Si apre una settimana decisiva per l’Italia. Le opposizioni incalzano il Governo

Cresce il numero delle persone che guariscono, diminuisce rispetto a ieri quello dei deceduti causa coronavirus: Governo e Protezione civile colgono nel bollettino di ieri timidi segnali di speranza, ma il coro all’interno dell’esecutivo è unanime: “Vietato abbassare la guardia”. Lo dice chiaramente il ministro della Salute Roberto Speranza: “Siamo ancora nel pieno dell’epidemia”, taglia corto avvertendo che non bisogna “vanificare i sacrifici seri” che abbiamo fatto. “Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate”, afferma anche il responsabile degli Affari regionali Francesco Boccia. La linea netta al momento non viene scalfita neanche dagli inviti di Matteo Renzi a riconsiderare il lockdown ed è lo stesso premier Giuseppe Conte a non volere tentennamenti: “Serve il massimo rigore nel rispettare le misure. Queste sono settimane decisive. È necessario il senso di responsabilità da parte di tutti”. Nei prossimi giorni il presidente del Consiglio si confronterà con il Comitato scientifico per valutare il da farsi ma è chiaro che non occorre per ora farsi illusioni. 

“Penso – dice Boccia – che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta. La ripresa sarà graduale ma non è ancora stato studiato un percorso. Per quanto riguarda l’attività delle fabbriche si aspetterà l’istruttoria degli esperti, l’auspicio è che i risultati della stretta comincino a farsi vedere e che la curva dei contagi si abbassi”. Nel frattempo Conte sta lavorando su un doppio fronte: questa è una settimana decisiva anche per capire come l’Europa intenderà muoversi in reazione all’emergenza sanitaria ed economica. Sabato c’è stato il chiarimento con la presidente della Commissione Von der Leyen, ma il tentativo di allargare il plotone dei Paesi favorevoli agli Eurobond si scontra con l’ostracismo di Berlino. E poi c’è il lavoro sul decreto aprile che, questo l’obiettivo del Governo, dovrà stanziare una cifra ben superiore ai 25 miliardi previsti per il Cura Italia. Questa sera o domani mattina ci dovrebbe essere l’incontro tra il premier e i leader dell’opposizione per far avanzare i lavori della cabina di regia sui prossimi provvedimenti. 

Matteo SalviniGiorgia Meloni e Antonio Tajani chiedono al Governo di fare molto di più e non sono affatto soddisfatti della mano tesa ai Comuni sull’emergenza alimentare. La Lega parla di elemosina, Fratelli d’Italia richiama il gioco delle tre carte e anche FI considera i 400 milioni per i buoni spesa assolutamente insufficienti. Ma sono soprattutto i sindaci lombardi della Lega e alcuni governatori, come l’azzurra Jole Santelli in Calabria, ad attaccare: “I 4 miliardi e 300 milioni annunciati non sono i soldi che lo Stato dà ai Comuni, ma l’anticipo di quello che lo Stato deve già ai Comuni”. Scettica anche Italia viva che, oltre a ricordare che la cifra vera è quella dei 400 milioni, chiede una cabina di regia nazionale e invita il Governo a non scaricare le responsabilità sugli Enti locali. Nel Governo si considera strumentale l’attacco del centrodestra. “Ogni polemica politica appare fuori luogo”, taglia corto il capo del Mef mentre i comuni attendono di capire come verrà gestita l’erogazione dei fondi. 

Per quanto riguarda l’emergenza sanitaria da segnalare anche l’aiuto arrivato dall’Albania (30 medici e infermieri): “L’Italia è casa nostra” dice il Presidente Edi Rama, meritandosi il plauso del premier Giuseppe Conte, di Matteo Renzi e di tutta la maggioranza rosso-gialla ma anche del segretario della Lega Matteo Salvini

In Parlamento

Nell’arco di questa settimana l’assemblea del Senato tornerà a riunirsi mercoledì alle 9.30 per l’informativa del Ministro della salute sulle iniziative di competenza del Minsal per fronteggiare l’emergenza epidemiologica del COVID-19. Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio, dopo che venerdì è scaduto il temine per la presentazione degli emendamenti, proseguirà l’esame del decreto legge per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale e il sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, il cosiddetto decreto Cura Italia. Le restanti Commissioni non si riuniranno.

