“PagoPA”: gli Enti pubblici potranno riscuotere le fatture, dal 28 febbraio 2021, anche tramite un normale bonifico bancario?

Il testo del quesito:

Presto la possibilità di utilizzo di ‘PagoPA’ diventerà obbligatoria, ma abbiamo letto che per superare le obiezioni sollevate dall’Antitrust non sarà obbligatorio permettere i pagamenti con il solo Sistema ‘PagoPA’. Risulta anche a lei questa possibilità, ossia questa facoltà per l’Ente ? Gli Enti della Pubblica Amministrazione potranno riscuotere le fatture, dal 28 febbraio 2021, anche tramite un normale bonifico bancario da parte del cliente ?”.

La risposta dei ns. esperti.

Per chiarire il requisito devono essere definiti almeno 3 aspetti del Sistema PagoPA: l’ambito soggettivo, l’ambito oggettivo e la finalità del modello di pagamento in questione, richiesto dall’art. 5 del “Cad”.

Partiamo da quest’ultimo. “PagoPA” non è uno strumento di pagamento ma una modalità di colloquio tra prestatore del servizio di pagamento e l’Ente basata su procedure e file strutturati xml standardizzati al fine di garantire l’interoperabilità tra applicativi utile a generare processi automatizzati di rendicontazione e riconciliazione delle entrate dell’ente. Per sua natura “PagoPA” è neutrale rispetto allo strumento di pagamento avendo al suo interno aderito ad oggi 379 prestatori di servizi di pagamento che possono essere liberamente scelti dal debitore per pagare l’Ente nei diversi canali analogici ed elettronici previsti dagli stessi.

Rispetto all’ambito soggettivo, l’art. 5 del “Cad” stabilisce l’obbligo di utilizzo di “PagoPA” solo per le Pubbliche Amministrazioni di cui all’art 1, comma 2, del Dlgs n. 165/2001 e le Società a controllo pubblico (“Decreto Madia”: Legge-delega n. 124/2015 e Dlgs. n. 175/2016), lasciando piena facoltà per cittadini e Imprese di scegliere di utilizzarlo o meno.

Rispetto all’ambito oggettivo, le regole tecniche riconducono tutti i pagamenti ad eccezione:

  1. delega unica “F24”, nei casi in cui è obbligatorio (art. 17 del Dlgs. n. 241/1997);
  2. Sepa Direct Debit (“Sdd”) – (ex Rid) – fino alla sua integrazione in “PagoPA”;
  3. eventuali altri servizi di pagamento non ancora integrati e che non risultino sostituibili con quelli erogati in “PagoPA” per previsione di legge;
  4. pagamenti per cassa.

Inoltre, il Sistema mette a disposizione anche un’interfaccia Wisp mediante la quale l’utente sceglie la modalità di pagamento confrontando costi di commissioni applicati dai diversi “Psp”. La segnalazione dell’Antitrust richiamato nell’articolo del quesito infatti non critica tanto la libertà del cittadino di scegliere la modalità di pagamento per pagare i suoi debiti nei confronti della P.A. mediante “PagoPA”, ma piuttosto l’incertezza normativa generata dal susseguirsi di modifiche applicative dovute in parte alla mancata maturità del sistema, nonché la possibilità di utilizzare il “Sdd”, che come specificato dalle regole tecniche è esonerato da “PagoPA” almeno fino alla sua integrazione.

di Cesare Ciabatti