“Nadef 2023”: l’Economia rallenta ma saranno incisive le misure per il contenimento della spesa pubblica

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la “Nadef 2023”, Documento che tiene in considerazione la situazione economica internazionale, l’impatto della politica monetaria restrittiva e le conseguenze della guerra in Ucraina. Il quadro di finanza pubblica riflette un’impostazione prudente.

A margine della Riunione del Consiglio dei Ministri dello scorso 27 settembre 2023, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha diramato il Comunicato-stampa n. 52, attraverso il quale rendo noto che il Governo ha dato il via libera alla “Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2023”.

Come si apprende dal Comunicato infatti, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato la “Nadef 2023”, Documento che delinea gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2024-2026.

La “Nadef” predisposta dal Governo tiene in considerazione la complessa situazione economica internazionale, l’impatto della politica monetaria restrittiva, con l’aumento dei tassi d’interesse, e le conseguenze della guerra in Ucraina. Il quadro di finanza pubblica riflette un’impostazione prudente, con una revisione delle stime di crescita per il 2023-2024 a causa del rallentamento dell’Economia in corso. 

Rallentamento e andamento dell’inflazione, che richiedono tuttavia una politica di sostegno ai redditi reali delle famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi. 

Stando al Comunicato diramato in serata dal Governo, è anche grazie alla conferma del taglio del cuneo fiscale sul lavoro, che è prevista una riduzione della pressione fiscale per il 2024, pur confermando l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale in maniera più decisa nel corso della Legislatura.

Gli Interventi previsti dal Disegno di “Legge di bilancio” che il Governo intende presentare riflettono tale impostazione:

  • conferma del taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024;
  • prima fase della Riforma fiscale;
  • sostegno alle famiglie e alla genitorialità;
  • prosecuzione dei rinnovi contrattuali del “Pubblico Impiego”, anche con particolare riferimento alla Sanità;
  • conferma degli Investimenti pubblici, con priorità a quelli del “Pnrr”;
  • rifinanziamento delle politiche invariate.

Sebbene l’indebitamento netto in rapporto al Pil venga rivisto al rialzo in particolare nel 2024, l’aggiustamento strutturale prefigurato e l’andamento dell’aggregato di spesa di riferimento sono in linea con la Raccomandazione del Consiglio Europeo e con quello che si ritiene sarà il futuro assetto delle regole di bilancio dell’Unione Europea.

Inoltre, il Governo prevede che saranno incisive saranno le misure adottate per il contenimento della spesa pubblica.

Per quanto riguarda il profilo del debito, si osserva che in particolare i bonus edilizi comportano un sostanziale incremento del fabbisogno pubblico nel corso della Legislatura. Ciononostante, la programmazione dei saldi di bilancio e gli sforzi di valorizzazione e successiva parziale privatizzazione di alcuni asset pubblici consentiranno, stando al progetto dell’Esecutivo, di conseguire un profilo moderatamente discendente del rapporto Debito/Pil lungo l’arco temporale della “Nadef”.

Successivamente, il saldo di finanza pubblica conseguito a fine periodo e il venire meno degli effetti negativi sul saldo di cassa dovuti al “Superbonus” consentiranno di ottenere una discesa molto più rapida del rapporto Debito/Pil, con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio. Il saldo di bilancio sconta l’incremento dello stock di debito pubblico conseguente agli interventi di scostamento adottati nel periodo pandemico.

Nella Riunione dello scorso 27 settembre 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato anche un Decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali.

Il testo prevede, tra l’altro, la proroga fino al 31 dicembre 2023 del diritto allo smart working per i lavoratori “fragili” della Pubblica Amministrazione. La norma, proposta dal Ministro Paolo Zangrillo, fa slittare la scadenza del 30 settembre di 3 mesi, allineando sul punto il lavoro pubblico al lavoro privato.

Foto: Presidenza del Consiglio dei Ministri