“Pnrr” “#Next Generation Italia” esitato dal CdM: i contenuti di maggiore interesse per gli Enti Locali

Premessa metodologica

Questo Approfondimento tratterà il “Pnrr” come approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 gennaio 2020. Documento che, quindi, supera non di poco la bozza del dicembre e conseguentemente, nella sua attuale versione, non è più una bozza bensì un Documento governativo conclusivo poiché deliberato e trasmesso alle Camere. Conclusivo almeno per Palazzo Chigi e tutto il Governo a quella data in carica. Il lavoro è stato svolto sulla base delle Linee di indirizzo interne al Governo per la bozza da sottoporre al CdM appunto il 12 gennaio 2021. Linee di cui si tratterà più avanti[1]. Comunque, come si può leggere in nota, è curioso che la bozza del 7 dicembre 2020 sia stata retrocessa il successivo 12 gennaio 2021 a “documentazione di base per il confronto con le Forze politiche di Maggioranza.”. In effetti, la bozza del dicembre scorso non sembrava solo di base ed ha animato nonché scaldato il dibattito pubblico per oltre un mese non solo e soltanto delle Forze di Maggioranza. Bensì di un pubblico molto più ampio, varcando pure i confini nazionali. Ma tant’è. Evidentemente si è compiuto uno sforzo comunicativo per sminuire la bozza originaria e puntare a finalità particolari.

Ma, va da sé, non ci si ferma certo qui in tema di “Pnrr”. Naturalmente quanto approvato dal CdM a gennaio 2021 sarà esaminato, discusso ed emendato (se non rifatto in buona parte) dopo i passaggi nelle Camere. Già in questi giorni le Audizioni parlamentari in corso, che abbiamo seguito, stanno chiaramente a testimoniarlo. Le voci critiche sono già molte. Per non dire, poi, ciò che avverrà a livello europeo dalla prossima primavera in avanti. Insomma, siamo ancora ben lontani dalla effettiva e definitiva versione del “Pnrr” italiano sulla base del quale nel nostro Paese inizieremo a procedere dal sempre più ravvicinato 1° luglio 2021.

Però, il Documento che andiamo ad affrontare non va sminuito perché riveste pur sempre la sua indiscussa importanza. In definitiva, ci dovrebbe palesare che cosa ritiene politicamente opportuno e giusto per il futuro del nostro Paese l’attuale Maggioranza parlamentare che esprimeva il Governo “Conte 2” (cd “giallo-rosso”) e che potrebbe votare la fiducia ad un nuovo Governo (“Conte 3” o chi altri). Per cui, pur con tutte le cautele e le avvertenze d’obbligo, è bene esaminarlo. Però, senza farci troppo la bocca… senza innamorarsene troppo.

Difatti, come già le cronache stanno facendo emergere sempre in queste calde giornate (nonostante l’Inverno…), dovremo quasi fatalmente passare ad un ulteriore apposito Approfondimento che cercherà di vagliare minimamente il Documento approvato il 12 gennaio 2021 dal Consiglio dei Ministri del “Conte 2” in confronto alle prescrizioni contenute nelle Linee-guida della Commissione europea. Questione tecnica non banale.

Abbiamo già il Regolamento[2] del 21 dicembre 2020, la documentazione tecnica del 22 gennaio 2021[3], le Tabelle Excell e gli esempi da seguire per la predisposizione dei “Pnrr” negli Stati membri dell’UE. Di conseguenza, proveremo ad effettuare qualche test di conformità, ed altro ancora, tra ciò che ora illustriamo con questo terzo Approfondimento e quello che doveva essere più precisamente fatto dal vecchio Governo “Conte 2”. O chi per esso[4]. Il compito tecnico che ci proponiamo di affrontare richiede uno sforzo analitico non proprio facile poiché la lingua esclusiva è solo quella inglese (paradosso dopo l’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea)[5] e altre verifiche. Ma il tentativo, per quanto possibile, sarà operato. Per svolgere il compito, si preannuncia sin da ora, ci avvarremo anche dei Dossier dei Servizi Studi di Senato e Camera e di altre fonti già raccolte. O di ulteriori, frutto della ricerca. Però, qualcosa si anticipa subito sotto nel prossimo paragrafo. Diciamo così: per far… assaporare un poco l’argomento critico.

Linee di indirizzo per la Bozza da sottoporre al CdM del 12 gennaio 2021

Come specificato in Premessa, le Linee di indirizzo[6] (in realtà riservate) precisano da subito che: “Avvertenza. Il presente Documento costituisce una sintesi delle attività di rielaborazione della bozza di ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ (‘Pnrr’). È il risultato del lavoro svolto dal Governo nel confronto con le Forze politiche di Maggioranza, che si è intensificato nelle ultime settimane anche attraverso l’elaborazione di osservazioni e proposte di modifica alle bozze di lavoro preliminari. È un documento di lavoro interno al Governo, per favorire il raggiungimento dell’accordo politico sulle modifiche alla bozza di ‘Pnrr’. Lo sforzo compiuto è di rendere più chiara, alla luce delle novità intervenute, la visione d’insieme della strategia di investimenti e riforme del ‘Piano’. La bozza di ’Pnrr’ sarà poi analizzata nel prossimo Consiglio dei Ministri e costituirà la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le Forze economiche e sociali, il ‘Terzo Settore’ e le reti di cittadinanza, ai fini dell’adozione definitiva del Piano ‘Next Generation Italia’. La presentazione del ‘Pnrr’ necessiterà di una più precisa definizione delle riforme e delle Strategie di settore connesse al ‘Piano’ e di ulteriori passaggi politico-amministrativi che consentano di finalizzare le progettualità e le tempistiche previste, attraverso l’individuazione dei soggetti responsabili, delle attività da compiere e delle modalità operative di lavoro e di coordinamento delle Amministrazioni e degli attori istituzionali a vario titolo coinvolti”.

Adesso è interessante riportarlo pressoché integralmente poiché ci offre la sintesi generale dell’impostazione del “Pnrr” come deliberato dal Governo “Conte 2” il 12 gennaio 2020.

Il primo Paragrafo si intitola “1. Una visione d’insieme” e sostiene che il “Pnrr”, nell’ambito del Programma straordinario di ”Next Generation EU”, è la grande occasione dell’Italia per fornire una risposta alle principali sfide che dovrà affrontare nei prossimi anni: fronteggiare l’impatto economico e sociale della crisi pandemica; aumentare la capacità di resilienza e di ripresa; promuovere, in linea con gli obiettivi strategici condivisi con l’Europa, la transizione verde e digitale; liberare tutto il potenziale di crescita dell’Economia, incrementare la produttività, creare nuova occupazione e migliorare la qualità del lavoro e dei servizi di cittadinanza.

Per cui, si scrive, la Bozza[7] di “Pnrr” deve offrire una visione d’insieme delle principali linee strategiche di investimento, con obiettivi chiari e tempi certi di attuazione per rendere l’Italia un Paese più sostenibile e inclusivo, con un’economia più avanzata e dinamica.

Le linee di investimento sono accompagnate dall’adozione di una Strategia di riforme, come elemento “abilitante” e catalizzatore del “Piano”, in linea con le “Raccomandazioni al Paese“ (“Csr”) della Commissione Europea[8] e i “Piani nazionali di riforma” (“Pnr”) adottati dal Governo.

L’azione di rilancio del Paese delineata dal “Piano” è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi alle 3 Priorità strategiche concordate a livello europeo: Digitalizzazione e Innovazione, Transizione ecologica e Inclusione sociale[9]. Queste Priorità assumono, per il nostro Paese, un ruolo cruciale. Il basso livello di digitalizzazione della nostra Economia e della nostra Pubblica Amministrazione sono tra le cause principali dei bassi livelli di crescita economica del Paese, che, a loro volta, determinano l’insufficiente tasso di occupazione femminile e giovanile e il modesto grado di sviluppo dell’Economia meridionale. Del resto, sarebbe illusorio pensare di poter conseguire una crescita economica al di fuori di un modello di sviluppo sostenibile e senza affrontare le disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali, che sono i principali fattori di esclusione sociale nel nostro Paese.

Ecco perché la realizzazione delle Priorità strategiche del “Piano” è lo strumento attraverso il quale affrontare e risolvere le criticità relative a 3 Priorità trasversali: le Donne, i Giovani, il Sud. Su queste Priorità si concentrano i maggiori fabbisogni di investimento e il più alto potenziale per uno sviluppo forte e inclusivo dell’intero Paese. Al tempo stesso, la rilevanza particolare assunta in Italia dal problema della parità di genere, dalla questione giovanile e da quella meridionale, richiede di declinare le Priorità strategiche al fine di massimizzare l’impatto su queste 3 dimensioni trasversali.

Il “Pnrr” è costituito da 6 Missioni, che a loro volta raggruppano 16 Componenti in cui si concentrano 47 Linee di intervento per Progetti omogenei e riforme coerenti. Sui singoli Progetti di investimento si sostiene che sono stati selezionati al fine di concentrare gli interventi su quelli più trasformativi, a maggiore impatto sull’Economia e sul Lavoro. La ripartizione tra Progetti in essere e nuovi Progetti tiene conto della sostenibilità del “Quadro di finanza pubblica[10]. Sulle nuove generazioni non deve gravare l’onere di un eccessivo indebitamento. I giovani devono essere i principali beneficiari degli effetti e dei risultati attesi dalla realizzazione del “Piano”.

Questi i proponimenti.

Il secondo Paragrafo si intitola “2. Integrazione e complementarità delle risorse finanziarie”. Si scrive che, ai fini della realizzazione delle Priorità e delle Missioni del “Pnrr” va considerato l’insieme delle risorse attivabili per interventi coerenti e complementari a quelli previsti dal “Piano”. Oltre ai 196 miliardi tra grants e loans previsti per l’Italia dal “RRF”, che il Governo ha deciso di utilizzare integralmente, un ulteriore apporto finanziario è fornito, sempre nell’ambito di “Next Generation EU”(“NGEU”), dai 13 miliardi di “React-EU” e dal 1,2 miliardi del “Just Transition Fund”. La scelta di impiegare una parte dei fondi del “Pnrr” (63,1 miliardi) per il finanziamento di alcune politiche e specifici Progetti già in essere, in quanto coerenti con le Priorità europee di “NGEU”, si rende necessaria per assicurare la coerenza con gli obiettivi di sostenibilità finanziaria di medio-lungo periodo indicati dalla “Nadef[11]. Anche parte della Politica di coesione e di altri fondi europei del “Quadro finanziario pluriennale” (“Qfp”) 2021-2027, nonché i fondi di bilancio nazionali, concorrono, in parte, al finanziamento della strategia di riforme e investimenti delineata nel “Pnrr”.

Si è ritenuto opportuno promuovere un’integrazione delle risorse finanziarie, che permetterà un’accelerazione della realizzazione degli interventi nell’ambito di un quadro di policy e di procedure coerente e unitario, particolarmente attento alle tempistiche del complesso dei Progetti da realizzare. Alla Tabella di sintesi degli interventi finanziati dal “RRF”, dunque, si affianca una Tabella d’insieme con l’indicazione delle risorse aggiuntive del “Fondo per lo Sviluppo e la coesione” (“FSC”) e dei Fondi strutturali europei (React-EU”, “Fesr”, “Fse+” e “Feasr”), in quanto coerenti e complementari con le linee di intervento del “Pnrr”, e il contributo di alcune politiche già finanziate dal Bilancio dello Stato.

