Il 18 febbraio 2021 il Regolamento che istituisce e disciplina il Dispositivo per la ripresa e la resilienza è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della UE (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT /HTML/?uri=CELEX:32021R0241&from=IT#d1e32-55-1).
Tutte le questioni e le date di cui si è discusso finora in proposito assumono un carattere ufficiale.
Andiamo di seguito ad analizzare il contenuto del citato Regolamento.
1. Il Regolamento
Come necessaria premessa a questo Approfondimento, in questa prima parte proponiamo un breve excursus del Regolamento, nei suoi tratti essenziali.
1.1 Ambito di applicazione (art. 3)
L’ambito di applicazione è rappresentato dalle aree di intervento di pertinenza europea, strutturate in 6 Pilastri:
- Transizione verde;
- Trasformazione digitale;
- Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda Coesione economica, Occupazione, Produttività, Competitività, Ricerca, Sviluppo e Innovazione, e un Mercato interno ben funzionante con Pmi forti;
- Coesione sociale e territoriale;
- Salute e Resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine fra l’altro di rafforzare la capacità di risposta alle crisi e la preparazione alle crisi; e
- Politiche per la prossima generazione, l’Infanzia e i Giovani, come l’Istruzione e le Competenze.
Da evidenziare il sesto pilastro, le Politiche per la prossima generazione, che in precedenti versioni non era stato così formalizzato.
1.2 Obiettivi generale e specifici (art. 4)
L’obiettivo generale è quello promuovere la Coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione, migliorando la resilienza, la preparazione alle crisi, la capacità di aggiustamento e il potenziale di crescita degli Stati membri, attenuando l’impatto sociale ed economico della crisi, in particolare sulle donne, contribuendo all’attuazione del Pilastro europeo dei Diritti sociali, sostenendo la Transizione verde, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi climatici dell’Unione per il 2030, nonché al raggiungimento dell’Obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050 e della Transizione digitale, contribuendo in tal modo alla Convergenza economica e sociale verso l’alto, a ripristinare e a promuovere la Crescita sostenibile e l’Integrazione delle Economie dell’Unione e ad incentivare la creazione di posti di lavoro di alta qualità, nonché contribuendo all’autonomia strategica dell’Unione unitamente a un’Economia aperta, e generando un valore aggiunto europeo.
1.3 Principi orizzontali (art. 5)
Il sostegno nell’ambito del Dispositivo non sostituisce, salvo in casi debitamente motivati, le spese di bilancio correnti a livello nazionale e rispetta il Principio dell’addizionalità del finanziamento dell’Unione di cui all’art. 9[1]. Il Dispositivo finanzia unicamente le misure che rispettano il Principio “non arrecare un danno significativo”, intendendo per danno significativo quello relativo all’obiettivo ambientale della UE.
Le risorse previste per gli interventi quindi devono andare a sommarsi quelle nazionali e non sostituirle.
1.4 Risorse dello strumento dell’Unione Europea per la ripresa (art. 6)
Le risorse sono rappresentate da:
- un importo fino a Euro 312.500.000.000, a prezzi del 2018, disponibile per il sostegno finanziario non rimborsabile;
- da un importo fino a Euro 360.000.000.000, a prezzi del 2018, disponibile per il sostegno sotto forma di prestito agli Stati membri.
1.5 Misure per collegare il dispositivo a una sana governance economica (art. 10)
Secondo procedure che investono i vari Organi della UE (in particolare, Commissione e Consiglio), uno Stato, in casi specifici che hanno a che fare con una non sana governance economica, può vedersi sospesi totalmente o parzialmente i pagamenti, se non addirittura gli impegni (sia pure entro certi limiti, il 25% degli impegni o lo 0,25 % del Pil nominale, che possono essere superati in caso di inadempimento persistente alle misure correttive).
1.6 Contributi finanziari (artt. 11-13)
Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato è calcolato per il 70% sulla base della popolazione, dell’inverso del Pil pro-capite e del relativo Tasso di disoccupazione di ciascuno Stato membro, e per il 30% sulla base della popolazione, dell’inverso del Pil pro-capite e, in pari proporzioni, della variazione del Pil reale nel 2020 e della variazione aggregata del Pil reale per il periodo 2020-2021 (considerando le Previsioni di autunno 2020 della Commissione). Il calcolo del contributo finanziario massimo è aggiornato entro il 30 giugno 2022 per ciascuno Stato membro sostituendo i dati delle Previsioni economiche di autunno 2020 della Commissione con i risultati effettivi relativi alla variazione del Pil reale per il 2020 e alla variazione aggregata del Pil reale per il periodo 2020-2021.
