Lotta agli sprechi e tutela dell’interesse pubblico: con questo duplice obiettivo l’Anac ha avviato una nuova e articolata azione di vigilanza su Opere pubbliche bloccate o in ritardo. L’intervento, delineato nella Direttiva programmatica 2025 approvata dall’Autorità, mira a contrastare inefficienze e criticità che rallentano o compromettono l’esecuzione dei lavori affidati.
Lo si apprende da una Notizia pubblicata in data 15 aprile 2025 sul sito istituzionale.
“Vogliamo ridurre i tempi di realizzazione delle Opere e garantire un uso efficace delle risorse pubbliche”, ha dichiarato il Presidente Anac, Giuseppe Busìa, sottolineando l’urgenza di intervenire laddove le Amministrazioni, pur aggiudicando correttamente le Gare, non vigilano sull’andamento dei cantieri.
Gli ambiti sotto la lente dell’Anac
Nel mirino dell’Autorità:
- Dighe, Opere idrauliche e Interventi contro il dissesto idrogeologico: Settori dove si registrano gravi ritardi esecutivi.
- Smaltimento rifiuti e Edilizia residenziale pubblica: aree strategiche in cui l’inazione o la scarsa verifica compromettono l’efficacia degli Interventi.
- Grandi Opere: dove si evidenziano anomalie nella gestione esecutiva e un aumento dei contenziosi.
Un’attenzione specifica è rivolta anche agli affidamenti in somma urgenza, spesso utilizzati impropriamente, e alla gestione dei contratti finanziati con il “Pnrr”, con controlli mirati per prevenire frodi e irregolarità.
Controlli più serrati su servizi e forniture
Oltre ai lavori, l’azione Anac tocca anche i Contratti di Servizi e forniture, con particolare attenzione a:
- ristorazione, pulizia, sanificazione;
- facility management;
- trasporto scolastico e assistenza sociosanitaria.
In questi ambiti è frequente una mancanza di controlli sull’esecuzione contrattuale, con rischi per la qualità dei Servizi erogati. Sotto esame anche le proroghe tecniche improprie e i casi di “lock-in contrattuale” legati all’assenza di programmazione per manutenzioni e aggiornamenti.
Focus su concessioni, partenariati e digitalizzazione
Tre ulteriori fronti su cui si concentrerà la vigilanza:
- Concessioni autostradali e Servizi It in concessione alle P.A., per verificare correttezza di tariffe, modalità e tempi di servizio.
- “Partenariato pubblico-privato”, con controlli su contratti di efficientamento energetico e Servizi It in tutte le aree geografiche.
- Affidamenti tramite Centrali di committenza e Soggetti aggregatori, dove Anac verificherà la coerenza tra pianificazione e reale fabbisogno delle Stazioni appaltanti.
Occhi puntati sul “Pnrr”
Con l’adozione di un approccio basato sul rischio, Anac selezionerà i contratti da monitorare nel “Pnrr”, privilegiando:
- Opere a rilevante impatto pubblico o sociale;
- Settori a rischio di frodi o storicamente soggetti a irregolarità.
Uno strumento chiave sarà il Sistema “ReGiS”, utilizzato per incrociare dati e individuare gli Interventi più strategici.
Rafforzare la digitalizzazione degli Appalti
Infine, particolare attenzione sarà data all’effettivo utilizzo da parte delle Stazioni appaltanti delle “Piattaforme di approvvigionamento digitale” (“Pad”) certificate, come previsto dal nuovo “Codice dei Contratti pubblici” (Dlgs. n. 36/2023). L’obiettivo: migliorare la trasparenza, la tracciabilità e la qualità dei dati nei processi di acquisizione.