Poi le Linee si concentrano sul ruolo complementare e addizionale dei fondi della Coesione.Per specificare che l’integrazione nel “Pnrr” di parte dei fondi europei e nazionali della Coesione, per i quali è in fase di predisposizione la relativa programmazione per il Ciclo 2021-2027, mira a rafforzare ulteriormente il perseguimento degli obiettivi di crescita inclusiva e di coesione sociale territoriale, già propri del “Pnrr”. Tale scelta consente di dare attuazione, sia alle disposizioni regolamentari della “RRF”, che richiedono che i “Pnrr” debbano essere coerenti con gli Accordi di partenariato e i Programmi operativi adottati nell’ambito dei fondi dell’Unione, sia alla Legge di bilancio, che prevede che la dotazione finanziaria “FSC 2021-2027” sia impiegata in coerenza con le Politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel “Pnrr”, secondo un Principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse. L’utilizzo di questi fondi, che sulla base della normativa nazionale ed europea prevede una forte concentrazione al Mezzogiorno delle relative risorse, consente di incrementare la quota di investimenti pubblici prevista dal “Pnrr” e di rafforzare in maniera aggiuntiva la dotazione finanziaria degli interventi per il riequilibrio territoriale, in particolare per le Infrastrutture e la qualità dei servizi pubblici essenziali, evitando il ricorso a ulteriore indebitamento che comprometterebbe la traiettoria di consolidamento del quadro di finanza pubblica.

Nello specifico: (i) la programmazione di “React EU” è stata integrata nel “Pnrr” per un valore complessivo di 13 miliardi e prevede la destinazione di 2/3 della dotazione complessiva a favore del Mezzogiorno; (ii) è stata anticipata, ai fini dell’integrazione nel “Piano”, la programmazione nazionale del “FSC 2021-2027”, per una dotazione aggiuntiva di 20 miliardi, con l’obiettivo di rafforzare, a livello sia generale che di concentrazione al Mezzogiorno, gli interventi coerenti e complementari con gli obiettivi di riequilibrio e sviluppo territoriale propri della Politica di coesione nazionale, accelerandone la realizzazione attraverso i meccanismi propri del “Pnrr”. Il vincolo normativo di destinazione territoriale dell’80% delle risorse del “FSC” al Mezzogiorno ne garantisce la piena complementarità ed addizionalità dell’utilizzo.

Sempre nel secondo Paragrafo si passa ad esplicitare l’utilizzo di strumenti finanziari a leva.Con ciò si scrive che il “Pnrr” può prevedere, in alcuni ambiti (Politiche industriali per le filiere strategiche, miglioramento dei Servizi turistici e Infrastrutture di ricettività, Economia circolare, housing sociale), l’utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi di “NGEU” per facilitare l’ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento. In questa prospettiva, l’intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamento privato oppure di una copertura dell’eventuale prima perdita dell’investimento azionario finalizzato alla realizzazione di specifici progetti. Tale modalità di impiego delle risorse del “RRF” consente di ottenere un volume complessivo di investimenti superiore a quello che si avrebbe con le sovvenzioni. È possibile anche la costituzione di un Comparto nazionale di InvestEU per realizzare una sinergia tra la potenzialità degli interventi previsti in tale ambito e le risorse del “RRF”.

L’effetto leva contraddistingue inoltre tutte le tipologie di Fondi di investimento nei quali accanto all’apporto di risorse pubbliche vi sia quello di investitori istituzionali privati. Tali Fondi possono assumere la forma, sia di fondi azionari (equity) che di fondi di credito, anche con natura rotativa. Il ricorso a strumenti finanziari rispetto alle tradizionali sovvenzioni a fondo perduto comporta una maggiore efficacia ed efficienza dell’intervento pubblico; di fatto, ferma restando la valutazione in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale, si effettua una selezione dei Progetti sulla base della loro capacità di realizzazione e quindi di ripagare il debito contratto o di remunerare il capitale investito.

Una modalità di utilizzo efficiente delle risorse del “Pnrr” può essere rappresentata dalla costituzione di un “Fondo di fondi”, attraverso il quale conferire alcune risorse del “Pnrr” a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento. Tale conferimento, unitamente a finanziamenti Bei ed europei e alla partecipazione al capitale e/o ai finanziamenti di Intermediari finanziari e partner, rappresenterebbe la dotazione che ogni singolo Fondo utilizzerebbe per finanziare i Progetti/Settori specifici per i quali è stato costituito. È in corso un’analisi di dettaglio (due diligence) dei singoli Progetti per verificare la percorribilità di tali forme finanziamento e supportarli combinando diversi strumenti finanziari.

Poi si passa al terzo Paragrafo “3. Impatto degli investimenti su crescita, occupazione e sostenibilità”. Per chiarire che il “Pnrr” rappresenta una straordinaria e irripetibile occasione di rilancio degli investimenti nel nostro Paese. Gli investimenti pubblici previsti dalle Linee di intervento e dai Progetti del “Pnrr” sono di fondamentale importanza nel determinare un effetto positivo permanente sulla crescita, aumentando il capitale pubblico e stimolando anche maggiori investimenti privati. Rispetto all’incentivazione degli investimenti privati, generano un effetto moltiplicativo sulla produzione e l’occupazione assai più favorevole, superiore a 2 negli scenari migliori. Per questo motivo, l’ultima revisione della bozza di “Pnrr” ha puntato ad accrescere le risorse nette per gli Investimenti. Impiegando le risorse dei fondi nazionali di Coesione “FSC 2021-2027” non ancora programmate, è stato possibile incrementare gli investimenti in misura superiore a 20 miliardi per nuovi Progetti in importanti campi che comprendono, ad esempio, la Rete ferroviaria veloce, la Portualità, il Trasporto locale sostenibile, la Banda larga e il 5G, il Ciclo integrale dei rifiuti, l’Infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno.

Il finanziamento con risorse di “NGEU” di Progetti di investimento in essere, coerenti con il Regolamento “RRF”, non discende solo da necessità di compatibilità del “Quadro di finanza pubblica”, ma consente di anticipare già a partire dal primo anno di attuazione del “Piano” i loro impatti economici, occupazionali e ambientali. I nuovi Progetti di investimento invece produrranno effetti economici e sociali più dilazionati nel tempo. Allo stesso tempo, la componente di incentivi, maggiormente mirati agli obiettivi di Innovazione, Digitalizzazione delle Imprese, e all’efficienza energetica ed antisismica degli edifici, avrà un effetto più immediato, assicurando quindi un’omogeneità della distribuzione temporale dell’impatto del “Pnrr”.

Nelle bozze di lavoro preliminari di “Pnrr”, si stimava un impatto positivo sul Pil reale crescente nel corso del tempo e pari a 2,3 punti percentuali aggiuntivi nell’anno finale del “Piano” rispetto allo scenario tendenziale di finanza pubblica. L’incremento della quota di investimenti che ora arriva al 70% del “RRF” (con conseguente riduzione della quota di incentivi al 21%), assicurerebbe, secondo stime in corso, un impatto sul Pil di circa 3 punti percentuali e un incremento occupazionale superiore a quello precedentemente stimato. L’effetto leva che potrà essere applicato a numerose linee progettuali, e le riforme strutturali che accompagneranno il “Piano”, aumenteranno ulteriormente tale impatto[12].

Un inciso viene dedicato all’impatto su “SDG” dell’Agenda “ONU 2030”. Così si puntualizza che attraverso le riforme e gli investimenti del “Pnrr”, l’Italia intende accelerare anche il perseguimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (“SDG’s”) sottoscritti dall’Agenda “ONU 2030”. Dal 2018 l’Italia ha fatto degli Indicatori di benessere equo e sostenibile (“Bes”) uno strumento strategico della programmazione economico-finanziaria. L’esperienza maturata in questi anni consentirà di valutare come i risultati attesi dalle numerose linee di intervento del “Piano” possano contribuire al perseguimento dei singoli Obiettivi “SDG” e al miglioramento degli Indicatori “Bes”. Tali risultati saranno oggetto di una valutazione di impatto connessa alla realizzazione delle Missioni, sia a livello nazionale che a livello territoriale.

Segue il quarto Paragrafo delle Linee, dal titolo “4. Impatto del ‘Pnrr’ sulle priorità trasversali: donne, giovani e Sud”. Qui si mette in luce che il “Pnrr”, attraverso un approccio integrato e orizzontale, mira all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le Missioni del “Pnrr”. Ogni Missione, infatti, deve esplicitare le Linee di riforma e di intervento mirate al perseguimento delle 3 Priorità trasversali, anche attraverso la definizione ex ante e la misurazione dei risultati attesi. Il “Piano” nel suo complesso prevede la valutazione degli impatti macroeconomici, occupazionali e di Indicatori “Bes” a favore di Donne, gGovani e Sud.

Perciò si dedica specifica attenzione ai vari temi. Partendo dalla parità di genere.

L’approccio di gender mainstreaming caratterizza l’intero “Pnrr”. In quest’ottica, il più forte effetto sull’equità di genere si fonda sul rafforzamento dell’Occupazione femminile, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, perseguita prioritariamente attraverso le Politiche attive del lavoro e il rafforzamento delle Infrastrutture sociali, come il potenziamento dei servizi di Asili nido e per la Prima infanzia, delle Scuole per l’infanzia e del Tempo-scuola. Gli investimenti nelle Infrastrutture sociali creano opportunità di lavoro femminile di qualità, e contribuiscono a liberare il potenziale delle donne, rendendo il lavoro di cura una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e distribuito in modo diseguale fra i generi. A questo obiettivo, mirano anche le misure a favore dell’imprenditoria femminile, della libera scelta della maternità, e, nel campo dell’istruzione, le Politiche che favoriscono in particolare l’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze “Stem”. L’integrazione del “Piano” con interventi finanziati attraverso fondi di bilancio nazionale, a partire dal cosiddetto “assegno unico”, rafforza ed esplicita la strategia complessiva del Paese definita nel Family Act e favorisce una interazione virtuosa con i livelli istituzionali interessati e il “Terzo Settore”.

Poi si passa al tema dei Giovani, sostenendo che Digitalizzazione e Innovazione, Sostenibilità ambientale e Inclusione sociale sono le Priorità strategiche del “Pnrr” e si caratterizzano per il ruolo e l’importanza che le nuove generazioni assumono come attori e beneficiari di queste linee di policy. Le componenti dedicate all’Innovazione digitale e alla Transizione ecologica, con il contrasto al cambiamento climatico e la tutela delle risorse naturali, incrociano sensibilità e bisogni, aspirazioni e competenze delle nuove generazioni italiane. Gli interventi del “Piano” mirano ad importanti ricadute occupazionali a favore dei Giovani grazie allo sviluppo di nuovi settori e opportunità. Gli impatti diretti sulle nuove generazioni sono presenti in tutte le Missioni e in particolare in quella dedicata a “Istruzione e Ricerca”: dal contrasto all’abbandono scolastico alla digitalizzazione della didattica, dai percorsi professionalizzanti al potenziamento della ricerca, gli obiettivi, i risultati attesi e l’impatto dei Progetti riguardano essenzialmente i Giovani. Nella Missione “Inclusione e Coesione”, il potenziamento del “Servizio civile universale” e gli interventi sulle Politiche attive del lavoro e sulla formazione sono diretti a migliorare il funzionamento del Mercato del lavoro e andranno a vantaggio delle nuove generazioni. La riforma e l’innovazione nella P.A., coniugandosi al previsto turn over generazionale, diventano un rilevante fattore di attrazione e di opportunità per i Giovani qualificati.