Fino al 31 dicembre 2022, la Commissione mette a disposizione per assegnazione il 70% dell’importo delle sovvenzioni; dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 mette a disposizione l’altro 30%.
Entro il 31 dicembre 2021, una volta approvata da parte del Consiglio la decisione sul “Piano di ripresa e resilienza” presentato dal singolo Stato, su richiesta dello Stato stesso, unitamente al proprio “Piano per la ripresa e la resilienza”, la Commissione versa un prefinanziamento per un importo fino al 13% del contributo finanziario e, se del caso, fino al 13% del prestito.
Il contributo finanziario massimo per i singoli Stati e rappresentato nell’Allegato IV che di seguito si riporta.



1.1 I prestiti (artt. 14-15)
Fino al 31 dicembre 2023, su richiesta di uno Stato membro, la Commissione può concedere allo Stato membro interessato un prestito per l’attuazione del “Piano per la ripresa e la resilienza”.
Lo Stato lo può chiedere contestualmente alla presentazione di un “Piano per la ripresa e la resilienza” o anche in un momento diverso sempre fino al 31 agosto 2023; in quest’ultimo caso la richiesta dovrà esser corredata di un “Piano per la ripresa e la resilienza” rivisto, comprendente Traguardi e Obiettivi supplementari.
Lo Stato deve illustrare i motivi della richiesta di sostegno sotto forma di prestito, giustificati da fabbisogni finanziari più elevati connessi a riforme e investimenti supplementari, la descrizione delle riforme e degli investimenti supplementari, spiegando dunque il costo più elevato del “Piano per la ripresa e la resilienza” in questione rispetto all’importo dei contributi finanziari assegnati e in funzione delle iniziative ulteriori.
L’importo massimo del sostegno sotto forma di prestito per ogni Stato membro non può superare il 6,8% del suo Reddito nazionale lordo nel 2019 a prezzi correnti.
Il prestito è erogato a rate, subordinatamente al rispetto dei Traguardi e degli Obiettivi supplementari, e, comunque, la sua concessione è condizionata da una valutazione preventiva sulla motivazione della richiesta di sostegno sotto forma di prestito e sull’importo, se siano ritenuti ragionevoli e plausibili in relazione alle riforme e agli investimenti supplementari.
1.2 “Piani per la ripresa e la resilienza” (artt. 17-21)
Lo Stato membro che desidera ricevere un contributo finanziario presenta alla Commissione un “Piano per la ripresa e la resilienza”.
Con riferimento ai Pilastri dell’art. 3 e perseguendo gli Obiettivi dell’art. 4, gli Stati membri elaborano “Piani nazionali per la ripresa e la resilienza” che comprendono il Programma di riforme e investimenti e le relative misure per la loro attuazione, strutturati in un pacchetto completo e coerente che può anche includere regimi pubblici finalizzati ad incentivare gli investimenti privati.
I “Piani per la ripresa e la resilienza” sono coerenti con le sfide e le priorità specifiche per Paese individuate nell’ambito del Semestre europeo, con le sfide e le priorità individuate nell’ultima Raccomandazione del Consiglio sulla Politica economica della “Zona Euro” per gli Stati membri, e sono coerenti con le informazioni incluse dagli Stati membri nei “Programmi nazionali di riforma”, nei “Piani nazionali per l’Energia e il Clima”, e nei “Piani territoriali per una transizione giusta” (Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il “Fondo per una transizione giusta”), nei “Piani di attuazione della garanzia per i Giovani”.
I “Piani per la ripresa e la resilienza” rispettano i Principi orizzontali di cui all’art. 5, tra i quali l’addizionalità dei finanziamenti europei.
Il “Piano per la ripresa e la resilienza” può essere trasmesso in un unico Documento integrato insieme al “Programma nazionale di riforma”, e la scadenza dell’invio ufficiale è il prossimo il 30 aprile 2021.
