Consiglio di Stato, Sentenza n. 1723 del 21 febbraio 2024
Nella Sentenza in epigrafe indicata, la controversia era sorta a seguito dell’annullamento in autotutela della nomina, di lavoro da parte di un Comune, di uno dei vincitori di un concorso per il profilo di Agente di Polizia municipale. L’Ente, in particolare, ha annullato la sua nomina a causa di dichiarazioni mendaci nel modulo di domanda in quanto il soggetto in questione non aveva dichiarato di avere una condanna penale irrevocabile per reati di simulazione di infermità e truffa, né aveva ammesso di aver svolto il servizio militare, nonostante fosse richiesto espressamente dal bando del concorso. I Giudici ha rilevato che le dichiarazioni erano mendaci e che il Comune aveva correttamente proceduto ad annullare la nomina in base alle disposizioni del bando di concorso. I Giudici sottolineano l’importanza per i candidati di fornire informazioni veritiere e complete durante la fase di candidatura evidenziando come le dichiarazioni mendaci possano compromettere la legittimità del processo di selezione e minare la fiducia nell’integrità delle istituzioni pubbliche. Inoltre, i Giudici mettono in luce l’importanza delle regole e delle normative che regolano i concorsi pubblici. Nono stante il bando del concorso stabilisse chiaramente le disposizioni relative alle dichiarazioni dei candidati e le conseguenze dell’inadempienza a tali disposizioni, il ricorrente aveva scelto di ignorare tali regole, favorendo il sorgere dei presupposti per il legittimo annullamento della sua nomina.