta di inversione dell’onere della prova, per dimostrare che il soggetto è in conflitto d’interessi.
La raccomandazione di Anac è che venga mantenuta la normativa vigente.
Affidamenti sotto soglia
Per quanto la posizione di Anac sia per la semplificazione e gli affidamenti rapidi, la raccomandazione dell’Autorità è quella della cautela. Il rischio è quello di riservare un trattamento di favore ai soliti, i più vicini al Dirigente o all’Amministratore locale, senza prendere in considerazione le imprese migliori, quelle con i prezzi più bassi, quelle che lavorano meglio.