Il “Piano per la ripresa e la resilienza” dev’essere debitamente motivato e giustificato, e presentare, tra gli altri, i seguenti elementi:
- una spiegazione del modo in cui, considerate le misure in esso contenute, il “Piano per la ripresa e la resilienza” rappresenta una risposta completa e adeguatamente equilibrata alla situazione socio-economica dello Stato membro e contribuisce pertanto in modo appropriato a tutti i Pilastri di cui all’art. 3;
- una spiegazione del modo in cui il “Piano” contribuisce ad affrontare in modo efficace tutte o un sottoinsieme significativo delle sfide, individuate nelle pertinenti Raccomandazioni specifiche per Paese;
- una spiegazione dettagliata del modo in cui il “Piano” rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica, sociale e istituzionale dello Stato membro interessato, anche attraverso la promozione di Politiche per l’Infanzia e la Gioventù e migliora la Coesione economica, sociale e territoriale e la Convergenza all’interno dell’Unione;
- una spiegazione del modo in cui il “Piano” garantisce che nessuna misura per l’attuazione delle riforme e degli investimenti in esso inclusi arrechi un danno significativo agli Obiettivi ambientali;
- una spiegazione qualitativa del modo in cui le misure previste dal “Piano” sono in grado di contribuire alla Transizione verde, compresa la Biodiversità, o ad affrontare le sfide che ne conseguono, e che indichi se tali misure rappresentano almeno il 37 % della sua dotazione totale;
- una illustrazione del modo in cui le misure del “Piano” dovrebbero contribuire alla Transizione digitale o ad affrontare le sfide che ne conseguono e che indichi se tali misure rappresentano un importo pari ad almeno il 20 % della sua dotazione totale;
- i Traguardi e gli Obiettivi previsti e un calendario indicativo dell’attuazione delle riforme, nonché degli investimenti da completare entro il 31 agosto 2026;
- i Progetti di investimento previsti e il relativo periodo di investimento;
- la stima dei costi totali delle riforme e degli investimenti oggetto del “Piano per la ripresa e la resilienza” presentato, fondata su una motivazione adeguata e su una spiegazione di come tale costo del “Piano” sia in linea con il Principio dell’efficienza, commisurandolo anche all’impatto economico e sociale nazionale atteso;
- se del caso, informazioni su finanziamenti dell’Unione esistenti o previsti;
- una spiegazione del modo in cui le misure del “Piano” dovrebbero contribuire alla Parità di genere e alle Pari opportunità per tutti;
- le modalità per il monitoraggio e l’attuazione efficaci del “Piano” da parte dello Stato membro interessato, compresi i Traguardi e gli Obiettivi proposti e i relativi Indicatori;
- per la preparazione e, ove disponibile, l’attuazione del “Piano”, una sintesi del processo di consultazione, condotto conformemente al Quadro giuridico nazionale, delle Autorità locali e regionali, delle Parti sociali, delle Organizzazioni della società civile, delle Organizzazioni giovanili e di altri portatori di interessi e il modo in cui questo tiene conto dei contributi dei portatori di interessi;
- una illustrazione riguardo al sistema predisposto dallo Stato membro per prevenire, individuare e correggere la corruzione;
- se del caso, la richiesta di sostegno sotto forma di prestito e i Traguardi supplementari.
Gli Stati membri sono incoraggiati a promuovere sinergie con i “Piano per la ripresa e la resilienza” di altri Stati membri.
La Commissione valuta il “Piano per la ripresa e la resilienza” o il suo aggiornamento entro 2 mesi dalla presentazione ufficiale e formula una Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio. Nella valutazione la Commissione agisce in stretta collaborazione con lo Stato membro interessato.
La Commissione valuta la pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza del “Piano per la ripresa e la resilienza” e, a tal fine, tiene conto degli elementi sopra elencati che il “Piano” deve contenere.
Quando la Commissione valuti positivamente il “Piano per la ripresa e la resilienza”, la Proposta della Commissione di decisione di esecuzione del Consiglio stabilisce le riforme e i Progetti di investimento che dovranno essere attuati dallo Stato membro, compresi i Traguardi e gli Obiettivi e i contributi finanziari calcolati.
Se lo Stato membro interessato richiede un sostegno sotto forma di prestito, la Proposta della Commissione di decisione di esecuzione del Consiglio stabilisce anche l’importo del prestito e le riforme e i Progetti di investimento supplementari che lo Stato membro deve attuare, compresi i Traguardi e gli Obiettivi supplementari.
Il contributo finanziario è determinato in base ai costi totali stimati del “Piano per la ripresa e la resilienza” proposto.
La Proposta della Commissione stabilisce, tra l’altro, anche il periodo, non oltre il 31 agosto 2026, entro cui devono essere raggiunti i Traguardi e gli Obiettivi, sia per i Progetti di investimento che per le riforme, le modalità e il calendario per il monitoraggio e l’attuazione del “Piano”, gli Indicatori pertinenti relativi al conseguimento dei Traguardi e degli Obiettivi previsti.
Il Consiglio adotta le Decisioni di esecuzione entro 4 settimane dall’adozione della Proposta della Commissione.