Infine, ecco il tema del Sud e riequilibrio territoriale.

Così si sottolinea che il “Pnrr”, in coerenza strategica con il “Piano Sud 2030”, persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio dello sviluppo del Sud come priorità trasversale a tutte le Missioni. Crescita inclusiva e Coesione sociale e territoriale rappresentano, nel testo del Regolamento del “RRF”, 2 dei Pilastri (accanto alla Transizione verde e digitale) su cui dovrà fondarsi la programmazione e il contenuto dei “Pnrr” e in base ai quali verrà valutato dalla Commissione l’impianto complessivo del “Piano”. Nella definizione delle Componenti e delle Linee di intervento del “Pnrr”, pertanto, è esplicitata la quota di risorse complessive destinata al Mezzogiorno, che può valere anche come criterio prioritario di allocazione territoriale degli investimenti previsti. In quest’ottica, si è proceduto, come ricordato, a integrare gli Interventi del “Pnrr” con le risorse per le Politiche di coesione europee e nazionali in corso di programmazione, al fine di massimizzare l’impegno aggiuntivo per la Coesione territoriale, favorendo sinergie e complementarità fra le risorse provenienti dalla “RRF” e in particolare quelle provenienti da “React EU” e da una quota del “FSC 2021-2027”. In tal modo, è ulteriormente incrementata la dimensione e l’intensità nel Mezzogiorno degli Interventi previsti nel “Piano” per le dotazioni infrastrutturali e sociali e per le Politiche volte a migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali (Istruzione, Ricerca, Accesso alle tecnologie digitali, Tutela e qualità dell’ambiente, Infrastrutture per la mobilità sostenibile, Infrastrutture sociali).

Col quinto Paragrafo “5. Missioni, componenti, linee di intervento del ‘Pnrr’” si offrono anche le Macrocifre e si declinano le Componenti.

Missione 1 – Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura (45,9 miliardi)”.

La prima Componente riguarda la Digitalizzazione e la Modernizzazione della P.A. Il nome della componente è “Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella P.A.”, per evidenziare la centralità dell’Intervento, nell’ambito del “Piano”, sulla P.A. che dovrà attuarlo. In coerenza con tale impostazione, i Programmi di individuazione dei fabbisogni, mirati sulle nuove competenze e professionalità di cui la P.A. è carente, e quelli di reclutamento straordinario, da realizzare in tempi rapidi, sono rimodulati in modo più funzionale all’attuazione prioritaria dei Progetti del “RRF” ed è prevista un’evoluzione del Portale del reclutamento P.A. L’intervento sulla P.A. passa, sia attraverso il rafforzamento e la valorizzazione delle competenze e la semplificazione dei processi decisionali e autorizzatori, sia attraverso investimenti nelle infrastrutture digitali, che dotino la P.A. di interfacce condivise che consentano di fornire servizi moderni, interoperabili e sicuri. In questo ambito, lo sviluppo di un cloud nazionale e la effettiva interoperabilità delle banche-dati delle P.A. avviene in parallelo e in sinergia con il Progetto Europeo “GAIA-X”, nel cui ambito l’Italia intende avere un ruolo di primo piano. Tale Componente deve concorrere a costruire un Intervento di riforma strutturale, da precisare ulteriormente, che garantisca l’attuazione dei Progetti e completi il percorso delle riforme della P.A. degli anni precedenti su alcuni aspetti cruciali. In questo quadro, occorre valorizzare in particolare la dimensione e l’impatto di genere (ad esempio, in relazione allo sviluppo della smart working, e all’accesso a posizioni dirigenziali) e quello sui Giovani (ad esempio, in relazione al reclutamento straordinario per l’esecuzione del “Pnrr”). Uno specifico profilo di investimento nell’ambito della Missione, con una sua autonomia progettuale, è volto a potenziare la Digitalizzazione ed il Capitale umano del Sistema giudiziario italiano al fine di accelerare lo smaltimento del pregresso.

Tale Linea di intervento, che assieme a quello sulla P.A. ha un impatto positivo anche sugli investimenti privati e l’attrattività del nostro Sistema Paese, deve essere collegata a una Strategia ambiziosa e condivisa di riforma della Giustizia, da precisare meglio nel merito e nei tempi di attuazione. Lo stanziamento totale per questa componente è di 11,3 miliardi.

Poi la seconda Componente, “Digitalizzazione, Ricerca e sviluppo e Innovazione del Sistema produttivo”, riguarda l’Innovazione e la Digitalizzazione delle Imprese, ivi comprese quelle del Comparto editoria e della filiera della Stampa, la realizzazione di Reti ultraveloci in fibra ottica, 5G ed Investimenti per il monitoraggio satellitare. Ingenti risorse, alcune delle quali già stanziate e di cui si punta ad accelerare i tempi di spesa, vengono allocate sul Progetto “Banda larga”, con particolare attenzione alle aree bianche e a quelle grigie. Viene finanziato il rafforzamento del Programma “Transizione 4.0”, concentrando le risorse sulla dimensione più innovativa. Si prevedono inoltre Progetti per sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle catene del valore e delle filiere industriali strategiche più avanzate dal punto di vista dell’Innovazione tecnologica e della Sostenibilità ambientale, nonché la crescita dimensionale e l’Internazionalizzazione delle Imprese attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari a leva. Si prevede a tal fine di costituire, all’interno di un sistema imperniato su un “Fondo di fondi”, un foFdo operativo con un apporto di 2 miliardi. Lo stanziamento totale per questa componente è di 25,8 miliardi, integrati da 800 milioni di “React EU”.

Dopo abbiamo la terza Componente, “Turismo e Cultura”, significativamente rafforzata, mira ad incrementare il livello di attrattività del Sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle Infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in Infrastrutture e Servizi turistici strategici. Anche in tale ultimo caso, si prevede la creazione di un “Fondo di fondi”, con un Fondo operativo di 500 milioni facendo leva sui fondi “Pnrr” per coinvolgere capitali europei – Bei/InvestEU – e privati per aumentare la portata dell’Intervento su Infrastrutture di ricettività e dei Servizi turistici. Oltre all’incremento delle risorse destinate a Progetti dei Comuni per investimenti su luoghi identitari sul proprio territorio, e allo stanziamento di risorse aggiuntive per Interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma in occasione del Giubileo, è stato inserito un Progetto “Cultura 4.0” con l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra Scuola, Università, Impresa e Luoghi della cultura attraverso l’interazione tra le Imprese creative ed artigianali con attività di formazione specialistica turistica, archeologica e di restauro. Il disegno degli Interventi punterà a valorizzare in particolare la dimensione femminile, generazionale e territoriale del cluster, disegnando gli Interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle Regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un’incidenza relativamente elevata di professionalità femminile e giovanile. Lo stanziamento totale per questa componente è di 8 miliardi.

Segue la “Missione 2 – Rivoluzione verde e Transizione ecologica (68,9 miliardi)”.

La prima Componente, “Agricoltura sostenibile ed Economia circolare”, si articola su 2 Linee progettuali. La prima punta a conseguire una Filiera agroalimentare sostenibile, migliorare la competitività delle Aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, a potenziare le Infrastrutture della logistica del Comparto.

La seconda Linea punta alla realizzazione di nuovi Impianti, in particolare nelle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia, per la valorizzazione dei rifiuti al fine del completamento del Ciclo e all’ammodernamento di quelli esistenti in linea col “Piano d’azione europeo per l’Economia circolare”. Si investirà nel potenziamento e innalzamento tecnologico della raccolta differenziata, nello sviluppo di Impianti di produzione di materie prime secondarie, nella conversione del biogas per la produzione di bio-metano da impiegare nei trasporti e anche per usi civili. Inoltre, questa Linea di azione punta alla costituzione, nel quadro del “Fondo dei fondi” connesso al “Pnrr”, di un Fondo operativo volto a far leva sulle risorse del “Piano” per favorire lo sviluppo dell’Economia circolare e della Chimica sostenibile. Lo stanziamento totale per questa componente è di 5,2 miliardi, a cui si aggiungono 300 milioni di “React EU”.

Poi la seconda Componente, “Energia rinnovabile, Idrogeno e Mobilità sostenibile”, punta ad incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi europei, a stimolare lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito e a potenziare e a digitalizzare le Infrastrutture di rete elettrica. L’aumento della produzione da fonti rinnovabili sarà realizzato in misura importante tramite lo sviluppo di Parchi eolici e fotovoltaici offshore.

Un’ulteriore Linea progettuale, che viene rafforzata riguarda gli Investimenti nella filiera dell’Idrogeno, elemento cruciale di uno dei flagship del “NGEU” (power up) e della Strategia europea di abbattimento delle emissioni. Tra gli Investimenti previsti all’interno di questa Componente figura lo sviluppo del “DRI” connesso al Progetto di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto e alla produzione di acciaio verde in Italia. Appare fondamentale approfondire contenuto e tempistica dei Progetti di investimento nel quadro del più generale processo di revisione del “PNIEC”, anche alla luce dell’ultimo Consiglio Europeo. Una specifica Linea di azione è rivolta allo sviluppo della Mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle Infrastrutture per il Trasporto rapido di massa e delle Ciclovie e a un imponente rinnovamento del parco circolante di mezzi per il “Trasporto pubblico locale”.

Si promuove il rilancio dell’Industria italiana produttrice di mezzi di trasporto pubblico e della relativa componentistica tramite una coerente e prevedibile politica di public procurement, il sostegno alla ricerca e sviluppo delle Aziende della Filiera Autobus e più in generale dell’automotive, nonché contributi agli Investimenti laddove praticabile dato il Regolamento “RRF” e la normativa europea sugli aiuti di Stato. Enti Locali e Regioni saranno un attore fondamentale nella definizione e implementazione di questa Linea di azione. La distribuzione territoriale degli Investimenti di questa Componente dedicherà una quota significativa di risorse, superiore al 34%, al Mezzogiorno. Per lo sviluppo degli scenari e la definizione di una Strategia nazionale robusta ed organica di lungo termine sull’Idrogeno, come componente di un quadro complessivo di nuove tecnologie applicate al mondo energetico, risorse importanti del “Pnrr” sono destinate a forme di partenariato che convoglino le relative attività dei diversi centri di ricerca pubblici e privati per far convergere gli stati di avanzamento della ricerca disseminati sul territorio. In tal senso vi è una trasversalità sulle corrispondenti Linee di azione della Ricerca e quelle della Missione in esame. Lo stanziamento totale per questa componente è di 17,5 miliardi, a cui si aggiungono 680 milioni di “React EU”.

Dopo, ecco la terza Componente, “Efficienza energetica e Riqualificazione degli edifici”, che punta all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato con contestuale messa in sicurezza e digitalizzazione delle strutture. Per quanto riguarda il patrimonio privato, è prevista l’estensione della misura del “Superbonus 110%” al 31 dicembre del 2022 per il completamento dei lavori nei condomini e al 31 dicembre del 2023 per gli Iacp e per gli Interventi di messa in sicurezza antisismica. Viene anche potenziato lo stanziamento per gli Interventi di efficientamento energetico e riqualificazione degli edifici pubblici delle Aree metropolitane. Lo stanziamento totale per questa componente è di 30,4 miliardi, a cui si aggiungono 320 milioni di “React EU”.

