Imposta di soggiorno: tra i 1.041 comuni che la applicano, la regina di incassi è Corvara in Badia, con un gettito pro capite di 982 euro

IL 62,80% DELLE ENTRATE COMPLESSIVE VA AL NORD
IL DOSSIER DI CENTRO STUDI ENTI LOCALI
Oggetto del presente lavoro è l’analisi di una delle imposte locali meno conosciute, ma con la quale sicuramente molti turisti italiani e stranieri si troveranno a contatto durante il meritato periodo di vacanza, ovvero l’Imposta di soggiorno (nella sua versione standard o in una delle tante varianti che andremo insieme ad analizzare).
Andiamo di seguito a capire come quest’Imposta è presente sul territorio, come si applica e chi è tenuto al suo pagamento.
Diffusione e localizzazione del prelievo
A livello nazionale la diffusione dell’Imposta di soggiorno è indagabile anche dal Rapporto 2019 dell’Osservatorio sulla fiscalità Locale di Federalberghi[1], il quale ci precisa che l’Imposta di soggiorno è applicata in 1.020 Comuni Italiani, in 997 di essi è applicata l’Imposta di soggiorno o il contributo di soggiorno (solo per Roma Capitale), mentre in 23 Comuni è applicato il contributo di sbarco
Secondo il Rapporto, «tali comuni, pur costituendo “appena” il 13% dei 7.915 municipi italiani, detengono il 64,5% della capacità ricettiva ed ospitano il 75% dei pernottamenti che vengono effettuati ogni anno nel nostro Paese».
«Il 31,6% dei comuni che applicano l’imposta (315 su 997) sono montani. Seguono le località marine, con il 19,7% (196), quelle collinari con il 16,1% (161). Le città d’arte sono “solo” 105, ma comprendono le cosiddette capitali del turismo italiano, che muovono grandi numeri. Le destinazioni lacuali sono 94 e quelle termali 40».
Tale analisi, risalente all’anno 2019, deve essere necessariamente attualizzata all’anno 2020, ultimo esercizio chiuso alla data di redazione del presente lavoro.
A tal proposito abbiamo indagato i dati relativi agli incassi dell’Imposta di soggiorno nell’anno 2020. Analizzando i dati da SIOPE resi disponibili dalla banca d’Italia, nell’anno 2020 (fortemente influenzato in negativo dall’emergenza epidemiologica da COVID-19), il numero di Enti italiani che hanno incassato, in via ordinaria, somme a titolo di imposta di soggiorno sono 1.041, in aumento di 21 unità rispetto all’anno 2019.
Di seguito riportiamo la ripartizione dei Comuni che applicano l’Imposta di soggiorno ripartiti in base alle caratteristiche omogenee (cluster) così come definiti dal Dipartimento delle Finanze.
Tipologia di Enti (cluster di appartenenza) | Numero Enti |
Regione a statuto speciale, non rilevata nei cluster | 277 |
Comuni in zone litoranee | 144 |
Comuni a vocazione turistica | 120 |
Poli Urbani | 103 |
Comuni di piccole dimensioni a bassa densità abitativa localizzati per lo più in aree interne | 94 |
Centri meta di elevato pendolarismo | 84 |
Cluster medio | 61 |
Comuni localizzati per lo più in aree pianeggenti o collinari con basso livello di benessere | 60 |
Comuni ad elevata densità abitativa | 31 |
Comuni in territorio montano | 31 |
Comuni in territorio montano con basso livello di benessere | 31 |
Comuni neo istituiti | 4 |
Comuni soppressi | 1 |
Totale complessivo | 1.041 |
Da tale distribuzione vediamo che 277 Enti che applicano l’Imposta di soggiorno sono localizzati nelle Regioni a statuto speciale (esclusi dall’indagine dei cd. “fabbisogni standard”), mentre 144 di essi sono situati in zone litoranee e 120 Enti sono città ad alta vocazione turistica. Gli altri 500 Enti che hanno applicato l’Imposta nell’anno 2020 sono dispersi negli ulteriori cluster nazionali.
Andiamo ad analizzare, invece, il gettito complessivo generato da ciascun cluster a livello nazionale.