Se il “Piano per la ripresa e la resilienza”, compresi i pertinenti Traguardi e Obiettivi, non può più essere realizzato, in tutto o in parte, dallo Stato membro interessato, a causa di circostanze oggettive, lo Stato può presentare alla Commissione una richiesta motivata affinché presenti una Proposta intesa a modificare o sostituire le Decisioni di esecuzione del Consiglio, proponendo un “Piano per la ripresa e la resilienza” modificato o un nuovo “Piano”.
1.3 La sospensione e la risoluzione degli Accordi riguardanti i contributi finanziari e i prestiti (art. 24)
I pagamenti dei contributi finanziari e dei prestiti sono effettuati entro il 31 dicembre 2026.
A seguito del raggiungimento dei Traguardi e degli Obiettivi concordati, lo Stato membro può presentare una richiesta motivata per il pagamento (fino a 2 volte l’anno).
Se la Commissione accerta che i Traguardi e gli Obiettivi indicati non sono stati conseguiti in misura soddisfacente, il pagamento della totalità o di parte del contributo finanziario e, ove applicabile, del prestito, è sospeso.
Lo Stato membro interessato può presentare le proprie osservazioni entro un mese.
La sospensione è revocata solamente quando lo Stato membro interessato ha adottato le misure necessarie per garantire un conseguimento soddisfacente dei Traguardi e degli Obiettivi.
Se lo Stato membro interessato non ha adottato le misure necessarie entro un periodo di 6 mesi dalla sospensione, la Commissione riduce proporzionalmente l’importo del contributo finanziario e, ove applicabile, del prestito dopo aver dato allo Stato membro interessato la possibilità di presentare le proprie osservazioni entro un termine di 2 mesi dalla comunicazione delle sue conclusioni.
Se, entro 18 mesi dalla data di adozione della Decisione di esecuzione del Consiglio, non sono stati compiuti progressi concreti da parte dello Stato membro interessato riguardo ai Traguardi e agli Obiettivi, la Commissione risolve gli Accordi e disimpegna l’importo del contributo finanziario.
2. Alcune brevi osservazioni
A parere di chi scrive, vi sono alcune cose da evidenziare come chiavi di lettura del “Piano per la ripresa e la resilienza” italiano, al di là dei contenuti che, si presuppone, ci debbano essere e debbano essere coerenti con quanto stabilisce il Regolamento (Pilastri, Raccomandazioni, Piano di riforme, …).
Il Regolamento chiarisce la concretezza e il dettaglio come caratteristiche proprie dei “Piani” e delle relative misure (definizione Obiettivi, Traguardi e loro monitoraggio).
Inoltre, evidenzia che i prestiti devono avere una motivazione specifica, ulteriore, sia pure all’interno del “Piano”, ma tenendo conto che possono comunque essere richiesti entro il 2023.
A fronte di una richiesta di prestito ci devono essere Obiettivi supplementari.
Il monitoraggio delle misure non è cosa su cui scherzare. In primo luogo perché è lo strumento per garantire l’efficacia del “Piano” secondo una logica “plan-do-check”, anche al fine dell’eventuale proposta di modifica, ma anche perché il ritardo nell’attuazione delle misure sottopone il Paese al rischio della sospensione dei pagamenti se non, in caso di inerzia, di disimpegno della Commissione. Tale rischio è ancor più da evidenziare, tenendo conto dei tempi a disposizione, stretti dopo tutto, e della capacità nostrana di dare concretezza a investimenti e riforme. Le riforme sono, in tal senso, parte essenziale per realizzare gli investimenti e taluni investimenti sono fondamentali per realizzare le riforme. Ma i tempi sono molto stretti e una vigilanza attiva sull’attuazione del “Piano” è parte essenziale dello stesso.
3. I “Piani” di alcuni Paesi europei
3.1 Premessa
Come visto, i Paesi hanno tempo fino al 30 aprile per presentare il loro “Piano per la ripresa e la resilienza”.
Quindi, le analisi che di seguito vengono proposte sono riferite a documenti che sono stati via via presentati. Si deve considerare che in tali documenti, come è il caso di “France Relance”, non tutte le misure sono finanziate con il contributo della UE.
3.2 I precedenti confronti
Un primo confronto è stato fatto dalla Fondazione ResPublica a metà di novembre 2020 sui seguenti “Piani”:
- “Piano per la ripresa e la resilienza”va (fino a 209 miliardi);
- “France Relance” (100 miliardi);
- “The German Fiscal Package” (fino a 130 miliardi);
- Plan de la Recuperacion, Trasformation e Resilienta” (fino a 140 miliardi);
- “UK Winter Economic Plan” (fino a 100 miliardi).
