Rifiuti: tra i capoluoghi di regione coinvolti nelle elezioni amministrative 2022, è Genova ad avere le tariffe Tari più alte 

<strong>Rifiuti: tra i capoluoghi di regione coinvolti nelle elezioni amministrative 2022, è Genova ad avere le tariffe Tari più alte </strong>

DOSSIER A CURA DI CENTRO STUDI ENTI LOCALI

GRANDI CITTÀ AL VOTO: A CATANZARO LE TARIFFE TARI PIÙ BASSE PER LE UTENZE DOMESTICHE

RIFIUTI: A GENOVA I CONTI TARI PIÙ SALATI TRA LE GRANDI CITTÀ AL VOTO PER RISTORATORI, INDUSTRIALI, CINEMA E PASTICCERIE

CAPOLUOGHI REGIONI AL VOTO: TARIFFE TARI PER PARRUCCHIERI ED ESTETISTI SPAZIANO DAI 3,46 EURO AL METRO QUADRATO DE L’AQUILA AI 12,92 DI GENOVA

Una famiglia di 5 persone che viva in una casa da 140 metri quadrati paga 373,42 euro di Tari a Catanzaro e quasi il doppio (743,22) a Genova. La stessa situazione a Palermo si traduce in una bolletta da 440,68 euro e 553,47 a L’Aquila. Nel caso di una persona che viva da sola in un appartamento di 60 metri quadrati, si va dai 122,89 euro di Catanzaro ai 180,95 euro di Genova.

Anche per le categorie delle utenze non domestiche, è la città ligure a confermarsi l’ente con le tariffe più alte tra le grandi città coinvolte nelle amministrative 2022. La tariffa Tari dovuta da chi possiede un’attività industriale con capannone di produzione a Genova supera di oltre 5 volte quello pagato per analoghi servizi dai competitor con sede nel capoluogo di regione abruzzese. Abissali anche le differenze dei livelli tariffari previsti per parrucchieri ed estetisti che spaziano dai 3,46 euro al metro quadrato de L’Aquila ai 12,92 di Genova, passando per gli 8,66 euro di Palermo e i 9,43 di Catanzaro. Analoga anche la situazione di ristoranti, trattorie, pizzerie, osterie e pub che vedono contrapporsi ai due estremi i capoluoghi di regione umbro e ligure con, nell’ordine, 15,84 e 52,51euro al metro quadrato. In mezzo Catanzaro, con 17,09 euro al metro quadro e Palermo, con 24,80.

Sono solo alcuni dei dati emersi dall’analisi, condotta da Centro Studi Enti Locali, degli atti di approvazione delle tariffe Tari valide per l’anno 2022 dei Comuni capoluogo di Regione che vedranno rinnovarsi i propri organi politici il prossimo 12 giugno 2022, ovvero: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo.

Gli atti che determinano il livello tariffario Tari sono stati presi in esame sia a livello di impostazione della tariffa che a livello di analisi della maggiore o minore incidenza che la Tari ha sulle tasche dei contribuenti.

La tipologia di tariffa applicata

I Comuni del campione sopra individuato applicano Tari nella sua versione tributaria e non nella versione cd. “corrispettiva” prevista dall’art. 1, comma 668, della Legge n. 147/2013 (“Legge di stabilità 2014”).

Tutti i Comuni del campione, applicano la cd. “tariffa binomia” di cui all’art. 3, del Dpr. n. 158/1999 così come richiamata dall’art. 1, comma 651, della Legge n. 147/2013. La “tariffa binomia” costruisce la Tari ripartendo il gettito in 2 quote distinte, la quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del servizio, e la quota variabile, rapportata alla quantità di rifiuti conferiti al pubblico servizio.

La cd. “tariffa binomia”, nelle utenze domestiche, tiene in considerazione sia dell’estensione del locale che del numero degli occupanti, a differenza della “tariffa monomia” (non applicata dai Comuni del campione) che, invece, prende come riferimento, per le sole utenze domestiche, la superficie del locale, senza variare il gettito in base al numero degli occupanti al suo interno.

Analisi degli atti di approvazione delle tariffe

Per quanto riguarda gli atti amministrativi, alla data di redazione del presente elaborato, solo il Comune di Catanzaro ha approvato e pubblicato sul “Portale del federalismo fiscale” le tariffe dell’anno 2022. Si ricorda che il termine di approvazione è fissato al 31 maggio 2022, mentre il termine per la pubblicazione degli atti all’interno del predetto portale è il 28 ottobre per la pubblicazione e il 14 ottobre per trasmissione.