L’Assemblea della Camera alle 15.00 di oggi ascolterà le comunicazioni del Presidente Roberto Fico. A seguire si confronterà sul decreto per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente. Mercoledì alle 17.00 ascolterà l’informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della Salute Roberto Speranza, sulle iniziative di competenza del Ministero della Salute per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Come di consueto, mercoledì alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata mentre giovedì alle 14.00 discuterà le interpellanze urgenti. Per quanto riguarda le Commissioni, la Cultura esaminerà il decreto per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali a Milano-Cortina nel 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025. La Affari Sociali esaminerà il decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 approvato dal Consiglio dei ministri la settimana scorsa.  

Gentiloni richiama all’unità europea: da solo non si salva nessuno

“Dobbiamo partire dalla consapevolezza che non siamo di fronte a una replica della crisi finanziaria di dieci anni fa. Il mondo dopo questa pandemia sarà diverso, certamente con una maggiore presenza pubblica nell’economia e più attenzione alla protezione del lavoro e della salute”. Lo ha detto Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’economia, in un’intervista alla Stampa. L’ex premier pensa a “un piano di rinascita europea. Serve per salvarsi subito, non in futuro. E deve essere corale: perché nessuno si salverà da solo”. Quanto agli strumenti, “la Commissione Ue non può iscriversi al partito dell’helicopter money. Le nostre priorità sono le garanzie alle imprese, il contributo a sostenere i posti di lavoro, con strumenti come la cassa integrazione che tengano i lavoratori legati alle aziende, il coordinamento della gestione dei confini per salvaguardare i flussi di merci e di prodotti sanitari”. 

“Senza il nostro intervento e quello della Bce – ha sostenuto l’ex premier italiano – la situazione sarebbe molto più grave. Per contro, le divisioni fra i Paesi sono evidenti e capisco che ci sia la tendenza a dire che queste, coi ritardi che producono, sono colpa dell’Europa. Faremo un passo avanti con questa discussione, che dura da dieci anni, se la impostiamo per perseguire obiettivi comuni. Non ha futuro l’idea di un piano di rinascita privo di obiettivi comuni, ognuno per sé. Senza unione non ci sarà rinascita neanche per i più forti”. L’Italia, e non è sola, chiede gli eurobond; visto che non passano, quali le possibili soluzioni in vista del vertice Ue? “Si va, in teoria, da un bilancio più forte per l’Unione a un utilizzo del Mes, o di altre istituzioni europee, per collocare bond e finanziare i progetti necessari. Si potrebbe potenziare la Bei, altro strumento comune di cui disponiamo. L’importante e che tutto sia a condizioni diverse dal passato, perché questa non è la crisi finanziaria del 2008”. Il Consiglio Ue è diviso sulla solidarietà, “le posizioni – ha riconosciuto Gentiloni – sono divaricate. Per costruire un consenso, credo ci sia solo un metodo: riferire la discussione non a quello che abbiamo alle nostre spalle, ma a ciò che abbiamo di fronte. Non alle divisioni del passato, ma agli obiettivi per l’oggi e il nostro futuro. La consapevolezza che siamo di fronte a una sfida comune è cresciuta. Purtroppo, sarà l’evidenza della gravità della situazione a spingere a cercare vie condivise. Il rischio di giocarci il progetto europeo in questa crisi è troppo alto. Sono certo che tutti, senza eccezioni, ne siano consapevoli”. 

Berlusconi si vede all’opposizione e strizza l’occhio a Draghi

Torna a parlare, con un’intervista a RepubblicaSilvio Berlusconi. Secondo l’ex premier “Siamo e rimarremo all’opposizione del governo Conte, verso il quale non posso che ribadire le critiche che abbiamo mosso fin dal giorno del suo insediamento. Non credo però che questa discussione sia attuale mentre tante famiglie piangono i loro morti e medici e infermieri rischiano la vita. Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere”. Sull’ipotesi di un esecutivo guidato da Mario Draghi, Berlusconi sottolinea che “sono stato io a volere Draghi prima alla guida della Banca d’Italia e poi della Bce, pur contro il parere della Germania, perché sapevo che avrebbe agito responsabilmente, con rigore ma anche con flessibilità, usando tutti gli strumenti necessari per contrastare le situazioni di crisi. Sono convinto che anche ora la sua competenza e la sua autorevolezza sarebbero molto utili per attenuare gli effetti minacciosi della recessione e far ripartire l’Italia”. Poi Berlusconi ammette che “proprio per aver governato molti anni, non mi sfuggono le difficoltà in un momento così drammatico. Proprio per questo, al suo posto avrei fatto appello in modo esplicito, in Parlamento, all’opposizione e ai suoi componenti più esperti per collaborare nell’ emergenza. Collaborare non significa venire informati delle decisioni prese, significa lavorare insieme per costruire delle decisioni migliori”. 

Nomos

A cura di Nomos Centro Studi parlamentari

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