Segue la quarta Componente, “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, riguardante la tutela del territorio e della risorsa idrica, attraverso Interventi sul dissesto idrogeologico, sulla forestazione e tutela dei boschi (finanziati per 1 miliardo dalle risorse “Feasr”), sugli invasi e la gestione sostenibile delle risorse idriche (finanziati per 520 milioni dalle risorse “Feasr”). Risulta introdotta una nuova Linea progettuale di 500 milioni (di cui 200 del “React EU”) dedicata alle Infrastrutture verdi urbane. Lo stanziamento totale per questa componente è di 14,3 miliardi, a cui si aggiungono 200 milioni di “React EU”.

Ora vediamo la “Missione 3 – Infrastrutture per una Mobilità sostenibile (32 miliardi)”.

La prima Componente, “Alta velocità di rete e Manutenzione stradale 4.0”, si focalizza sulle Infrastrutture necessarie alle grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto quelle ferroviarie, in un’ottica di Mobilità rapida, sostenibile e tecnologicamente avanzata. Accanto a un consistente intervento sulla Rete ferroviaria, che è stato ulteriormente potenziato nel Mezzogiorno grazie al supporto dei fondi “FSC”, sono previsti alcuni Investimenti per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori problemi. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 28,3 miliardi.

Poi con la seconda Componente, “Intermodalità e Logistica integrata”, si prevede un Programma nazionale per gli Investimenti per la Logistica e la Digitalizzazione dei Porti – a partire da Genova e Trieste e per il rinnovo delle flotte portuali e dei mezzi di terra e la navigazione fluviale. La Componente è stata potenziata per finanziare Investimenti nei Porti del Sud, mentre sono stati eliminati gli incentivi al rinnovo delle flotte e del parco veicolare. Le risorse complessive per questa Componente sono pari a 3,7 miliardi.

Avanti con la “Missione 4 – Istruzione e Ricerca (27,9 miliardi)”, la cui prima Componente, “Potenziamento delle competenze e diritto allo studio”, è dedicata al potenziamento delle competenze e del diritto allo studio, alla lotta contro la povertà educativa e ai divari territoriali nella quantità e qualità dell’Istruzione. La Componente è stata significativamente rafforzata nella sua dotazione finanziaria. Le Linee portanti sul contrasto ai divari territoriali sono costituite da un forte investimento su Asili nido, Scuole di infanzia e Sezioni primavera, potenziato per colmare il divario nei confronti dei Paesi europei più avanzati, in particolare nel Mezzogiorno, insieme a Interventi sulle Scuole con maggiore incidenza di abbandono ed esiti educativi deboli, e finanziamenti per alloggi per studenti. Per il potenziamento della didattica si prevedono Interventi per la Didattica digitale integrata, le competenze “Stem” e il multilinguismo, con un focus specifico alla formazione delle donne. È stato inserito un Progetto da un miliardo per l’estensione del tempo pieno nelle Scuole. Parallelamente si investirà, con maggiori risorse, nelle Infrastrutture (cablaggio, laboratori, aule didattiche). Infine, si intende favorire una maggiore integrazione tra Scuole superiori e Università e il rafforzamento dell’Istruzione professionalizzante rivolta al mondo del lavoro, una riforma e un investimento molto importanti per le nuove generazioni. Si tratta di una Componente particolarmente significativa, non solo per la dimensione generazionale del “Pnrr”, ma anche per quelle di genere e territoriale. Appare opportuno a tal fine sviluppare ulteriormente gli Investimenti e i Progetti operativi all’interno di precise Linee di riforma. Le risorse complessive per questa Componente sono pari a 15,4 miliardi, a cui si aggiungono 1,35 miliardi di “React EU”.

La seconda Componente della Missione 4, “Dalla Ricerca all’Impresa”, guarda alla Ricerca di base, applicata e al Trasferimento tecnologico. Mira a rafforzare il Sistema della Ricerca lungo le diverse fasi della maturità tecnologica e a innalzare il potenziale di crescita del Sistema economico, agendo in maniera sistemica sulla leva degli Investimenti in R&S, tenendo conto dei divari territoriali e della tipicità delle imprese.

Una prima Direttrice di intervento, significativamente potenziata, è rivolta al rafforzamento della filiera di R&S nel Sistema della Ricerca e nel Sistema economico, attraverso il potenziamento delle grandi infrastrutture di ricerca, i partenariati allargati per lo sviluppo di Progetti di ricerca orientati alle sfide strategiche di innovazione che il Paese ha davanti a sé. In particolare, sono stati introdotti Interventi per 2 miliardi volti al finanziamento del “Fondo Programma nazionale della Ricerca”, dei nuovi “PRIN”, e del “Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca”, in particolare nel Mezzogiorno.

Una seconda Direttrice si focalizza sul potenziamento dei meccanismi di trasferimento tecnologico, incoraggiando – con partnership ed investimenti pubblici e privati – l’Inovazione attraverso l’uso sistemico dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo. Sono contemplati, in quest’ambito, Investimenti per il potenziamento di strutture di ricerca e la creazione di “Reti nazionali” di R&S su alcune tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies), la creazione di “ecosistemi dell’innovazione” attorno a “sistemi territoriali” di R&S. L’ultima direttrice prevede interventi di sostegno all’innovazione nelle Pmi attraverso dottorati innovativi e green. Le risorse complessive per questa Componente sono pari a 10,7 miliardi, a cui si aggiungono 500 milioni di “React EU”.

Ecco la penultima “Missione 5 – Inclusione e Coesione (27,6 miliardi)”, con la prima Componente, “Politiche per il Lavoro”, che è stata significativamente potenziata[13], e si concretizza nella revisione strutturale delle Politiche attive del lavoro, nel rafforzamento dei Centri per l’impiego e della loro integrazione con i Servizi sociali e con la rete degli operatori privati; nella modernizzazione del Mercato del lavoro al fine di migliorare l’occupazione e l’occupabilità, soprattutto giovanile (attraverso l’apprendistato duale e il “Servizio civile universale”), e in particolare dei “NEET”, delle Donne e dei Gruppi vulnerabili; e nella promozione di nuove competenze (attraverso la riforma del Sistema di formazione).

Nello specifico, si interverrà nella ridefinizione degli strumenti di presa in carico dei disoccupati con Politiche attive dedicate e progettazione professionale personalizzata. La dimensione di genere, generazionale e territoriale di questa Componente è ulteriormente rafforzata dalla complementarità con le misure di decontribuzione per i Giovani, le Donne ed il Sud, parzialmente finanziate attraverso il “React EU”. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 6,7 miliardi, cui si aggiungono 6 miliardi di “React EU”.

Con la seconda Componente, “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore”,anch’essa potenziata per gli estensori delle Linee-guida, si mira a intercettare e supportare situazioni di fragilità sociale ed economica. Una specifica Linea d’intervento è pensata per le persone con disabilità o non autosufficienti e prevede l’incremento di Infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza territoriale. Uno degli obiettivi assunti da questa Componente è quello di accelerare il processo di deistituzionalizzazione attraverso percorsi di autonomia accompagnati da servizi integrati di assistenza domiciliare, realizzando anche soluzioni abitative personalizzate e dotate di supporti tecnologici avanzati. Si interviene inoltre con progetti volti ad intercettare le principali vulnerabilità sociali in materia di povertà materiale, disagio abitativo, attraverso il rafforzamento dei servizi sociali, l’adozione di modelli innovativi di presa in carico dei soggetti più fragili, anche nei confronti di situazioni più complesse (nuclei familiari in difficoltà temporanea, senza dimora) e potenziando le iniziative di housing sociale.

In questa Componente, sono integrati gli Interventi previsti dal Family Act coerenti con le priorità strategiche e trasversali del “Pnrr”. Un’attenzione particolare è riconosciuta ad Interventi di rigenerazione urbana, anche come strumento di supporto all’inclusione soprattutto giovanile, e al recupero del degrado sociale e ambientale. Nell’ambito di questa Componente, in particolare, l’azione pubblica mira a valorizzare il contributo del “Terzo Settore”, che gioca un ruolo importante in relazione a questa ed altre Linee di intervento del “Piano”. Il potenziamento delle Infrastrutture sociali previsto in questa componente, con un significativo focus nel Mezzogiorno, appare particolarmente rilevante in relazione all’Occupazione femminile e alla liberazione delle donne dal lavoro di cura. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 10,5 miliardi, a cui si aggiungono 380 milioni di “React EU”.

Poi con la terza Componente, “Interventi speciali di Coesione territoriale”, si prevede il rafforzamento della Strategia nazionale delle Aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030, con Interventi sulle Infrastrutture sociali e misure a supporto dell’Imprenditoria giovanile e alla Transizione ecologica indirizzati al maggior numero di aree caratterizzate da accesso limitato ai servizi di base e svantaggi socioeconomici, anche al fine di limitare i fenomeni di spopolamento.

Sono inseriti in questa Componente ulteriori fondi per la ricostruzione privata e il potenziamento della ricostruzione di servizi pubblici nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016. Inoltre, la Componente include Interventi concentrati nelle Regioni del Sud per realizzare Infrastrutture e Laboratori per il trasferimento tecnologico in contesti urbani marginalizzati da rigenerare. È infine finanziato un Programma per la riqualificazione e l’accessibilità da parte delle comunità dei beni immobili confiscati alle mafie. Le risorse complessive per questa componente sono pari a 4,2 miliardi.

Infine, abbiamo l’ultima Missione, ovvero la “Missione 6 – Salute (19,7 miliardi)”.

La prima Componente, “Assistenza di prossimità e Telemedicina”, incrementata di quasi 3 miliardi, è finalizzata a potenziare e riorientare il Ssn. verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria; a superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell’erogazione dei “livelli essenziali di assistenza” – “lea”; a potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale, migliorando la capacità di integrare Servizi ospedalieri, Servizi sanitari locali e Servizi sociali. Si vuole anche sviluppare un modello di Sanità pubblica ecologica e un Sistema di sorveglianza della Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza degli alimenti, in grado di preservare la salute dei cittadini a partire dalla salute dell’ambiente mitigando l’impatto dei fattori inquinanti. Lo stanziamento totale per questa componente è di 7,5 miliardi, a cui si aggiungono 400 milioni di “React EU”.

La seconda Componente, “Innovazione dell’Assistenza sanitaria”, anch’essa significativamente potenziata, è finalizzata a promuovere la diffusione di strumenti e attività di telemedicina, a rafforzare i Sistemi informativi sanitari e gli strumenti digitali a tutti i livelli del Ssn., a partire dalla diffusione ancora limitata e disomogenea della cartella clinica elettronica. Rilevanti investimenti sono quindi destinati all’ammodernamento delle apparecchiature e a realizzare Ospedali sicuri, tecnologici, digitali e sostenibili, anche al fine di diffondere strumenti e attività di telemedicina. Lo stanziamento totale di questa componente è di 10,5 miliardi, a cui si aggiungono 1,3 miliardi di “React EU”.

