Con la Risoluzione n. 42/E del 9 aprile 2019 dell’Agenzia delle Entrate sono stati istituiti i codici-tributo per il versamento mediante i Modelli “F24” e “F24EP” dell’Imposta di bollo sulle fatture elettroniche ai sensi dell’art. 6, comma 2, del Dm. 17 giugno 2014, come sostituito dall’art. 1, comma 1, del Dm. 28 dicembre 2018.
A decorrere dal 1° gennaio 2019 il pagamento dell’Imposta relativa alle fatture elettroniche emesse in ciascun trimestre solare è effettuato entro il giorno 20 del primo mese successivo.
Come già anticipato nei precedenti numeri della presente Rivista, sarà infatti la stessa Agenzia delle Entrate a comunicare l’ammontare dell’Imposta dovuta sulla base del numero delle fatture elettroniche inviate attraverso lo “SdI” all’interno della piattaforma “Fatture e Corrispettivi” [Sezione “Consultazione” – “Fatture elettroniche e altri dati Iva” – “Pagamento Imposta di bollo”].
Interessante è la possibilità per il contribuente di scegliere la modalità di pagamento dell’Imposta, in particolare con addebito su conto corrente bancario o postale oppure utilizzando il Modello “F24 precompilato” dall’Agenzia delle Entrate.
I codici-tributo da utilizzare sono i seguenti:
- “2521” – I trimestre 2019 – scadenza 23 aprile 2019;
- “2522” – II trimestre 2019 – scadenza 22 luglio 2019;
- “2523” – III trimestre 2019 – scadenza 21 ottobre 2019;
- “2524” – IV trimestre 2019 – scadenza 20 gennaio 2020.
In caso, invece, di versamento tardivo i codici per ravvedersi sono:
- “2525” – Sanzioni;
- “2526” – Interessi.
Si precisa che per le fatture elettroniche emesse fino al 31 dicembre 2018 valgono sempre i precedenti codici-tributi ovvero “2501” per il versamento dell’Imposta, “2502” – Sanzioni e “2503” – Interessi – in caso di ravvedimento operoso.
Riepilogando, il contribuente provvederà quindi a versare entro il 30 aprile 2019 l’Imposta di bollo su fatture elettroniche emesse nel corso dell’anno 2018 con il codice-tributo “2501” ed entro il 23 aprile 2019 l’Imposta di bollo su fatture elettroniche emesse nel I trimestre 2019 con il codice-tributo “2521” e così via con le successive scadenze.
Andando ad analizzare invece la “funzionalità” del Servizio “Pagamento Imposta di bollo” messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, si osserva innanzitutto la possibilità di modificare, nel campo “n. documenti dichiarati”, il numero di fatture che risultano emesse dal Sistema e di conseguenza variare l’Importo del bollo da pagare [sulla base delle modifiche apportate il Servizio modifica automaticamente il Modello “F24 precompilato”].
La possibilità di modificare l’importo sembra non esserci nel caso in cui lo “Sdi” non “calcoli” nessuna Imposta di pagare per il trimestre; in tale ipotesi, se sono state emesse fatture nel trimestre non conteggiate suggeriamo di procedere comunque alla predisposizione del Modello “F24EP” con l’importo del bollo che risulta da pagare al contribuente.
Per ulteriori chiarimenti si rimanda all’Area “Info&Assistenza” del Portale “Fatture e corrispettivi”.
A parere di chi scrive, con la nuova modalità, fermo restando la possibilità di modificare l’importo, sarà sempre più rilevante emettere correttamente la fattura (compilando quindi il campo “bollo virtuale” – “Si” e riportando il bollo nella linea di dettaglio e nel riepilogo) in modo da consentire allo “Sdi” di “conteggiare” la fattura emessa.