Anci: esclusione dei rappresentanti degli Enti Locali da governance “Pnrr” rischia di impedire un efficace utilizzo dei fondi

Il 16 giugno 2021, presso la Camera dei Deputati, Commissioni riunite Affari Costituzionali e Ambiente, è intervenuto Federico Pizzarotti, Vice-Presidente Anci nazionale, durante l’Audizione sul Dl. n. 77/2021 (rubricato “Governance del ‘Piano nazionale di rilancio e resilienza’ e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

L’Audizione di Pizzarotti ha sottolineato alcune criticità legate al Decreto per la gestione dei fondi in arrivo dal “Pnrr” e dal “Fondo complementare” per i Comuni e le Città metropolitane.

Valutiamo in modo sostanzialmente positivo le disposizioni sulla semplificazione delle procedure di affidamento e realizzazione degli Investimenti finanziati, in tutto o in parte, con le risorse dei fondi europei (‘Pnrr’ e ‘Fondo complementare’). Ma non possiamo che criticare la parte sulla governance con la grave esclusione dei rappresentanti di Comuni e Città metropolitane dalla Cabina di regia, che avrà il fondamentale compito di coordinare e monitorare gli Investimenti con le risorse del ‘Pnrr’. Questa lacuna va colmata prevedendo da un lato la partecipazione dell’Anci alla Cabina di regia e dall’altro chiarezza sull’attribuzione diretta a Comuni e Città metropolitane, senza intermediazioni regionali, delle risorse per la realizzazione degli investimenti finanziati in tutto o in parte con le risorse del ‘Pnrr’”.

La criticità maggiore, secondo Anci, è legata alla “mancanza di chiarezza nella definizione delle procedure con cui verranno finanziati i Progetti i cui ambiti di intervento sono di stretta competenza dei Comuni e delle Città metropolitane. Un quadro che porta con sé il concreto rischio di essere incolpevoli responsabili della mancata realizzazione delle opere se gli stessi non saranno chiamati a gestire direttamente e senza intermediazioni regionali le risorse del ‘Pnrr’”.

Le norme sulla semplificazione presentano una eccessiva settorialità di intervento concentrandosi sui singoli procedimenti relativi a Investimenti in determinati ambiti d’intervento come le fonti rinnovabili, l’Efficientamento energetico, l’Economia circolare, il Mezzogiorno, l’Edilizia scolastica, la Transizione digitale e gli Acquisti informatici. Sono insufficienti invece – secondo Pizzarotti – gli interventi sull’ordinaria disciplina del Procedimento amministrativo, della Conferenza dei servizi o delle procedure su autorizzazioni paesaggistiche, edilizia e rigenerazione urbana, che avrebbero richiesto maggiore incisività semplificatoria, come Anci aveva proposto nelle scorse settimane.

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