“Privacy”: norme comunitarie in dirittura d’arrivo

Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno definitivamente condiviso il testo della Direttiva e del Regolamento sulla protezione dei dati personali, testo che il 23 dicembre 2015 è stato sottoposto all’approvazione della Commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo.

Se non ci saranno “ostacoli”, il testo della Direttiva sarà sottoposto all’esame del Parlamento nel 2016, al termine del quale ogni singolo Paese membro dovrà recepirla entro 2 anni, termine entro il quale entrerà in vigore il Regolamento comunitario che, come è noto, si applica direttamente in tutti gli Stati membri.

La proposta del Regolamento, che andrà a sostituire la Direttiva Ue n. 95/46 e che riguarda “la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati”, dovrà disciplinare il trattamento dei dati, sia nel Settore pubblico, sia in quello privato.

Secondo le nuove disposizioni comunitarie, non sarà possibile alle Società presenti sul mercato digitale divulgare le informazioni che hanno a disposizione senza che la persona interessata abbia dato loro il relativo consenso.

La nuova Direttiva, che sostituirà la Decisione-quadro n. 977/2008/CE sulla protezione dei dati personali scambiati dalle Autorità di Polizia e di Giustizia, disciplina invece i Settori della prevenzione, contrasto e repressione dei crimini, e all’esecuzione delle sanzioni penali. Da ricordare che l’Italia non ha ancora attuato la Decisione-quadro n. 977/2008/CE.

La Direttiva dovrà garantire i diritti e le libertà dei cittadini, armonizzando i 28 diversi ordinamenti giuridici, permettendo contemporaneamente ai soggetti inquirenti nazionale comunitari di scambiare fra loro le informazioni con modalità più veloci e più efficaci di quelle attuali, assicurando comunque un alto livello di protezione nell’ambito dell’Unione Europea.

I singoli Stati membri possono comunque individuare ulteriori standard di protezione dei dati più elevati di quelli stabiliti dalla Direttiva comunitaria.

di Stefano Paoli