Una sintesi di questa analisi è rinvenibile al seguente link, nell’ambito della sintesi delle attività di ricerca della Fondazione stessa: http://www.fondazionerespublica.org/?p=2434. Un commento su questa ricerca è uscito anche sul Il Sole 24 Ore del 19 novembre 2020 con la Tabella di comparazione di seguito riportata.



Un’altra fonte molto interessante per fare confronti tra diversi “Piani” è il monitoraggio di Sky TG24 sugli aiuti europei (https://tg24.sky.it/economia/approfondimenti/recovery-fund), di cui di seguito si riportano alcuni Grafici relativamente alla ripartizione delle risorse per grandi temi:



1.1 Il confronto dai “Piani”
Di seguito si riportano, per i “Piani” italiano, spagnolo, francese e tedesco, una brevissima sintesi delle principali Aree di intervento e le Tavole relative ai costi per misura.
Si deve di nuovo sottolineare che le risorse comunitarie sono parte prevalente (quasi esclusiva) dei “Piani” italiano e spagnolo, ma non di quello francese.
- L’Italia
Il “Piano” presentato a gennaio 2021 dal Governo italiano al Parlamento (http://www.governo.it/sites/new. governo.it/files/PNRR_2021_0.pdf) è una prima bozza ufficiale del “Piano per la ripresa e la resilienza”.
Tre sono gli “Assi strategici”: Digitalizzazione e Innovazione, Transizione ecologica e Inclusione sociale.
Trasversalmente, perseguite in tutte le “Missioni” del “Piano”, ci sono poi 3 “Priorità trasversali”: l’Empowerment femminile e il Contrasto alle discriminazioni di genere, l’Accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei Giovani, il Riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno.
Il “Piano” si articola in 6 “Missioni”, che a loro volta raggruppano 16 “Componenti funzionali” a realizzare gli “Obiettivi economico-sociali”.
Le “Componenti” si articolano in 48 “Linee di intervento” per Progetti omogenei e coerenti. I singoli Progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli Interventi su quelli a maggiore impatto sull’Economia e sul Lavoro; sono stati classificati come “Progetti in essere” o come “nuovi Progetti”.
Per ogni “Missione” sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione.
Le 6 “Missioni” individuate sono:
- Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura;
- Rivoluzione verde e Transizione ecologica;
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- Istruzione e Ricerca;
- Inclusione e Coesione;
- Salute.
Di seguito la struttura del “Piano per la ripresa e la resilienza” per “Missioni” e “Componenti”, con le relative risorse finanziarie.

Il “Piano per la ripresa e la resilienza” conterebbe su oltre ai 196,5 miliardi tra sovvenzioni e prestiti previsti per l’Italia, che il Governo Conte dichiara, nel “Piano” stesso, di aver deciso di utilizzare integralmente, di un ulteriore apporto finanziario fornito, sempre nell’ambito di “Next Generation EU”, dai 13,5 miliardi di “React-EU” e dagli 0,5 miliardi del “Just Transition Fund”.
Nel “Piano” si afferma che, “secondo le Conclusioni del Consiglio europeo, l’insieme dei fondi europei compresi nel ‘Quadro finanziario pluriennale’ e nel ‘Next Generation EU’ mettono a disposizione dell’Italia un volume di circa 309 miliardi di Euro nel periodo 2021-2029”. Inoltre, ovviamente, ci sono i fondi nazionali, il “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione” (“FSC”).
È stato ritenuto opportuno promuovere un approccio integrato all’ utilizzo delle risorse finanziarie citate sulle 6 “Missioni” del “Piano”.
Il Governo Conte, nel “Piano per la ripresa e la resilienza” presentato, sostiene che “la scelta di impiegare una parte dei fondi del ‘Pnrr’ per il finanziamento di alcune Politiche e di singoli Progetti già in essere, coerentemente con le priorità europee di ‘NGEU’ ed in linea con i Regolamenti europei, diventa necessaria al fine di assicurare la compatibilità con gli obiettivi di sostenibilità finanziaria di medio-lungo periodo …. . Sulle nuove generazioni, infatti, non deve gravare l’onere di un eccessivo indebitamento. Secondo la logica di ‘NGEU’, i Giovani devono essere i principali beneficiari degli effetti e dei risultati attesi dalla realizzazione del ‘Piano’”.