Da ultimo, nelle Linee-guida riservate che hanno condotto il lavoro di revisione e modifica della bozza di “Pnrr” governativo del 7 dicembre 2020, si avverte sui saldi finanziari della Tabella sintetica, che le risorse programmate dal “Piano”, a valere sul “RRF”, sono superiori ai 196 miliardi assegnati all’Italia. La ragione di questa scelta è duplice.

In primo luogo, una volta finalizzata l’analisi sull’utilizzo di strumenti finanziari a leva, è verosimile che l’impatto in termini di indebitamento netto delle risorse impiegate in questo ambito si riduca.

In secondo luogo, la più puntuale verifica del cronoprogramma dei Progetti e il confronto con la Commissione Europea relativo alla loro piena ammissibilità potrebbe determinare una riduzione dell’ammontare di risorse autorizzato, rispetto a cui risulta prudente mantenere un margine di sicurezza che garantisca il pieno utilizzo delle risorse europee disponibili per l’Italia.

Nella prima parte di questo Approfondimento abbiamo trattato vari argomenti critici e illustrato, in particolare, le “Linee di indirizzo” della bozza di “Pnrr” poi sottoposta al CdM 12 gennaio 2021. Mentre ora ci dedicheremo pressoché esclusivamente ai Comuni e agli Enti Locali. Riprendendo testualmente ciò che è contenuto nel “Pnrr” di metà gennaio 2021. Comunque, già nel nostro secondo Approfondimento[14] relativo all’Allegato “Schede-progetto” si erano sbalzate tutte le parti riferite ai Comuni e agli Enti Locali. Quindi, questo diventa un secondo focus specifico.

Però, in effetti, la situazione a tutti nota è tale da ritenere che gran parte del “Pnrr” edizione conclusiva del 12 gennaio 2021 (quella sulla quale stiamo scrivendo), la quale ha già sostituito la bozza di “Pnrr[15] del 7 dicembre 2020, venga in buona parte ulteriormente riformata. Non sappiamo se il Governo Draghi vedrà la luce. Né sappiamo se e come riceverà la Fiducia dai 2 Rami del Parlamento italiano. Però, chi scrive si sbilancia poiché è allievo[16] del Prof. Mario Draghi. Conoscendone negli anni e nei decenni il pensiero, l’insegnamento e l’azione, ritiene che l’eventuale futura bozza di “Pnrr” nella versione che sarà esitata dal nuovo Governo, e che dopo andrà in Parlamento e poi in Commissione Europea, avrà a maggior ragione delle novità tecniche, metodologiche e contenutistiche non di poco conto. Ormai lo stesso vecchio Governo Conte2 aveva apportato tante modifiche e integrazioni. Lui, Giuseppe Conte, che insegna Diritto Privato. Figuriamoci ora che alla guida potenziale di Palazzo Chigi potrebbe esserci un indiscusso Maestro, vero padrone della materia, che si chiama Mario Draghi. Le prospettive sono del tutto positive.

Breve digressione sul pensiero recente di Draghi

Già nelle conclusioni del ns. primo Approfondimento pubblicato a dicembre 2020, nella convinta adesione di tutta la redazione della Rivista, si sosteneva che esisteva una “luce di speranza”. Così, avevamo ripreso il pensiero attuale del Presidente incaricato, Mario Draghi, attraverso la sintesi offerta da Alberto Quadrio Curzio[17]. Che aveva pubblicato un pezzo dal titolo “La rotta tracciata da Mario Draghi” con sottotitolo “Chi ha responsabilità in Ue e in Italia mediti sul Rapporto del G30 su debito, crescita, investimenti, credito”. Si parla del Rapporto del Gruppo dei 30 ″Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”, un forum che si occupa di Economia e Finanza. Dove è stato affrontato il tema della ristrutturazione e del rilancio dei Sistemi economici post-pandemia. Un Rapporto coordinato anche da Mario Draghi. Alberto Quadrio Curzio ritiene che il rapporto possa servire anche all’Europa “per l’implementazione del ‘Piano di ripresa e resilienza’ della UE e sulle connesse scelte di Politica economica dei Paesi membri”. L’Autore, con il paragrafo “Draghi e le Politiche europee dal 2020”, argomenta che Draghi offre alcune raccomandazioni che sono allineate con la sua visione della costruzione europea anche nel post-“Covid”. La prima raccomandazione riguarda i debiti pubblici e gli investimenti: “in base a tutte le previsioni, i tassi d’interesse resteranno bassi per molto tempo […]. La mia congettura è che, in ultima analisi, la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di ‘Next Generation EU’. Se saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita. Se invece i tassi di rendimento dei Progetti fossero elevati e tali da giustificare l’investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito”. Parole sante. Il concetto è chiarissimo: a bassissimi o negativi tassi d’interesse, il rapporto “Debito/Pil” diventa sostenibile agendo sul denominatore. Incrementandolo. Così il rapporto scende. Difatti, il Servizio del debito non si prevede sia tale da ampliare a sua volta il debito. Se questo verrà presto stabilizzato. Per cui si deve agire assolutamente su di un “Pnrr” puntando sulla leva dello sviluppo economico.

La successiva raccomandazione di Draghi, come sintetizzata dall’Autore, è che Paesi con debito elevato quale l’Italia svolgano una valutazione molto rigorosa del tasso di rendimento dei Progetti di investimento che finanzieranno. Insomma, la visione che Draghi ha del tasso di rendimento è economica e sociale. E non certo di breve andare perché riguarda anche l’Istruzione, la Ricerca scientifica e l’Innovazione tecnologica, i quali hanno rendimenti differiti, ma crescenti nel tempo. Questa è un’altra chiave di volta. La tendenza a cercare il consenso quotidiano spesso distrae dalla visione strategica che deve dispiegarsi su vari archi temporali. Non solo il breve, il medio, ecc., ma anche il lungo e lunghissimo andare. D’altra parte, la restituzione del debito creato dal ns. “Pnrr” durerà sino al 2056. Quindi, questo è uno degli ’orizzonti temporali’ sui quali posizionarsi quando si ragiona di “Pnrr”.

Molte successive parti del Rapporto del Gruppo dei 30 riguardano la collaborazione tra pubblico e privato, il nesso tra Banche e Imprese, la possibilità di creare bad banks, il problema di quali Imprese salvare e far crescere e quali no, la questione dimensionale di Banche e Imprese, e via dicendo. Per Quadro Curzio, l’accento di Draghi è puntato più sulla Economia reale e sulle Politiche di investimento. La UE ha fatto nel 2020 qualcosa di importante, ivi compresi gli Eurobond. Ora spetta ai singoli Stati investire al meglio i fondi sotto il controllo delle Istituzioni europee. Per concludere che gran parte degli interrogativi sul successo del passaggio dalla emergenza alla creazione di qualcosa di nuovo porterà o meno ad una vera unione in Europa.

A bel riflettere anche le stesse parole del Presidente Mattarella, che ha incaricato nei giorni scorsi il Prof. Draghi, hanno posto al centro del tentativo di formare un nuovo Governo, proprio il “Pnrr”. Se ne deduce che il “Pnrr” del 12 gennaio 2021, senza nulla togliere allo sforzo compiuto, fosse relativamente adeguato a quanto serve al ns. amato Paese.

Un nuovo ‘Pnrr’ all’orizzonte

Ciò anche per ragioni ugualmente profonde. Come già rammentato nella Parte “A” di questo terzo Approfondimento, avremmo dovuto passare ad un ulteriore apposito Approfondimento che avrebbe dovuto vagliare minimamente il Documento approvato il 12 gennaio 2021 dal Consiglio dei Ministri del Conte2 in confronto alle prescrizioni contenute nelle Linee-guida della Commissione Europea. Poiché già saltavano agli occhi stonature con il Regolamento[18] 21 dicembre 2020, la Documentazione tecnica del 22 gennaio 2021[19], le Tabelle excel e gli esempi da seguire per la predisposizione dei “Pnrr” negli Stati membri dell’UE. Di conseguenza, ci si proponeva di effettuare qualche test di conformità, ed altro ancora, tra il compito svolto dal Prof. Conte con la sua compagine governativa e quello che doveva essere più precisamente fatto.

Altresì, lo si diceva non senza aver specificato che probabilmente lo schema di Pnrr era stato prodotto, ovviamente, da colleghi tecnici dei Ministeri. Ma, come avevamo già sottolineato nei precedenti Approfondimenti, se chi ha la guida politica non è chiaro negli orientamenti, resta nel vago e nella indeterminatezza, non sa fare sintesi, non dà il tempo di rielaborare le tante cose sfrangiate che arrivano onde rispettare i canoni dettati da chi ci erogherà i miliardi di Euro, ecc. ecc., ecco che il compito tecnico diventa praticamente impossibile. Per chiosare, in modo colorito, che con certi politici il rigore va un po’ a farsi friggere[20]. Tra le tante critiche emergevano addirittura quelle tecniche a firma congiunta dei Servizi Studi di Senato e di Camera. Insomma, molti aspetti non andavano.

Con queste referenze non proprio eccellenti, abbiamo tagliato tutta la parte generale che sarebbe andata sotto il Paragrafo “Il ‘Pnrr’ del 12 gennaio 2020” poiché un po’ obsoleto. Inoltre, si può dire che, senza attardarsi oltre, in definitiva il Paragrafo ora tolto di mezzo ricalca ciò che è già scritto nelle Linee-guida edite dopo l’Epifania. E di cui si può avere visione nella Parte “A” di questo Approfondimento. Meglio non continuare più a lungo e andare direttamente agli Enti Locali. Ricordando solo i titoli del “Pnrr” del 12 gennaio 2021 che precedono i temi del prossimo Paragrafo:

  • Le riforme che accompagnano l’Italia sul sentiero della ripresa e della resilienza (pagg. 10-11);
  • Una strategia su tre assi (pagg. 12-15);
  • Missioni, Componenti, Linee di intervento (pag. 17).

Quali sono i Progetti specifici che riguardano gli Enti Locali ?

Ora si passano in rassegna puntuale e pressoché completa ed esatta tutti i richiami agli Enti Locali.

Pag. 19 – La terza Componente mira ad incrementare l’attrattività del Paese investendo nel ns. Sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle Infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in Infrastrutture e Servizi turistici strategici e il finanziamento dei Progetti dei Comuni per investimenti su luoghi identitari sul proprio territorio (inclusi interventi sul patrimonio artistico culturale di Roma in occasione del Giubileo). Il Progetto “Turismo e Cultura 4.0” con l’obiettivo di supportare la Transizione digitale e verde e la Rigenerazione socio-economica dei territori e promuovere l’integrazione tra Scuola, Università, Impresa e Luoghi della cultura, prevede interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle Regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un’incidenza elevata di professionalità femminile e giovanile.

