by Redazione | 18/09/2018 19:50
Nella Sentenza n. 20409 del 1° agosto 2018 della Corte di Cassazione, la questione controversa in esame riguarda la notificazione dell’appello, nel Processo tributario, a mezzo del “servizio postale”. I Giudici di legittimità affermano che il termine di 30 giorni per la costituzione in giudizio del ricorrente o dell’appellante che si avvalga per la notificazione del “servizio postale universale”, decorre non dalla data della spedizione diretta del ricorso a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento ma dal giorno della ricezione del plico da parte del destinatario (o dall’evento che la legge considera equipollente alla ricezione).
Inoltre, la Suprema Corte chiarisce che non costituisce motivo d’inammissibilità del ricorso o dell’appello, che sia stato notificato direttamente a mezzo del “servizio postale universale”, il fatto che il ricorrente o l’appellante, al momento della costituzione entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della raccomandata da parte del destinatario, depositi l’avviso di ricevimento del plico e non la ricevuta di spedizione, purché nell’avviso di ricevimento medesimo la data di spedizione sia asseverata dall’ufficio postale con stampigliatura meccanografica ovvero con proprio timbro datario. Solo in tal caso, essendo l’avviso di ricevimento idoneo ad assolvere la medesima funzione probatoria che la legge assegna alla ricevuta di spedizione, laddove, in mancanza, la non idoneità della mera scritturazione manuale o comunemente dattilografica della data di spedizione sull’avviso di ricevimento può essere superata, ai fini della tempestività della notifica del ricorso o dell’appello, unicamente se la ricezione del plico sia certificata dall’Agente postale come avvenuta entro il termine di decadenza per l’impugnazione dell’atto o della Sentenza.
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