Governo, venerdì messaggio di Mattarella ai partiti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto la giornata di domani per un importante annuncio sullo stallo politico. Non dev’essere un caso: il 4 maggio segnerà due mesi esatti dal voto dello scorso 4 marzo. Chi sta vicino al Capo dello Stato sottolinea che la situazione non si è cristallizzata e che bisogna aspettare ancora 24 ore affinché le cose diventino più chiare.

Oggi si terrà la tanto attesa direzione del Partito Democratico, un appuntamento che si annuncia caldissimo dopo l’ultimo intervento dell’ex segretario Matteo Renzi che di fatto ha praticamente fatto saltare ogni possibile accordo di Governo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Al momento il Quirinale le ha provate tutte, guardando prima al centrodestra, poi al centrosinistra e tenendo i pentastellati sempre al centro. Nessuna di queste combinazioni, finora, si è rivelata percorribile.

Con la chiusura di Renzi al M5S, c’è chi è arrivato a immaginare un improbabile governo di centrodestra che resti in piedi grazie al sostegno di un pezzo del Partito Democratico. Lo stesso Luigi Di Maio, intervenendo a Porta a Porta, ha adombrato questa possibilità: “Se l’obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito”. Uno scenario del genere, che potrebbe convincere Mattarellasoltanto se suffragato da solidi numeri in Parlamento, al momento sembra un’ipotesi irrealizzabile.

Di conseguenza, il 4 maggio il Capo dello Stato lancerebbe un messaggio per riepilogare il percorso compiuto finora, senza risultati positivi, e quindi un appello alla responsabilità: davanti alla possibilità di tornare alle urne, che potrebbero riproporre lo stesso stallo, ci sarebbe comunque un enorme macigno, la legge di Bilancio, necessaria almeno per evitare l’automatico aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia.

Al momento sembra probabile che venga previsto un nuovo giro di consultazioni, che Mattarella potrebbe condurre in prima persona già venerdì. Confrontandosi con le forze politiche, il Presidente potrebbe tentare di raccogliere il massimo consenso parlamentare su un nome terzo che possa andare bene a tutti per arrivare sino alla sessione di bilancio, e magari anche per lavorare su una nuova legge elettorale.

Nel caso in cui tutti i partiti continuassero con i veti incrociati anche su questo nome, l’attuale premier Paolo Gentiloni potrebbe rimanere in carica fino a ottobre (non oltre), proprio per sbrigare lo spinoso dossier economico.

Alta tensione nel PD nel giorno della direzione

La tensione all’interno del Partito Democratico è alle stelle. Tra documenti e contro documenti, i Dem provano a ricucire a poche ore dalla Direzione nazionale in clima di sfiducia reciproca. Matteo Renzidice di voler evitare lo strappo e Dario Franceschini chiede, come premessa per l’unità, che la Direzione rinnovi la fiducia a Maurizio Martina fino all’assemblea o al congresso.

Ad accendere la miccia è l’appello in tre punti promosso da Lorenzo Guerini in cui si chiede di non fare conte nella Direzione, di non votare la fiducia a un esecutivo guidato da Salvini o Di Maio e di impegnarsi per un governo di tutti per riscrivere le regole istituzionali. Il documento è sottoscritto da 121 membri della Direzione (tra questi 78 deputati e 39 senatori), ben oltre la maggioranza dei componenti che in tutto sono 209.

Una “conta per non fare la conta” commenta sarcastico Andrea Orlando. Ormai il fuoco incrociato è partito, complice anche la polemica sul sito senzadime.it in cui compare l’elenco dei Dem a favore e contro l’intesa con i Cinquestelle. Tra i firmatari del documento di Lorenzo Guerini ci sono i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci, i ministri Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan. Appone la firma anche Matteo Renzi.

“Serve unità nella chiarezza”, è la linea dell’area vicina a Maurizio Martina. Intanto la Direzione, a detta dei non renziani, ha cambiato ordine del giorno: non più decidere se sedersi a un tavolo per un confronto con il M5S, ma chi dirigerà il partito fino all’assemblea nazionale. E se Renzi sembra essere blindato per quanto riguarda numeri, Andrea Orlando, Dario Franceschini, Gianni Cuperlo e i martiniani chiedono “unità nella chiarezza”.

Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato

La Commissione Speciale per l’esame di Atti del Governo del Senato esaminerà gli schemi di decreto legislativo su lavoratori marittimi, distribuzione assicurativa, misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione, pacchetti turistici e servizi turistici collegati.

Esaminerà anche gli schemi di decreto legislativo sull’uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi, sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e quello sull’organizzazione degli Uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell’interno.

Infine esaminerà lo schema di decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa e si confronterà sul decreto legge Alitalia approvato dal Cdm la settimana scorsa.

Per quanto riguarda la Commissione Speciale della Camera, giovedì proseguirà l’esame del decreto legge per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità per la regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA). A seguire si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosfericie su quelli per la salvaguardia di diritti pensionistici complementari, per la revisione della disciplina in materia d’impresa sociale, sui lavoratori marittimi, sulla distribuzione assicurativa e su quello relativo ai pacchetti turistici.

Esaminerà inoltre il decreto per disciplinare il regime delle incompatibilità degli amministratori giudiziari e quello per la tutela del lavoro nell’ambito delle imprese sequestrate e confiscate. Si confronterà poi sul decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa.

 

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