Pag. 20 – “Missione 2” – “Rivoluzione verde e Transizione ecologica”. La Missione si struttura in 4 Componenti ed è volta a realizzare la Transizione verde ed ecologica della Società e dell’Economia italiana coerentemente con il green deal europea e il “Pniec”. La prima Componente, “Agricoltura sostenibile ed Economia circolare”, punta da un lato a conseguire una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la Logistica e Competitività delle Aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, dall’altro allo sviluppo di Impianti di produzione di materie prime secondarie e all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi Impianti, in particolare nelle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia, per la valorizzazione dei rifiuti in linea col Piano d’azione europeo per l’Economia circolare. La Strategia sull’Economia circolare è finalizzata a ridurre l’uso delle materie prime naturali, di cui il pianeta si va progressivamente impoverendo, utilizzando “materie prime secondarie“, prodotte da scarti/residui/rifiuti. Per incrementare il tasso di circolarità in Italia vengono proposti interventi per la realizzazione di impianti di trasformazione dei rifiuti finalizzata al loro recupero, partendo in particolare dai rifiuti da raccolta differenziata. La strategia sull’economia circolare interviene su un processo lungo e complesso teso a rendere l’Italia meno dipendente dall’approvvigionamento di materie prime e conseguentemente più forte e competitiva sui mercati internazionali. Per potenziare gli interventi verrà costituito un fondo operativo per far leva sulle risorse del “Pnrr” destinato a favorire lo sviluppo dell’Economia circolare. La seconda componente, “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile”, ha come obiettivo l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito, inclusa quella dell’Idrogeno. Un contributo rilevante verrà dai Parchi eolici e fotovoltaici offshore. Nell’Industria siderurgica primaria, l’Idrogeno rappresenta in prospettiva un’alternativa al Gas naturale per la produzione di Ferro ridotto diretto (“Dri”). In linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, è previsto un Investimento per lo sviluppo del “Dri” connesso al Progetto di decarbonizzazione dell’ex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia. Una specifica Linea di azione è rivolta allo sviluppo della Mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il Trasporto rapido di massa e delle ciclovie e a un imponente rinnovamento del parco circolante di mezzi per il “Trasporto pubblico locale”. Enti Locali e Regioni saranno un attore fondamentale nella definizione e implementazione di questa Linea di azione. La distribuzione territoriale degli investimenti di questa componente dedicherà una quota significativa di risorse, superiore al 34%, al Mezzogiorno.

Pagg. 42/43 – La seconda Componente di questa Missione ha l’obiettivo favorire l’Innovazione e la Digitalizzazione delle Imprese, di rafforzare le filiere produttive, con particolare riferimento a quelle più innovative e strategiche per il posizionamento competitivo dell’Italia e del Made-in in ambito internazionale, e di incentivare la realizzazione di Reti ultraveloci in fibra ottica, promuovendo le tecnologie 5G ed investimenti in Infrastrutture per il monitoraggio satellitare. Gli Interventi di questa componente hanno l’obiettivo, da un lato, di incrementare gli investimenti privati in tecnologie avanzate e, dall’altro lato, di migliorare le Infrastrutture di rete che questi investimenti necessariamente richiedono per essere efficaci. Queste trasformazioni devono tenere conto delle caratteristiche specifiche del sistema produttivo italiano, e questo motiva gli interventi a supporto delle Pmi e delle filiere produttive, anche attraverso l’utilizzo della leva finanziaria per massimizzare le risorse disponibili.

Giova inoltre sottolineare che in Italia il Turismo ha un forte impatto sulla competitività in quanto i suoi principali fattori di capacità attrattiva, paesaggio e patrimonio culturale, sono strettamente legati. La crisi derivante dall’emergenza sanitaria da “Covid-19” ha colpito in misura imponente il Settore, che dev’essere quindi sostenuto e rilanciato: a tal fine, il Piano mette in campo un impegno importante per sostenere il turismo, la cultura e tutta la filiera associata. Questi settori sono fondamentali per l’Italia, in termini di valore economico e occupazionale. Insieme essi rappresentano il 12% del Pil nazionale. Il Turismo e la Cultura hanno anche impatti sociali positivi significativi su altri ambiti, come la Salute, l’Istruzione, l’Inclusione e la Rigenerazione urbana. Viene data quindi massima priorità all’attuazione efficace di tutte le misure di sostegno previste per il Settore. Obiettivi da perseguire anche tramite una integrazione sempre più intensa tra Turismo e fruizione del Patrimonio culturale e paesaggistico, valorizzando in particolare i Borghi, le Aree interne, i Cammini e gli Itinerari culturali, anche attraverso il coinvolgimento delle Regioni e degli Enti Locali in modo da realizzare un’azione organica di promozione del Sistema Paese. Questa missione del Piano è costituita da 3 Componenti: 1) Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella P.A.; 2) Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del sistema produttivo; 3) Turismo e Cultura. Tali Componenti sono distribuiti su una serie di Progetti, per un ammontare complessivo di risorse pari a oltre 45 miliardi di Euro.

Pagg. 64/65 – Nella consapevolezza che il Patrimonio artistico e culturale rappresenta un biglietto da visita unico che nessun altro Paese può vantare, la valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale e il Turismo diventano una delle nostre “iniziative bandiera”. La componente Turismo e Cultura è stata conseguentemente valorizzato in termini di risorse per investimenti e contributi con una dotazione di 8 miliardi, che potrebbero anche essere rafforzati da importanti effetti leva su alcune aree di azione come quella legata alla Infrastruttura ricettiva. Riforma del Settore Turismo e delle Imprese culturali. Per il 2021 è previsto un Collegato “Turismo” alla “Legge di bilancio”, che conterrà la riforma del Settore. La riforma reca norme in materia di Turismo, nei limiti consentiti dalla competenza statale, provvedendo al riordino, al coordinamento e all’integrazione delle disposizioni legislative statali vigenti, nel rispetto dell’ordinamento dell’Unione Europea e delle attribuzioni delle Regioni e degli Enti Locali. Tale riforma si rende necessaria per superare alcune criticità rilevate dagli operatori, rese ancora più problematiche dalla pandemia, assicurando la regolamentazione e lo sviluppo del Settore turistico a livello nazionale, anche al fine di stimolare l’offerta turistica per rafforzare la competitività del Sistema nazionale nel suo complesso. Riforma connessa all’adozione formale dei Criteri ambientali minimi (Cam). La riforma mira a favorire la riduzione dell’impronta ecologica di eventi culturali: Mostre, Esposizioni, Festival, Rassegne culturali, Eventi musicali mediante l’inclusione di criteri sociali ed ambientali nelle Politiche per gli appalti pubblici negli eventi culturali finanziati, promossi o organizzati da Enti pubblici, orientandoli verso la sostenibilità ambientale. La loro applicazione sistematica e omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della Pubblica Amministrazione. Tale azione può pertanto contribuire a dirigere la catena di approvvigionamenti verso l’eco-innovazione di prodotti e servizi nel settore della cultura. Il Piano per il Turismo e la Cultura si divide in 3 grandi aree di intervento: “Patrimonio culturale per la ‘EU Next Generation’”, “Siti Minori, Aree Rurali e Periferie” e “Turismo e Cultura 4.0”. Gli Interventi che saranno descritti prevedono una forte cooperazione tra attori pubblici coinvolti nell’attuazione del Programma in modo da agevolare la messa a terra dell’Intervento in un ambito dove è usuale che insistano diverse responsabilità a livello centrale (Amministrazioni) e locale (Comuni, Città Metropolitane e Regioni). Inoltre saranno anche coinvolti i privati, i cittadini e le comunità sia in termini di incentivazione delle sponsorship, sia attraverso forme di governance multilivello, in linea con la “Convenzione di Faro” sul valore del Patrimonio culturale per la Società, e con il “Quadro di azione europeo per il patrimonio culturale”, che invita a promuovere approcci integrati e partecipativi al fine di generare benefici nei 4 Pilastri dello sviluppo sostenibile: l’Economia, la Diversità culturale, la Società e l’Ambiente.

Pagg. 77/78 – La Componente interviene anche tramite un’azione di decarbonizzazione dei trasporti, con particolare attenzione al rinnovo del Parco rotabile degli Enti Locali – che risulta fra i più vetusti dell’Unione Europea – e soluzioni green di mobilità pubblica. L’approccio adottato punterà a far sì che la domanda pubblica di veicoli, treni e navi ad emissioni basse o nulle sia accompagnato dallo sviluppo della produzione nazionale in tutte le componenti delle relative filiere. Anche per quanto riguarda la mobilità privata si interverrà con soluzioni che tengano conto della filiera di produzione più efficace ed efficiente. Queste modifiche strutturali del sistema produttivo ed energetico ridurranno aiuteranno anche la riduzione anche dell’inquinamento locale: il 3,3% della popolazione italiana vive in aree dove sono superati i limiti delle sostanze inquinanti (particolati e ossidi di azoto) presenti nell’aria fissati dalle direttive europee. Parallelamente, verrà riformata la normativa nazionale sul controllo dell’inquinamento dell’aria. Interventi di riforma della componente. Autorizzazioni e sostegni rinnovabili. Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli Impianti rinnovabili onshore e offshore e alla definizione del nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili innovative con proroga dei tempi e estensione del perimetro di ammissibilità agli attuali regimi di sostegno. Cambiamenti normativi. Sarà modificata la normativa primaria e secondaria per il riconoscimento della fine della qualifica di rifiuto per numerose tipologie di materiali prodotti nella filiera del riciclo e per accelerare i procedimenti autorizzativi degli impianti e del loro esercizio. Rilascio biogas. Nuova regolamentazione per l’imposizione di quote obbligatorie di rilascio di biogas a importatori e produttori di gas naturale. Riforma finalizzata all’aumento della quota di biogas in ambito industriale, commerciale e residenziale, in sostituzione del gas naturale fossile. Valutazione dei Progetti di trasporto pubblico locale con installazioni fisse e nel Settore dei “Trasporti rapidi di massa” (“Tpm”). Semplificazione delle procedure di valutazione dei progetti nel trasporto pubblico locale e trasporto rapido di massa eliminando le duplicazioni di competenze nell’ambito della valutazione dei progetti all’interno della stessa Amministrazione e accelerando i processi di pagamento e tempistica degli interventi sui sistemi di “Tpm”. Programmi nazionali sul controllo dell’inquinamento dell’aria. Allineamento della legislazione nazionale e regionale e misure di accompagnamento per la riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici e il relativo sistema di monitoraggio.

Pag. 80 – 1.4 Supporto ai Progetti dei Comuni in linea con “Pniec”. I Progetti inviati dall’Anci, nonché quelli raccolti da Utilitalia, verranno selezionati in base alla coerenza e contributo agli obiettivi del “Pniec”, nonché per impatto locale, mediante procedura di evidenza pubblica e intensità di aiuto, in linea con le norme comunitarie in vigore al momento dell’avvio della selezione.

Pagg. 81/82 – 3. Trasporti locali sostenibili, ciclovie e rinnovo parco rotabile. La Linea si compone dei seguenti Progetti:

– 2.1 Piano nazionale ciclovie. Realizzazione e manutenzione di Reti ciclabili, di Percorsi ciclopedonali e di Infrastrutture urbane e interurbane dedicate alla Mobilità dolce e al Cicloturismo. In particolare, la Misura prevede la (i) realizzazione di 1.000 km. di Piste ciclabili urbane e metropolitane; (ii) realizzazione di 1.626 km. di Piste ciclabili turistiche.

– 2.2 Mobilità sostenibile: affrettati lentamente. Il Progetto prevede di realizzare Interventi integrati (Piste ciclabili, Scuolabus, sharing mobility, mobility management, ecc.) in 40 Comuni con oltre 50.000 abitanti, da individuare tramite pubblicazione di una manifestazione di interesse, a beneficio delle aree urbane più affette dagli impatti negativi della qualità dell’aria, incidentalità e congestione del traffico.

