Oggi al Senato

Nella giornata di oggi l’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 12 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Per quanto riguarda le Commissioni, nell’arco della settimana la Affari Costituzionalisi confronterà sullo schema di decreto legislativo sul codice del Terzo settore; oggi alle 13.30 in sede congiunta con la omologa della Camera, ascolterà le comunicazioni del Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta Riccardo Fraccaro sugli indirizzi programmatici del Dicastero.

La Commissione Finanze proseguirà l’esame del decreto legge per la proroga del termine per la fatturazione elettronica; la Lavori Pubblici proseguirà le audizioni sullo schema di decreto legislativo sui requisiti tecnici per i mezzi adibiti alla navigazione interna. L’Agricoltura svolgerà alcune audizioni sulle problematiche del comparto agricolo e agroalimentare. La Lavoro svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego in Italia e all’estero. Le Commissioni Sanità e Affari Sociali alle 17 ascolteranno il ministro della salute Giulia Grillo sulle linee programmatiche del Ministero.

Proseguono i lavori alla Camera

L’Assemblea di Montecitorio tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per proseguire l’esame del decreto legge per assicurare lo svolgimento dei procedimenti e dei processi penali nel periodo necessario a consentire interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e della pdl per l’istituzione della Commissione Antimafia.

La Commissione Giustizia si confronterà sugli schemi di decreti legislativi relativi alla riforma dell’ordinamento penitenziario, alla disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e alla giustizia riparativa. La Finanze ascolterà i rappresentanti della Società generale d’informatica Spa (SOGEI) sulle tematiche relative alla fatturazione elettronica. La Commissione Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l’anno 2018; la Ambiente esaminerà il decreto terremoto.

Alle 13.30 le Commissioni Attività ProduttiveLavoro e Affari Socialiascolteranno le comunicazioni del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio sugli indirizzi generali della politica dei suoi Dicasteri. La Commissione Agricoltura svolgerà alcune audizioni sulle problematiche del comparto agricolo e agroalimentare.

Manca ancora l’intesa sulle nomine di Cdp e Rai

Il nome per la presidenza di Cassa depositi e prestiti dovrebbe essere quello di Massimo Tononi, indicato non dal Governo ma dalle Fondazioni bancarie. Per quanto riguarda l’Ad la scelta alla fine potrebbe non ricadere né su Marcello Sala, sponsorizzato dalla Lega, né su Dario Scannapieco gradito al Movimento 5 stelle. L’accordo potrebbe arrivare con una figura terza: “Stiamo cercando – ha spiegato Luigi Di Maio – di trovare il meglio su piazza. Quello che stiamo facendo è analizzare al meglio i vari profili. È interesse del Movimento 5 stelle, come della Legae del Governo, portare ai vertici delle persone che utilizzino quello strumento per gli investimenti perché in questi anni è stato utilizzato per fare qualche marchetta”.

L’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha sostenuto di non aver ancora parlato di Cdp con il premier Giuseppe Conte, “ma abbiamo idee chiare”. Si cercherà di stringere nel week end sulla partita delle nomine: fonti parlamentari riferiscono che la guida dell’Autorità per l’energia potrebbe essere decisa dal M5S, quella per le Ferrovie dal partito di via Bellerio. Il dossier più complicato è quello della Rai: da giorni il presidente della Camera, Roberto Fico, lancia moniti invitando il governo a scegliere i profili giusti, indipendenti dalle forze politiche, ma al momento non ci sarebbe alcuna intesa sul nome dell’Ad (circolano ancora le ipotesi Andrea Castellari e Fabrizio Salini).

La nomina dei due componenti del Cda della Rai e l’elezione dei quattro di Camera e Senato è prevista per il 18 luglio. Il nodo si scioglierà in extremis: due dovrebbero toccare a M5S, uno alla Lega e uno all’opposizione. Ancora in alto mare la trattativa sul Copasir.

È il giorno del taglio dei vitalizi

I numeri per approvare la delibera di Roberto Fico sul taglio dei vitalizici sono, anche grazie all’astensione di Forza Italia e al voto favorevole del PD e di uno dei due esponenti di FdI. Oggi quindi, l’Ufficio di presidenza della Camera darà il via libera al provvedimento, nonostante le proteste degli ex parlamentari e il rischio di una pioggia di ricorsi che hanno suscitato più di un timore tra i leghisti, con tanto di conseguenti fibrillazioni nei 5 Stelle, poi placate dalla garanzia di non sfilarsi messa nero su bianco direttamente da Matteo Salvini.

“Il taglio di privilegi e vitalizi del passato era, è e rimane una priorità mia, della Lega e del Governo. Prima lo si fa, meglio è, perché i politici non abbiano nulla in più e nulla in meno rispetto a tutti gli altri cittadini italiani”, afferma il vicepremier e titolare del Viminale. Sulla tenuta della Lega aveva già garantito Luigi di Maio (“la Lega mi ha dato tutta la disponibilità a votare il taglio dei vitalizi”) ma certo nel partito di via Bellerio nelle ultime ore si era diffuso un certo timore sulle possibili conseguenze del voto a favore, dopo la minaccia degli ex parlamentari di agire con una sorta di class action nei confronti di ogni singolo componente dell’Ufficio di presidenza.

I renziani puntano su Minniti per sfidare Zingaretti al congresso

Prosegue la ricerca tra i renziani di un candidato forte da contrapporre a Nicola Zingaretti al prossimo Congresso del Partito Democratico. Dopo il nome di Graziano Delrio, tra i renziani è cominciato a circolare quello di Marco Minniti: più un test di prova che una vera e propria carta da mettere sul tavolo in vista di future primarie. L’ex ministro dell’Interno infatti non ha finora manifestato l’intenzione di candidarsi, esattamente come Graziano Delrio. Il dato di fatto è che al momento manca qualcuno che voglia concorrere per l’area capitanata da Matteo Renzi, certo che lo scontro sarà piuttosto duro. Il nome di Minniti però è divisivo nella galassia renziana: è nota infatti l’avversione di Matteo Orfini per le politiche sui migranti dell’ex titolare del Viminale.

Si delinea intanto nel partito un nuovo fronte che passa attraverso il sostegno, o meno, ai Cinque Stelle in Parlamento: su questo tema i Dem potrebbero impostare la battaglia da qui alla fine del congresso. C’è un’ala del PD, che ha in Andrea Orlando e in Francesco Boccia i suoi capifila, che ritiene di dover valutare i provvedimenti del M5S punto per punto ed eventualmente appoggiare le proposte più di sinistra dei pentastellati, anche per mettere in crisi la maggioranza. Sulla sponda opposta i renziani, però, spingono per l’opposizione dura e pura al M5S: il dibattito sul decreto Dignità è soltanto un esempio.

 

 

 

Nomos

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