Il primo 70% delle sovvenzioni del “Recovery” verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023, mentre il restante 30% sarà speso tra il 2023 e il 2025. I prestiti aumenteranno nel corso del tempo. Nei primi 3 anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi Progetti” sarà sostenuta da sovvenzioni e successivamente dai prestiti.
Il “Piano” si dice possa prevedere, in alcuni ambiti, l’utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un effetto leva sui fondi da parte di privati a supporto delle iniziative di investimento, così da consentire un volume di investimenti pubblico-privati superiore a quello che si avrebbe con il solo finanziamento pubblico.
Le risorse destinate agli Investimenti pubblici superano il 70%, con conseguente riduzione della quota di incentivi al 21%.
Le risorse complessivamente allocate nelle 6 “Missioni” del “Piano per la ripresa e la resilienza” sono pari a circa 210 miliardi. Di questi, 145,22 miliardi finanziano “nuovi Progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “Progetti in essere”. Sotto il profilo contabile, tutti i 68,9 miliardi di sovvenzioni sono assegnati per Interventi addizionali. Tra i prestiti, 53,5 miliardi sono destinati a Interventi addizionali, mentre i restanti 87,5 miliardi coprono sul piano finanziario l’indebitamento già scontato sui tendenziali di finanza pubblica. Tra questi, anche una quota di risorse anticipate del “FSC” (circa 20 miliardi) che, sotto il profilo della Policy, sono invece destinate a nuovi Progetti, in misura addizionale e vincolata nella destinazione territoriale (sostanzialmente, il Sud).
Le risorse, comprese quelle di bilancio, inquadrate nell’ambito delle 6 “Missioni”, sono rappresentate nella Tabella seguente e ammontano ad oltre 310 miliardi.

Il “Piano” italiano, tuttavia, sembra essere deficitario in termini di cronoprogrammi e target.
Come è noto, poi, manca del tutto la definizione della governance della Struttura che dovrà seguire l’attuazione e il monitoraggio del “Piano per la ripresa e la resilienza”, che abbiamo visto essere fondamentale. Di questo si sta occupando il Governo Draghi.
- La Spagna
Il “Piano” di ottobre 2020, intitolato “España Puede” (https://www.mineco.gob.es/stfls/mineco/comun/pdf /201015_des_recovery.pdf), prevedeva un significativo volume di Investimenti pubblici e privati finanziati da “Next Generation EU”, che consentiva alla Spagna di avere fino a 140 miliardi, di cui 72 in forma di sovvenzioni (59, che sono poi divenuti, 69, dal “Recovery and Resilience Facility”, e 12 da “React-EU”).
Il Governo spagnolo mirava a utilizzare i 72 miliardi di sovvenzioni nei primi 3 anni (2021-2023) per massimizzare il loro impatto per una rapida ricostruzione dell’Economia, e a usare successivamente i prestiti per integrare il finanziamento dei Progetti in corso. Inoltre, la Spagna utilizzerà più di 79 miliardi provenienti dai Fondi strutturali e dalla Politica agricola comune.
Il Governo spagnolo ha recentemente deciso di rinunciare ai prestiti del “Next Generation EU”, almeno fino al 2023, considerato che i tassi di interesse a cui si finanzia sul mercato sono competitivi.
Il “Piano” include investimenti pubblici fino a 140 miliardi nel periodo 2021-2026 ed è coerente con la politica di bilancio 2021-2023.
Il “Piano” di ottobre 2020 (molto generale; sembra però che sia stato presentato alla Commissione un’altra bozza a dicembre 2020) aveva i seguenti Principi-guida:
- una Spagna verde,
- una Spagna digitale,
- Spagna, un Paese senza disparità di genere,
- una Spagna coesa e inclusiva,
e 10 Strumenti di riforma strutturale per una crescita sostenibile e inclusiva, intitolati:
- Agenda urbana e rurale, lotta contro lo spopolamento rurale e sviluppo agricolo
- Infrastrutture ed ecosistemi resilienti
- Una transizione energetica giusta e inclusiva
- Un’Amministrazione per il XXI secolo
- Modernizzazione e Digitalizzazione del tessuto industriale e delle Pmi, ripresa del Settore turistico e promozione della Spagna come Nazione imprenditoriale
- Impegno per la scienza e l’innovazione e rafforzamento delle capacità del Sistema sanitario nazionale
- Istruzione e conoscenza, Apprendimento permanente e Sviluppo di capacità
- La nuova Economia assistenziale e le Politiche occupazionali
- Promozione dell’industria della Cultura e dello Sport
- Modernizzazione del Sistema fiscale per una crescita inclusiva e sostenibile.