– 3.3 Trasporto pubblico locale green e Trasporto rapido di massa. 3.3.1 Rafforzamento dell’Industria dei trasporti green e delle relative filiere nazionali. L’investimento prevede diverse misure di supporto per le filiere produttive. Una prima misura prevede la stipula di 25/30 contratti di sviluppo per Aziende della Filiera nazionale Autobus che permettano di implementare Progetti di trasformazione industriale per servire l’incremento di domanda di autobus a basso impatto ambientale. Una seconda Azione promuove attraverso un credito d’imposta l’acquisto o la costruzione di stampi per la laminazione sottovuoto di scafi per imbarcazioni da diporto in infusione di fibra di vetro o tessuti pre-gravati, che consentono una maggiore efficienza in navigazione. Una terza Misura prevede l’attivazione di bandi, appalti precompetitivi, sistemi di early adoption con soglie più basse rispetto alle attuali per incentivare le Pmi alla riconversione verso nuove tecnologie (veicoli elettrici/ibridi, digitalizzazione, ecodesign, ecc.), nuove produzioni ed estensione alle Filiere Automotive, Autobus, Nautica e per la Mobilità marittima finalizzati al trasporto a basso impatto ambientale e smart. 3.3.2 Rinnovo flotta autobus a basso impatto ambientale. La misura viene attuata accelerando l’attuazione del “Piano strategico nazionale per la Mobilità sostenibile” e prevede il progressivo rinnovo degli autobus per il “Trasporto pubblico locale” e la realizzazione di Infrastrutture di ricarica dedicate. In particolare, è previsto l’acquisto entro il 2026 di 5.139 bus a basse emissioni: 2.730 veicoli alimentati da Gnc o Gnl, 2.051 veicoli a propulsione elettrica e 358 veicoli alimentati a idrogeno. La Provincia autonoma di Bolzano ha presentato un Progetto specifico per gli autobus a propulsione a idrogeno.

Pag. 83 – 2.3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. Obiettivi della Componente. A. Efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato, con contestuale messa in sicurezza e digitalizzazione delle strutture. B. Rilancio dell’Edilizia in chiave di Sostenibilità ambientale e performance antisismica. La Componente intercetta una dimensione assai rilevante per l’abbattimento delle emissioni di CO2: la riduzione dei consumi di energia degli edifici che generano più di un terzo dei consumi totali in Italia, nonché l’adeguamento antisismico degli stessi. La maggior parte dei 14,5 milioni di edifici del Paese è stata edificata in epoche precedenti alle vigenti normative legate all’efficienza energetica. L’Italia è inoltre esposta a rischi sismici, che richiedono una diffusione capillare degli interventi di prevenzione. La componente è costituita da 2 Linee progettuali. La prima riguarda la realizzazione di un Programma di efficientamento e messa in sicurezza del Patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a Scuole, Edilizia residenziale pubblica, Comuni e Cittadelle giudiziarie. La seconda prevede l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del Patrimonio immobiliare privato, attraverso una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli Interventi.

Pag. 89/90 – 1. Interventi sul dissesto idrogeologico. Si tratta di Interventi strutturali e manutenzione attiva del Territorio, riqualificazione, monitoraggio e prevenzione che sono selezionati in base a livello di rischio dell’area e numero dei cittadini sottoposti al rischio al verificarsi di eventi calamitosi quali frane e alluvioni. Questi Interventi beneficiano di risorse complementari per 160 milioni dagli stanziamenti della “Legge di bilancio”. 1.1 Infrastrutture verdi urbane. Si tratta di Interventi di forestazione urbana realizzati nei Comuni secondo criteri di abbattimento delle emissioni climalteranti previsti in un Programma già definito con apposita normativa di settore. 2. Interventi per la resilienza, la valorizzazione del Territorio e l’efficientamento energetico dei Comuni. Interventi di piccola dimensione realizzati nelle aree urbane e già oggetto della legislazione vigente. Questi interventi beneficiano inoltre di risorse complementari per 600 milioni dagli stanziamenti della “Legge di bilancio”.

Pagg 116/117 – 1.5. Piano Asili nido e Servizi integrati. L’obiettivo dell’investimento è superare il target fissato dal Consiglio Europeo di Barcellona del 2002, relativo al raggiungimento di un’offerta minima al 33% per i servizi per la Prima infanzia, e conseguentemente raggiungere un’offerta media nazionale pari al 83%, con la creazione di circa 622.500 nuovi posti entro il 2026. Il raggiungimento di tale obiettivo permetterebbe all’Italia, dall’attuale offerta pari al 25,5%, di superare la media europea (35,1%) e collocandosi ben oltre il livello di altri Stati membri come la Spagna (50,5%) e la Francia (50%). Ai fini dell’implementazione complessiva del Progetto, si procederà all’emanazione di atti per l’aumento delle risorse disponibili del Fondo “Asili nido e Scuole dell’infanzia”, istituito presso il Ministero dell’Interno dalla “Legge di bilancio 2020” (art. 1, comma 59, Legge n. 160/2019), al fine di prevedere un finanziamento aggiuntivo e specifico per la riconversione o costruzione di nuovi servizi per la Prima infanzia. A questo seguiranno gli atti necessari a definire le modalità e le procedure di presentazione delle richieste di contributo, i criteri di riparto e le modalità di utilizzo delle risorse, di monitoraggio, i criteri di ammissibilità e valutazione (Decreto ministeriale e Avviso pubblico) per la selezione dei Progetti ricevuti da parte dei Comuni, soggetti beneficiari. In seguito alla pubblicazione della graduatoria degli ammessi a finanziamento, i beneficiari attiveranno le loro procedure per la sottoscrizione delle Convenzioni e l’avvio dei lavori di riconversione e costruzione necessari alla creazione di circa 622,5mila posti aggiuntivi nei servizi per la prima infanzia, per il conseguimento a oggi del 83% di offerta a copertura del fabbisogno. Questo Intervento beneficia di risorse complementari per 300 milioni dagli stanziamenti della “Legge di bilancio”. 1.6. Potenziamento delle Scuole dell’infanzia (3-6 anni) e delle Sezioni “Primavera”. Investimento per la realizzazione, riqualificazione e messa in sicurezza delle Scuole dell’infanzia, anche attraverso l’innovazione degli ambienti di apprendimento e la sostenibilità ambientale, con il potenziamento delle Sezioni sperimentali Primavera (24-36 mesi) e la costituzione dei poli per l’infanzia, di cui al Dlgs. n. 65/2017. Questo Intervento beneficia di risorse complementari per 560 milioni dagli stanziamenti della “Legge di bilancio”.

Pag. 138 – 2. Rigenerazione urbana e Housing sociale. 2.1 Interventi promossi dalle Città metropolitane mirati alla rigenerazione urbana e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione alle periferie. Si propone di contribuire alla riduzione delle difficoltà abitative e insediative con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente ed alla riqualificazione in quartieri privi di servizi. Il “Piano” prevede anche la predisposizione di un “Progetto pilota” ad alto impatto strategico per il recupero urbano. L’incremento del patrimonio di Edilizia residenziale pubblica sarà perseguito attraverso l’attuazione del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare e investimenti di Edilizia sociale agevolata. 2.2 Interventi promossi da Comuni destinati alla rigenerazione urbana al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale. I Progetti intervengono sulla qualità e il decoro urbano finalizzando il recupero al miglioramento del contesto sociale e ambientale. 2.3 Progetti di recupero territoriale e d’incremento della disponibilità di alloggi pubblici, per sostenere le persone vulnerabili e le famiglie a basso reddito e investimenti per ampliare l’offerta di edilizia residenziale pubblica e di alloggi a canone calmierato, anche per studenti (cd. “Housing sociale”). Le Azioni verranno affiancate da misure per garantire trasparenza, legalità ed equità e si prevede un meccanismo a leva con l’investimento in fondi target che propongono Progetti di social housing.

Pagg. 129/130 – Il potenziamento delle Infrastrutture sociali contribuisce a ridurre i forti divari di opportunità di cura che caratterizzano il ns. Paese e che sono alla base dei processi di riproduzione e ampliamento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali. Attraverso il riconoscimento del valore sociale dell’attività di cura, permetteranno di raggiungere inoltre il duplice obiettivo di alleggerire i carichi di cura tradizionalmente gestiti nella sfera familiare, con una ripartizione fortemente squilibrata fra i generi – stimolando conseguentemente una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro – e favorire una maggiore domanda di lavoro in un Settore in cui è più alta la presenza femminile.

Gli interventi di costruzione o ristrutturazione di immobili esistenti (pubblici o privati), destinati ad essere occupati da persone con gravi disabilità o da anziani non autosufficienti si affiancano ad altri interventi di rigenerazione urbana, con importanti ricadute sulla riqualificazione del tessuto urbano, soprattutto periferico, e con un significativo impatto nelle Aree interne del Paese. Le Politiche di inclusione, prioritariamente dedicate alle fasce più vulnerabili della popolazione, in condizioni di marginalità sociale, sono sostenute attraverso interventi volti a potenziare l’Edilizia pubblica residenziale e l’Housing temporaneo (come le strutture di accoglienza temporanea per gli individui senza fissa dimora o in difficoltà economica), ma anche l’housing sociale rivolto a offrire alloggi a canone ridotto, ad esempio, a studenti o famiglie monoreddito. Un ruolo importante è esercitato anche dalla valorizzazione del ruolo della cultura e dello sport per l’inclusione e il benessere sociale. Nella definizione e implementazione dei Progetti a valenza sociale e territoriale di questa missione verrà valorizzato il ruolo degli Enti Locali e soprattutto delle Aree metropolitane dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più diffuse. Il coinvolgimento degli Enti Locali è fondamentale per assicurare il finanziamento a regime dei servizi forniti attraverso le strutture e l’operatività di quest’ultime con risorse non a valere sul “Pnrr” che dovranno, nel corso della programmazione di bilancio dei prossimi anni, essere opportunamente rafforzate. L’azione pubblica potrà avvalersi del contributo del “Terzo Settore” anche attraverso la pianificazione in co-progettazione di servizi giovandosi della sinergia tra Impresa sociale, volontariato e amministrazione, operando così una lettura più penetrante dei disagi e dei bisogni al fine di intercettare le nuove marginalità e fornire servizi più innovativi, in un reciproco scambio di competenze ed esperienze che arricchiranno sia la P.A., sia il “Terzo Settore”. Il “Pnrr” persegue trasversalmente a tutte le Missioni l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali. In aggiunta a ciò, la presente Missione include alcuni Interventi che si focalizzano sul rafforzamento di specifiche azioni mirate alla riduzione dell’impatto della crisi e alla creazione delle condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in specifici ambiti territoriali: il Mezzogiorno, le Aree interne del Paese, i territori dei terremoti. Ridurre i divari tra cittadini e tra territori è una priorità nazionale per un’Italia più unita e più giusta, è la vera opportunità per riavviare uno sviluppo forte e durevole, per riprendere a investire attivando potenziali di crescita e innovazione inespressi, per creare opportunità di lavoro buono, in particolare per i giovani e le donne, nei territori marginali.

