Nuovo “Codice dei Contratti pubblici”: Presidente Anac elenca i punti da migliorare in Audizione in Commissione Ambiente

“Pur giudicando molto positivo il nuovo ‘Codice’ dal punto di vista della semplificazione e digitalizzazione dei contratti, oltre che per la valorizzazione del ruolo di Anac a favore delle Pubbliche Amministrazioni, riteniamo ci siano diversi punti da migliorare”. Così si è espresso il Presidente Anac, Giuseppe Busia, in Audizione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, in occasione dell’esame dello Schema di Decreto sul nuovo “Codice dei Contratti pubblici”. Lo fa sapere un Comunicato-stampa pubblicato sul sito Anac, il 26 gennaio scorso.
Il Presidente Busia aveva già espresso le perplessità dell’Autorità a margine dell’approvazione del testo da parte del Governo, come riportato dal numero precedente della presente Rivista.
Come evidenziato dal Comunicato, il testo prevede, rispetto a un disegno iniziale del Consiglio di Stato, l’innalzamento a Euro 500.000 della soglia per la qualificazione delle Stazioni appaltanti. Questo comporta un aumento delle gare approntate da soggetti non qualificati del 65%; sul totale degli affidamenti circa il 90% rimarrebbero affidati da soggetti non necessariamente in grado di comprare, andando a pesare sul Sistema Paese, in termini di rapidità, di efficienza delle gare e di spesa pubblica.
Ciò che chiede Anac è quindi di riportare la soglia ad Euro 150.000 per la qualificazione.
Inoltre, dato che la richiesta di innalzamento proviene da Enti che non si sentono pronti, Anac suggerisce di graduare l’applicazione, ponendo l’obiettivo dei Euro 150.000, adottando inizialmente la soglia dei 500.000, ritenendo che sia un punto è fondamentale per far funzionare la Riforma e far sì che le risorse siano spese bene.
Un’altra criticità del nuovo “Codice” individuata dall’Autorità è la soppressione del Registro dell’in-house gestito da Anac, che lo ritiene un vulnus per le Imprese e il mercato, una finta semplificazione. Avere una verifica preventiva per controllare se il soggetto che acquisisce al di fuori dal mercato una commessa pubblica possiede i requisiti necessari è essenziale, anche per non creare concorrenza sleale alle Imprese. Anac sottolinea infatti che il lavoro di verifica dell’Autorità, basato su requisiti richiesti dalla Corte Europea di Giustizia, nei 2/3 dei casi riguarda Amministrazioni che non hanno i requisiti. Segnalarlo con anticipo serve ad evitare responsabilità nei confronti degli Enti Locali, e a evitare che si allunghino i tempi, con moltiplicazione del contenzioso. Serve inoltre ad evitare sacche di inefficienza, dovute al fatto che non si opera nel mercato sottraendosi a una concorrenza aperta.
Anac ha individuato criticità anche sulle modifiche riguardanti la normativa sul conflitto d’interessi, perché risulta in contrasto anche con le Direttive europee di Dettore, e con l’ordinamento in generale che prevede norme stringenti per i conflitti di interesse, tanto più rilevanti nei Contratti pubblici. L’introduzione di un onere della prova invertito in modo improprio degrada, nella visione di Anac, l’idea di imparzialità della Pubblica Amministrazione, come se questo fosse solo interesse dell’Impresa esclusa. Per questo motivo, l’Autorità chiede di ritornare alla formulazione esistente, coerente con la normativa internazionale, proponendo poi l’evidenziazione del Titolare effettivo dell’Impresa, in linea con la disciplina Antiriciclaggio.
Un altro punto critico è stato individuato nell’innalzamento della soglia degli affidamenti diretti, che vengono svolti fino a Euro 140.000 per servizi e forniture senza neanche fare una ricerca di mercato, che rischierebbe di spingere le Imprese a lavorare non sull’innovazione, ma sull’avvicinamento al Dirigente o all’Amministratore di turno.
Un ulteriore aspetto da migliorare è il rafforzamento della corretta progettazione, un elemento chiave per le Amministrazioni, grazie al quale queste possono meglio individuare l’obiettivo da perseguire, e quindi scegliere il mezzo migliore per raggiungerlo. Per Anac, nel nuovo “Codice” questo viene sottovalutato. Solamente sopra soglia è previsto il Documento di affidabilità delle alternative progettuali. Questo richiede di portare ad una sottostima delle spese, ritardando l’individuazione di oneri più elevati.
Rispetto all’Appalto integrato, Anac lo considera utile in alcuni casi, ma non una pratica generale.
Infine, sui Contratti collettivi equivalenti, Anac considera necessario un vaglio centralizzato, che potrebbe essere svolto dal Cnel, indicando un codice da includere nella Banca-dati Anac e nel Fascicolo digitale.
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