“PagoPA”: da obbligo ad opportunità per la Pubblica Amministrazione


Il 28 febbraio 2021 scade la proroga concessa dal Decreto Semplificazioni(art. 24 Dl. n. 76/2020) per l’adozione di “PagoPA” da parte dei soggetti di cui all’art. 2, comma 2, del “Codice dell’Amministrazione digitale” (art. 7 del Dlgs. n. 82/2005). Nella stessa data scade il termine per aderire a “Spid” e predisporre un concreto Progetto per mettere a disposizione servizi on line integrati, accessibili e usabili, fine ultimo del processo di digitalizzazione dell’Ente.

Scadenze spesso rimandate e altrettanto spesso ignorate dall’Ente.

Adesso che il binomio “distanziamento personale” e lavoro in smartworking è diventato l’imperativo per uscire dalla pandemia, la digitalizzazione non è più solo un tema di competitività ma di resilienza di un Sistema economico. Tuttavia, le resistenze culturali sono importanti e il rischio di fare le scelte non adatte è tangibile.

Così, come accade spesso nei processi di digitalizzazione, l’adempimento resta un obbligo e non si riesce a tradurlo in opportunità, confinando la Pubblica Amministrazione in una gestione ibrida dei suoi processi, ancora pensati con mentalità analogica.

Se l’Ente vuole cogliere l’opportunità offerta da “PagoPA” deve ripensare in ottica digitale l’intero ciclo di vita dei pagamenti in modo da definire un modello operativo completo, probabilmente non operativo nella sua interezza già dal 28 febbraio 2021, ma capace di consolidare investimenti economici e prassi operative in tutte le sue fasi evolutive.

Il modello di riferimento è quello offerto dal “Piano triennale 2020-2022”, oggi alla sua terza edizione, e in particolare dalla filosofia e finalità di “PagoPA” che non può essere limitata alla sola modalità di pagamento da parte del cittadino e impresa, ma elevato a strumento per riprogettare in chiave digitale l’intero processo con particolare riferimento alla fase di rendicontazione e riconciliazione dei pagamenti.

Con questa visione tutto cambia. Al centro non c’è più l’avviso di pagamento da consegnare al cittadino, ma la progettazione di un “Gestionale unico delle entrate” nel quale gli Uffici dovranno inserire tutti i pagamenti attesi per i servizi offerti, sia mediante interoperabilità con i vari software gestionali utilizzati dagli Uffici, sia mediante caricamento di fogli Excel/Csv che in modalità manuale.

Come noto, la generazione della posizione debitoria è l’evento che costituisce la premessa al pagamento nel Sistema “PagoPA”, ma l’Ente deve andare oltre: associare alla posizione debitoria altre alle informazioni; non solo quelle necessarie per eseguire il pagamento, ma anche quelle utili ad automatizzare l’attività di riconciliazione. In altre parole, deve essere messo a disposizione degli Uffici che gestiscono le entrate dell’Ente l’accesso al “Gestionale unico delle entrate”, nel quale caricare le posizioni debitorie con:

– le informazioni minime per eseguire il pagamento (identificativo del debitore, ossia Codice fiscale o Partita Iva; importo; causale e scadenza);

– i dati per facilitare la fase di rendicontazione (capitolo di entrata e numero di accertamento).

Il tutto messo in relazione con il cosiddetto “Identificativo univoco di pagamento” (Iuv), presente sia nella “Richiesta di pagamento telematica” (Rpt) che nella “Ricevuta telematica” (Rt) che nel flusso di rendicontazione (FR).

Cogliere l’obbligo di “PagoPA” anche per cambiare prassi e procedure di Uffici prevedendo l’aggiornamento della posizione debitoria contestualmente al verificarsi dell’evento, non è solo un contributo all’attività dell’ufficio finanziario, ma anche l’occasione per avere sotto controllo le entrate dell’ente e migliorare la gestione delle risorse.

Una attenta progettazione del “Gestionale delle entrate” permetterebbe anche di gestire il ciclo attivo di fatturazione (Fepa, FE “B2B” e FEB2C”), nonché l’attività emissione di bollette/fatture del “Servizio idrico”, ad esempio producendo la fattura solo al momento del pagamento effettuato dal debitore sulla base dell’avviso di pagamento consegnato, nel rispetto dell’art. 6 del Dpr. n. 633/1972.

Una lungimirante visione delle opportunità di “PagoPA” può ravvedersi anche in una più efficacie attività di recupero crediti, mediante attività di compensazione debiti/crediti, avendo sotto controllo la posizione debitoria trasversale a tutto l’Ente e costantemente aggiornata. Anche la fase pre-coattiva potrebbe essere rivista ponendo in essere procedure volte a sensibilizzare il debitore al pagamento e di conseguenza ridurre il “Fondo crediti dubbia esigibilità”.

Permettere poi la consultazione della posizione debitoria al cittadino/impresa mediante servizi on line con accesso “Spid” consente all’Ente di ottemperare all’obbligo previsto dall’art. 24 del Dl. n. 76/2020 ed evitare la sanzione prevista dallo stesso Decreto per gli Enti inadempienti: la riduzione del 30% della retribuzione di risultato al Dirigente e alla struttura competente oltre alla responsabilità penale, civile e contabile in capo al Dirigente competente, nonché alla rilevanza ai fini della valutazione della performance prevista dall’art. 12 del “Codice dell’Amministrazione digitale”.

di Cesare Ciabatti