Riclassamento catastale degli immobili: l’Agenzia delle Entrate traccia il bilancio a 10 anni dall’entrata in vigore della “Finanziaria 2005”

Un incremento di rendita catastale pari a 364 milioni di Euro e circa 1.300 Comuni coinvolti: sono i numeri relativi al processo di revisione del classamento degli immobili emersi dal Monitoraggio avviato dall’Agenzia delle Entrate, i cui risultati sono stati presentati il 18 giugno scorso nel corso della Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali svoltasi presso il Viminale.

A oltre 10 anni dall’entrata in vigore della “Finanziaria 2005” (Legge n. 311/2004) che ha previsto – con l’art. 1, commi 335 e 336 – la possibilità per i Comuni di collaborare con l’ex Agenzia del Territorio per rivedere il classamento degli immobili, l’Amministrazione finanziaria ha tracciato un bilancio dei risultati sin qui ottenuti.

Nello specifico, il comma 335 riguarda la possibilità per i Comuni di chiedere all’Agenzia di rivedere il classamento e la rendita catastale degli immobili ubicati in zone che presentano un significativo scostamento fra valore medio di mercato e quello medio catastale. Il successivo comma 336 è invece volto a far emergere le discrepanze tra lo stato di fatto degli immobili e quanto censito in Catasto. A questo scopo, ai Comuni è stata data la possibilità di chiedere ai proprietari la presentazione di atti di aggiornamento catastale oppure procedere d’ufficio.

Va detto che la prima di queste procedure è stata adottata da un numero risicatissimo di Amministrazioni comunali: soltanto 17. Tra queste, Roma e Milano, che hanno proceduto a rilassare gli immobili del centro. L’operazione ha interessato 175.000 immobili nel caso della Capitale (per un incremento complessivo della rendita catastale di oltre 123 milioni di Euro) e 30.000 immobili nel caso della Città lombarda, per un incremento di 44 milioni di Euro.

Migliore fortuna ha avuto la procedura di cui al comma 336. Questa è stata attivata complessivamente da 1.300 Comuni ed ha portato ad un incremento di rendita catastale pari a circa 181 milioni di Euro.

L’Agenzia fa qui – tra gli altri – l’esempio del Comune di Genova, che tra il 2005 e il 2007 ha inviato circa 80.000 avvisi bonari ai proprietari di immobili che sono stati considerati da regolarizzare. Ciò ha comportato un incremento delle unità censite nella Categoria “A/3” (abitazioni di tipo economico), coinvolgendo circa 7.000 abitazioni, con un conseguente calo delle abitazioni di tipo popolare (“A/4”) e ultrapopolare (“A/5”).