La distribuzione percentuale delle risorse provenienti da “Next Generation EU” tra i 10 Strumenti era quella sotto rappresentata.

Sembra che la Commissione europea voglia che il Governo spagnolo si impegni su 3 fronti: la sostenibilità del Sistema pensionistico, l’introduzione a una nuova disciplina sul lavoro a termine, e l’approvazione di una legge per evitare la frammentazione della regolamentazione a livello regionale.
- La Francia
La Francia è stata la prima a pubblicare una proposta di “Piano di rilancio”, intitolato “France Relance” (https://www.economie.gouv.fr/files/files/directions_services/plan-de-relance/annexe-fiche-mesures.pdf), per 100 miliardi, finanziato per circa 40 miliardi da fondi del “Next Generation EU”.
Dal sito del Governo francese (https://www.gouvernement.fr/france-relance) si può rilevare una sintesi del “Piano” e la concretezza dello stesso; peraltro le misure, già in parte attive in quanto finanziate da risorse nazionali, sono già monitorate.
Di seguito una traduzione della pagina del sito.
Le 3 Priorità: il rilancio sarà verde, sociale e territoriale e rafforzerà la nostra Sovranità economica e la nostra Indipendenza tecnologica.
Ecologia – Il nostro obiettivo è chiaro: diventare la prima grande Economia europea decarbonizzata. A tal fine, 30 miliardi della dotazione globale saranno destinati a 4 Settori prioritari: il Rinnovamento energetico degli edifici, i Trasporti, la Transizione agricola e l’energia. Questi investimenti permetteranno alla Francia di svilupparsi adottando una crescita sostenibile e giusta.
- Rinnovo energetico
- Biodiversità e rinnovamento urbano
- Decarbonizzazione dell’industria
- Economia circolare
- Transizione agricola
- Infrastrutture e mobilità verdi
- Tecnologie verdi
Competitività – Ritrovare competitività e crescita, sostenere l’Innovazione operando una Transizione ambientale, energetica e digitale, ricollocare la nostra produzione: la crisi è il terreno di opportunità per la Francia di domani.
- Tassazione delle imprese
- Sovranità tecnologica
- Controllo e diffusione del digitale
- Finanziamento delle imprese
Coesione – Come per tutti i Paesi in tempi di crisi, la grande sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi sarà quella di evitare un aumento delle disuguaglianze in Francia. Il rilancio sarà solidale, andrà a beneficio di tutti i francesi e implicherà una Solidarietà tra le generazioni, tra i territori, e tra le Imprese di ogni dimensione.
- Il quadro della Salute
- Giovani
- Salvaguardia dei posti di lavoro
- Sostegno alle persone precarie
- Territori
Un metodo: concertazione, rapidità di esecuzione e valutazione.
Al fine di rispettare l’obiettivo di una rapida attuazione, il “Piano di ripresa” segue un metodo strategico che mira in particolare a coinvolgere tutti gli attori intorno al dialogo e alla concertazione. Saranno istituiti comitati di sorveglianza per garantire l’attuazione delle misure a livello nazionale e locale:
- a livello nazionale, un Comitato di sorveglianza, presieduto dal Primo Ministro, seguirà l’attuazione del “Piano di ripresa” e manterrà il calendario degli impegni;
- a livello locale, i Comitati di sorveglianza regionali provvederanno a informare tutti gli attori locali sulle modalità di attuazione del “Piano”, a seguire l’avanzamento dei Progetti nei territori, a individuare e risolvere eventuali punti di blocco. Essi comprenderanno in particolare i servizi dello Stato, i rappresentanti degli Enti Locali e le Parti sociali.
Partenariato con le Regioni: il rilancio passerà attraverso i territori.
La crisi lo ha dimostrato: gli Enti Locali sono attori imprescindibili per dispiegare e ripetere misure la cui vocazione principale è quella di alimentare la vitalità dei territori e incidere in modo percettibile sul quotidiano dei francesi. Per questo motivo, il 30 luglio 2020 è stato firmato un Partenariato con le Regioni per associarle strettamente alla ricostruzione del Paese.
Lo Stato ha così sbloccato Euro 600 milioni di stanziamenti per compensare le perdite di reddito e sostenere gli investimenti realizzati dalle Regioni che si sono impegnate, in contropartita, ad investire massicciamente nella ripresa. Le loro priorità riguarderanno la Transizione ecologica, la Ricerca, la Coesione sociale e territoriale, la Sanità, la Formazione professionale o l’ammodernamento e lo Sviluppo delle infrastrutture di trasporto. L’Accordo prevede anche che le Regioni dovranno ‘alimentare un Fondo di salvaguardia’, che servirebbe in caso di nuova crisi.