Lo studio si è quindi basato utilizzando, per il Comune di Catanzaro, le tariffe 2022, mentre per gli altri Comuni (ad eccezione del Comune di Palermo, il quale applica le tariffe dell’anno 2019 per effetto della mancata approvazione delle tariffe per l’anno 2021 e della possibilità di applicare, per l’anno 2020 le tariffe dell’anno 2019 ai sensi dell’art. 107, comma 5, del Dl. n. 18/2020) le tariffe dell’anno 2021.

Analisi dell’impatto economico delle tariffe per utenze domestiche

La Tari, dal punto di vista del bilancio familiare, rappresenta da sempre una voce di spesa, unitamente agli altri servizi a rete, che incide in maniera significativa sia sulla percezione che l’utente ha del servizio, sia sugli equilibri finanziari di quest’ultimo.

Per i sopra cennati motivi è importante procedere ad un’analisi comparata del costo del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti.

Per dare significatività all’analisi è stata presa a riferimento la seguente profilazione “tipo” delle abitazioni in base al numero di componenti:

TariffaMq
Famiglie di 1 componente60
Famiglie di 2 componenti80
Famiglie di 3 componenti100
Famiglie di 4 componenti120
Famiglie di 5 componenti140
Famiglie di 6 o più componenti160

Analizzando in maniera comparata tutti gli atti di approvazione delle tariffe emergono i seguenti costi:

A livello comparato abbiamo i seguenti risultati:

Come ben si evince dalla tabella sopra riportata il Comune di Genova ha le più alte tariffe Tari per le utenze domestiche per tutti i componenti, mentre Catanzaro è il Comune con le tariffe più basse.

Interessante è analizzare anche lo scostamento dalla media, come di seguito riportato:

Da tale analisi si evince che la profilazione media è tendenzialmente in linea con quella di L’Aquila (leggermente superiore). Due dei quattro Comuni indagati hanno tariffe sotto la media (Catanzaro e Palermo), mentre gli altri 2 (Genova e L’Aquila) hanno tariffe al di sopra della media su tutte le categorie di utenza tassate.

L’analisi tariffaria è stata condotta sul dato “standard”, ovvero senza tener conto delle eventuali riduzioni che possono spettare alle varie utenze e senza tener conto delle riduzioni che gli Enti possono aver deliberato per il contrasto agli effetti economico-sociali dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Analisi dell’impatto economico delle tariffe per utenze non domestiche

Dal punto di vista dell’analisi delle utenze non domestiche l’indagine non verrà estesa su tutte le categorie previste dal Dpr. n. 158/1999 (30 categorie), ma solo sulle più significative.

Inoltre, è opportuno precisa che quasi nessun Comune del campione ha variato la profilazione standard prevista dal Dpr. n. 158/1999, inserendo ulteriori categorie di utenze. Solamente il Comune di L’Aquila ha previsto una diversa classificazione delle cat. 7 e 8, comprendendo nella cat. 7, insieme agli alberghi con ristorante, anche gli agriturismi, mentre nella cat. 8 sono stati compresi i b&b e gli affittacamere unitamente agli “ordinari” alberghi senza ristorante.

L’indagine è stata condotta, per i rimanenti Comuni del campione, sulle seguenti categorie di utenze non domestiche, maggiormente interessate dall’emergenza epidemiologica: “Cinematografi e teatri”, “Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista”, “Attività industriali con capannoni di produzione”, “Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub”, “Bar, caffè, pasticceria”.

La tabella delle tariffe è la seguente:

Mentre questi i livelli tariffari comparati:

Per quanto riguarda le categorie delle utenze non domestiche, è nuovamente il Comune di Genova, sulle 5 categorie analizzate, l’Ente con le tariffe più alte.

Per quanto riguarda le tariffe più basse, come nelle utenze domestiche la situazione è monopolizzata da un solo Ente, in questo caso il Comune di L’Aquila, che detiene il primato delle tariffe meno esose nel campione analizzato.

Per quanto riguarda lo scostamento rispetto alla media, i Comuni di L’Aquila e Palermo hanno tariffe più basse, ad eccezione della cat. 17 per il Comune di Palermo. Negli altri 2 Comuni analizzati, il Comune di Catanzaro ha tariffe inferiori alla media per quanto concerne i ristoranti (cat. 22) e bar (cat. 24), ma superiori alla media nelle altre tre categorie oggetto di analisi, mentre il Comune di Genova si conferma il più “caro”, soprattutto nelle cat. 20 e 21, e in generale con tariffe significativamente più alte rispetto alla media.

Come per le utenze domestiche la comparazione è stata effettuata non tenendo conto delle eventuali riduzioni che possono spettare alle varie utenze e senza tener conto delle riduzioni che gli Enti possono aver deliberato per il contrasto agli effetti economico-sociali dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Inoltre, la predetta analisi non tiene conto degli effetti della riforma della normativa sui rifiuti operata con il Dlgs. n. 116/2020.


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