Risarcimento danni subiti da società partecipata per condotte illecite proprio dipendente: giurisdizione è del G.O.

Sussiste la giurisdizione del g.o. in ordine all’azione diretta al risarcimento dei danni subiti da una società a partecipazione pubblica per le condotte illecite di un proprio dipendente, non trattandosi di una società in house.

Corte dei conti, sez. giurisd. per la Regione Toscana, 2/10/2018 n. 230

Sentenza

n. 230/201816

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE DEI CONTI

SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE TOSCANA

ha emesso la seguente:

SENTENZA

nel giudizio di responsabilità iscritto al n. 60883 del registro di Segreteria, promosso dalla Procura Regionale ed instaurato con atto di citazione depositato in segreteria in data 15.9.2017 nei confronti della sig.ra OMISSIS A., nata a Palermo il 25.11.1951, residente in Pistoia, via Martin Luther King 89, c.f. PLZNTN51S65G273R, rappresentata e difesa dall’avv. Marco Baldassarri, presso il cui studio è elettivamente domiciliata in Firenze, viale Volta 101.

VISTO l’atto di citazione e i documenti tutti del giudizio;

ESAMINATI gli atti e i documenti di causa;

UDITI nella pubblica udienza del 12 settembre 2018 con l’assistenza del Segretario Carmina Carlini, il consigliere relatore Pia Manni, il rappresentante del Pubblico Ministero nella persona del Vice Procuratore Generale Stefano Castiglione e l’avv. Marco Baldassarri per la convenuta,

ritenuto in

FATTO

Con atto di citazione depositato in data 15.9.2017, ritualmente notificato il 25 ottobre 2017, preceduto dalla notifica dell’invito a dedurre ai sensi dell’art. 67 CGC, il Procuratore Regionale ha convenuto in giudizio la sig.ra omissis A, farmacista in servizio presso la Farmacia Comunale n. 7 di Larciano, struttura facente parte, insieme ad altre, della FAR.COM spa.

Espone la Procura che la omissis, nella sua predetta qualità, in concorso con il marito, tale Omissis, si era resa responsabile dei reati di cui agli artt. 314 e 640 c.p. ai danni della predetta farmacia. In particolare, la omissis, nel periodo febbraio-dicembre 2013, si era impossessata di piccole somme di denaro e di prodotti farmaceutici che venivano poi venduti presso la parafarmacia di cui era titolare il coniuge. Dalle intercettazioni disposte nel corso delle indagini emergeva, inoltre, che la convenuta aveva attestato falsamente uno stato di malattia per giustificare un periodo di assenza dal servizio.

Per tali fatti la omissis ed il coniuge erano stati condannati dal GIP presso il Tribunale di Pisa, con sentenza emessa ai sensi degli artt. 444 e 447 c.p.p., divenuta irrevocabile il 24.2.2015, alla pena rispettivamente di anni due e mesi due di reclusione la omissis e di anni uno e mesi otto di reclusione il coniuge.

In conseguenza la Procura ha chiesto la condanna della convenuta al risarcimento dei danni quantificati nella somma complessiva di € 16.424,16 di cui € 6.424,16 per danno patrimoniale e € 10.000,00 per danno all’immagine a favore del Comune di Larciano oltre a rivalutazione monetaria, interessi legali e spese di giudizio in favore dello Stato.


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