Nelle Tabelle successive sono evidenziate le risorse stanziate per le varie misure.




- La Germania
La Germania ha approvato il 16 dicembre 2020 il suo “Piano” (“Deutscher Aufbau- und Resilienzplan” – https://www.bundesfinanzministerium.de/Content/EN/Downloads/2021-01-13-german-recovery-and-resilience-plan.html ).
Di seguito le “Focus Area” e le varie “Componenti”.
- Politica climatica e
transizione energetica
- Decarbonizzazione mediante in particolare Idrogeno rinnovabile
- Mobilità rispettosa del Clima
- Ristrutturazione e costruzione compatibili con il Clima
- Digitalizzazione
dell’Economia e delle Infrastrutture
- I dati come materia prima del futuro
- Digitalizzazione dell’Economia
- Digitalizzazione dell’Istruzione
- Digitalizzazione dell’Istruzione
- Rafforzamento dell’Inclusione
sociale
- Rafforzamento dell’Inclusione sociale
- Rafforzamento di un Sistema
sanitario pandemico-resiliente
- Rafforzamento di un Sistema sanitario resistente alle pandemie
- Amministrazione pubblica
moderna e riduzione degli ostacoli agli investimenti
- Amministrazione pubblica moderna
- Riduzione degli ostacoli agli investimenti
Di seguito il costo del “Piano”

Pure il Documento della Germania sembra essere generico, senza target e cronoprogrammi.
1.1 La governance
Come detto, il “Piano” italiano non comprende un aspetto essenziale che è oggetto di definizione da parte dell’attuale Governo Draghi: la governance.
A questo proposito, un recente interessante articolo dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica (https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-la-governance-del-recovery-plan-cosa-faranno-gli-altri-paesi) riporta quanto previsto da alcuni “Piani” disponibili:

Nell’articolo si rileva che “alcuni Paesi hanno istituito Commissioni ad hoc vicine al Primo Ministro, pur mantenendo un ruolo per i Ministeri (Francia, Spagna, Portogallo). Altri hanno preferito appoggiarsi solo sugli Enti esistenti, ovvero proprio i Ministeri, senza creare nuove strutture (Germania, Grecia, Bulgaria). In generale, sembrerebbe che i Paesi con ‘Piani’ più consistenti e quindi più complessi (Francia e Spagna) si siano dotati di nuove entità presiedute, direttamente o indirettamente tramite nomine, dal Primo Ministro/Presidente. Nessuno dei Paesi considerati ha comunque dato alle eventuali Commissioni ad hoc poteri sostitutivi rispetto a quelli dei Ministeri competenti. Le funzioni svolte da queste nuove entità, infatti, sono principalmente di impulso, coordinamento e supporto al lavoro svolto da essi. Queste Commissioni specifiche sono comunque di dimensioni ridotte, somigliando di più a piccoli Gruppi di lavoro che a grandi organizzazioni con ampie responsabilità. Per quanto riguarda l’Italia, sono quindi possibili 2 approcci generali: appoggiarsi completamente ai Ministeri o creare anche delle piccole Unità operative con il compito di dare impulso e coordinare i lavori. La seconda opzione sembrerebbe più adatta alla situazione italiana, vista l’entità delle risorse da gestire e la difficoltà di lunga data nell’effettuare investimenti pubblici anche in condizioni normali”.
In realtà la Francia, anche se non lo ha spiegato nel “Piano” di settembre 2020, ha investito sul monitoraggio e sulla promozione dell’attuazione del “Piano” con la costituzione di un Comitato a livello nazionale e di altri a livello locale, su un Sistema di monitoraggio trasparente che favorisce il controllo sociale, oltre che su un partenariato forte a livello territoriale che in Francia, a differenza che in Italia, è più facile da realizzare considerato il differente Sistema delle Istituzioni territoriali.
Quel che è certo è che per l’Italia questa partita è troppo grande per essere giocata con superficialità e concedendosi errori. È necessario il massimo impegno. Bisogna giocare una partita perfetta. È la partita per il futuro delle prossime generazioni.
1.1 Link utili
https://euractiv.it/section/capitali/news/le-capitali-recovery-fund-la-situazione-dei-piani-di-ripresa-nazionali /
di Giovanni Viale