Pagg. 137/138 – 1. Servizi socio assistenziali, disabilità e marginalità. 1.1 Infrastrutture sociali a favore di minori, anziani non autosufficienti e persone con disabilità, con particolare riguardo alla prevenzione delle vulnerabilità di famiglie e minori. Complessivamente questo investimento vale 2,5 miliardi di Euro nel corso di vigenza del “Pnrr” a cui si aggiungono 100 milioni a valere sul “React EU”. La progettazione è affidata agli Enti Locali in sinergia con il “Terzo Settore”, con attenzione alla necessaria perequazione territoriale nella distribuzione di queste Infrastrutture. 1.2 Servizi sociali dedicati alle persone con disabilità, potenziati al fine di sostenere il processo di deistituzionalizzazione e prevenire la istituzionalizzazione, dando supporto all’assistenza domiciliare. Il “Piano” propone la definizione di progetti personalizzati di presa in carico, che individuano le diverse necessità, incrementando i percorsi di accompagnamento verso l’autonomia, anche mediante il sostegno diretto alla ristrutturazione degli alloggi, dotandoli di strumenti tecnologicamente avanzati. Il rafforzamento delle diverse misure di assistenza domiciliare, la correlata attivazione di dispositivi utili a favorire il lavoro a distanza e la riqualificazione professionale dei soggetti con disabilità faciliterà l’accesso al mercato del Lavoro. Questo intervento beneficia di risorse complementari per 200 milioni dai Progetti “Pon”. 1.3 Programmi di housing temporaneo (fino a 24 mesi) per singoli o nuclei familiari in difficoltà estrema con contestuali azioni volte ad agevolare l’uscita dai percorsi di assistenza. Nei Centri urbani di più grandi dimensioni, sono previsti Progetti dedicati a persone che versano in condizioni di marginalità estrema e senza fissa dimora. Nelle strutture realizzate e dedicate all’accoglienza notturna o temporanea (Stazioni di Posta) opereranno equipe multidisciplinari che prenderanno in carico gli utenti e con un approccio sociosanitario integrato, ne favoriranno l’inserimento nel mondo del Lavoro. Questo intervento beneficia di risorse complementari per 150 milioni dai Progetti “Pon”.

Conclusione

A questo punto non resta che rimandare al prossimo approfondimento di Entilocalinews su questa grande opportunità che richiederà moltissima attenzione. Ad esempio, sono venute fuori critiche importanti. Si pensi che tra le questioni di metodo, poste da Confindustria come priorità all’incontro con il vecchio Governo, una riguardava la governance necessaria per una puntuale ed efficiente realizzazione del “Piano”. Ritenendo che dovrebbe prevedere modalità di confronto strutturato e continuativo con le Parti sociali e un loro coinvolgimento lungo tutto il processo di esecuzione dei Progetti. Oppure, sulle riforme, ricordando le loro proposte dettagliate trasmesse a luglio che coniugavano, in un unico obiettivo, la riforma degli ammortizzatori sociali e quella delle Politiche attive del lavoro, aprendo al coinvolgimento delle Agenzie private. L’obiettivo della Proposta di Confindustria è la valorizzazione del capitale umano e l’aumento dell’occupabilità, attraverso il potenziamento dell’assegno di ricollocazione e il contratto di espansione. Per poi criticare con questo rilievo: “la scelta che riscontriamo nel piano invece non solo sembra essere quella di basarsi ancora essenzialmente sui Centri pubblici per l’impiego ma, soprattutto, non viene indicata la direzione che il Governo intende intraprendere sulla riforma degli ammortizzatori sociali”. Per non dire come l’Associazione datoriale vede un altro capitolo essenziale che è quello delle Infrastrutture. Prima di esprimersi sull’allocazione delle risorse, si ritiene che occorra chiarire il gap delle 35 Misure attuative non ancora emanate e dei ripetuti interventi su tale materia fino al “Dl. Semplificazioni”. Specie in questo ambito, infatti, gli industriali sostengono che l’efficacia dell’assetto organizzativo e la profonda revisione delle procedure della P.A., allo stato non ben definite se non indeterminate, risulta risolutiva.

Insomma, ne vedremo ancora delle belle sul “Pnrr”.


[1] Così si scrive a pagg. 11 e 12 del nuovo “Pnrr”: “Una prima bozza di ‘Piano’ è stata presentata al Consiglio dei Ministri nella seduta del 7 dicembre 2020 per un’illustrazione preliminare, che è servita da documentazione di base per il confronto con le Forze politiche di Maggioranza. Il confronto ha riguardato la visione d’insieme della strategia di investimenti e riforme del ‘Piano‘ e si è intensificato nelle ultime settimane, anche attraverso l’elaborazione di osservazioni e proposte di modifica alle bozze di lavoro preliminari. Il risultato è stato sintetizzato in alcune Linee di indirizzo che hanno portato a una significativa revisione progettuale e finanziaria della proposta di ‘Pnrr’”.

[2]Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing a Recovery and Resilience Facility – Confirmation of the final compromise text with a view to agreement”.

[3]Commission staff working document guidance to member States recovery and resilience plans”.

[4] In realtà lo schema di “Piano” è stato prodotto, ovviamente, da colleghi tecnici dei Ministeri. Ma come abbiamo già sottolineato nei precedenti Approfondimenti, se chi ha la guida politica non è chiaro negli orientamenti, resta nel vago e nella indeterminatezza, non dà il tempo di rielaborare le tante cose sfrangiate che arrivano onde rispettare i canoni dettati da chi ci erogherà i miliardi di Euro, ecc. ecc., ecco che il compito tecnico diventa praticamente impossibile. Con certi politici il rigore va a farsi friggere. Chi scrive, avendo vissuto da Dirigente apicale in alcuni Enti pubblici il processo di formazione dei Piani di investimento, sa bene come sia difficile arrivare alla composizione delle diverse spinte – spesso divergenti – tra Forze politiche e protagonismi. Oltre che far capire ai vari soggetti (spesso presuntuosi e arroganti) taluni vincoli finanziari, il rispetto delle regole, ecc. Così, si può presumere, che il “Pnrr” sia un compromesso politico e tecnico che avrà sicuramente varie slabbrature e scivolate. Se non peggio. Per cui, conoscendo come funzionano certi processi, non intendiamo mettere la croce su nessun tecnico. Che di sovente deve subire certe situazioni invereconde. Ma questo è quello che ci sta passando il Convento: mala tempora currunt.

[5] Che di tutto cuore ci auguriamo soltanto provvisoria alla luce delle autorevoli opinioni espresse anche da leader indiscussi in Scozia, Irlanda, Londra, ecc. L’isolazionismo del Premier inglese pro-tempore, un po’ sulla falsariga di quello trumpiano, sarà inevitabilmente sconfitto alla luce dei grandi sommovimenti e degli scenari mondiali che si affermeranno. Dove il soggetto politico-istituzionale europeo, per la dimensione e il peso, potrà e dovrà affrontare sfide enormi in primis considerando le preoccupanti mosse della Repubblica cinese (non dimentichiamoci mai sotto il tallone di una dittatura comunista). Per non ricordare altri pericolosi Paesi un po’ ovunque nel mondo. Per cui il piccolo Stato dell’UK è destinato ad un difficile futuro se pensa di chiudersi oltre la Manica. Si tratta di un processo antistorico che riecheggia il suo passato imperiale, ma non si allinea con il verso della storia in divenire. Poi qualcuno potrà eccepire che con il Commonwealth (Canada, Australia, India, ecc.) l’UK potrà ripararsi. Ma, si faccia dire, rincorrere le vestigia dell’Impero britannico assomiglia in qualche modo alle ambizioni che ebbe il bieco dittatore Mussolini pensando all’Impero di Roma, al Mare nostrum, ecc.  O all’Impero napoleonico. Il tempo degli imperi è finito. Per cui è ragionevole prevedere che il Popolo britannico, nell’arco massimo di una generazione, ribalterà il verdetto della cd “Brexit”. E i nostri Fratelli britannici si riuniranno alla loro terra d’origine, alla loro madre Patria, all’Europa. Perché l’Europa, sebbene per secoli matrigna, non solo è la nostra culla di civiltà, ma è anche la nostra Speranza e il nostro Futuro. Come gli staterelli italiani condannati già dal Machiavelli oggi farebbero ridere, così sarà per la visione nazionalistica e sovranista novecentesca. Che in realtà portò poi anche a guerre e distruzioni. Se ci stiamo avvicinando ad 80 anni di Pace in Europa lo si deve, pur tra errori e limiti, allo straordinario percorso intrapreso dai grandi Padri dell’Europa Unita nel dopoguerra. Mai dimenticare !

[6] Così intitolato “Piano nazionale di ripresa e resilienza ‘Next Generation Italia’. Linee di indirizzo per la bozza da sottoporre al CdM”. Si compone di n. 13 pagine. Manca la data, ma è stato divulgato internamente subito dopo l’Epifania.

[7] Ci si riferisce a quella che ancora era la seconda bozza, quella che il 12 gennaio 2021 diventerà definitiva a livello governativo.

[8] Su questo la discussione è aperta e vedremo se così è stato. Per ora molte voci dissentono.

[9] Anche su questo i Tecnici del Senato e della Camera pare che dissentano in termini di percentuali delle risorse da destinare.

[10] Pure su questo si stanno appuntando note critiche di non corrispondenza.

[11] Come sopra. Così per alcuni non sembra.

[12] Come visto in precedenza, su questo alcuni dubbi sono espressi, ad esempio, da Confindustria.

[13] Come visto in precedenza, così non pare da parte di alcuni autorevoli commentatori e ascoltando alcune delle prime Audizioni parlamentari.

[14] In data 29 dicembre 2020 abbiamo avuto a disposizione un importantissimo documento, denominato “Allegato Schede Progetto” che faceva da complemento alla bozza di “Pnrr” del 7 dicembre 2020. Su di esso abbiamo svolto analisi e scritto con il ns. secondo Approfondimento.

[15] Il 7 dicembre 2020 abbiamo avuto la Bozza di “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Piano definito con l’acronimo “Pnrr”), a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri – Prof. Giuseppe Conte. Su tale “Piano” la ns. Rivista “Entilocalinews” ha già scritto con il ns. primo Approfondimento.

[16] Le discipline furono Economia e Politica monetaria, da una parte, nonché Economia internazionale dall’altra. Oltre al suggerimento di elaborare la Tesi di Laurea sul processo di privatizzazione in Germania negli anni ‘’90. Ciò con riferimento specifico ai 5 nuovi Laender orientali. Tesi poi svolta sotto la cattedra di Economia politica del Prof. Sai poiché il Prof. Draghi era ormai impegnatissimo a tempo pieno quale Direttore generale del Tesoro.

[17] Sulla testata Huffpost, il 16 dicembre scorso.

[18]Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing a Recovery and Resilience Facility – Confirmation of the final compromise text with a view to agreement”.

[19]Commission staff working document guidance to member States recovery and resilience plans”.

[20] Si precisava anche che chi scriveva, avendo vissuto da Dirigente apicale in alcuni Enti pubblici il processo di formazione dei Piani di investimento, sa bene come sia difficile arrivare alla composizione delle diverse spinte – spesso divergenti – tra forze politiche e protagonismi. E come fosse arduo far capire ai vari soggetti (spesso presuntuosi e arroganti) taluni vincoli finanziari, il rispetto delle regole, ecc. Così, si poteva presumere che il “Pnrr” fosse un compromesso politico e tecnico che avrebbe avuto sicuramente varie slabbrature e scivolate. Se non peggio. Per cui, conoscendo come funzionano certi processi, non si intendeva mettere la croce su nessun tecnico. Che di sovente deve subire certe situazioni invereconde.