Tipologia di Enti (cluster di appartenenza) | Gettito complessivo |
Poli Urbani | 97.501.604,13 |
Regione a statuto speciale, non inclusa in alcun cluster | 58.945.598,26 |
Comuni a vocazione turistica | 43.202.158,53 |
Comuni in zone litoranee | 19.483.202,19 |
Centri meta di elevato pendolarismo | 4.877.669,48 |
Comuni ad elevata densità abitativa | 2.697.616,73 |
Comuni di piccole dimensioni a bassa densità abitativa localizzati per lo più in aree interne | 2.540.325,11 |
Cluster medio | 1.288.362,59 |
Comuni localizzati per lo più in aree pianeggenti o collinari con basso livello di benessere | 593.468,46 |
Comuni in territorio montano | 287.431,93 |
Comuni in territorio montano con basso livello di benessere | 237.019,12 |
Comuni neo-istituiti | 228.267,12 |
Comuni soppressi | 5.467,50 |
Totale complessivo | 231.888.191,15 |
Da tale analisi si deduce che oltre il 42% (42,04%) del gettito complessivo dell’Imposta di soggiorno è generato da Comuni che sono situati all’interno di poli urbani, mentre il 25,42% del gettito complessivo proviene dalle Regioni a statuto speciale (tutte ad alta vocazione turistica) e solo il 18,63% del gettito complessivo proviene da Comuni ad alta vocazione turistica. La restante parte del gettito è prodotta negli altri Comuni del territorio nazionale.
Per quanto riguarda la regione di appartenenza, gli Enti Locali che applicano l’Imposta di soggiorno, o le sue varianti, sono così distribuiti:
Regione | N. Enti |
Veneto | 119 |
Trentino-Alto Adige/Südtirol | 117 |
Toscana | 115 |
Lombardia | 112 |
Piemonte | 112 |
Sicilia | 60 |
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste | 58 |
Calabria | 51 |
Campania | 47 |
Liguria | 47 |
Puglia | 35 |
Emilia-Romagna | 32 |
Lazio | 32 |
Sardegna | 32 |
Marche | 23 |
Abruzzo | 18 |
Umbria | 15 |
Friuli-Venezia Giulia | 9 |
Basilicata | 7 |
Totale complessivo | 1.041 |
Regioni come il Veneto, il Trentino Alto Adige, la Toscana, la Lombardia e il Piemonte rappresentano il 55,23% del totale dei Comuni che applicano l’Imposta di soggiorno e sono le uniche Regioni che hanno ciascuna più di 100 Comuni che applicano la predetta Imposta.
Una volta analizzata la distribuzione del numero di Enti che applicano l’Imposta per ciascuna Regione, passiamo ad analizzare il gettito per ciascuna Regione, al fine di indagare come i proventi derivanti dall’applicazione dell’Imposta vengono distribuiti a livello nazionale.
Regione di appartenenza | Totale gettito |
Veneto | 37.226.552,74 |
Trentino-Alto Adige/Südtirol | 37.130.471,52 |
Lombardia | 31.049.442,99 |
Toscana | 26.930.951,61 |
Emilia-Romagna | 22.249.812,74 |
Campania | 12.939.633,70 |
Sicilia | 9.589.322,10 |
Puglia | 9.231.003,44 |
Sardegna | 7.382.251,59 |
Piemonte | 6.948.374,06 |
Liguria | 6.281.564,71 |
Lazio | 5.050.366,64 |
Calabria | 4.979.620,48 |
Marche | 3.786.812,59 |
Friuli-Venezia Giulia | 2.763.943,52 |
Umbria | 2.372.142,81 |
Abruzzo | 2.237.670,68 |
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste | 1.969.130,87 |
Basilicata | 1.769.122,36 |
Totale complessivo | 231.888.191,15 |

Vediamo come le prime 4 Regioni per gettito complessivo assorbono il 57,07% del gettito complessivo nazionale, mentre il restante 42,93% è distribuito tra i Comuni localizzati nelle restanti Regioni.
Da ultimo andiamo ad analizzare la distribuzione degli Enti in base alla ripartizione territoriale in cui si trovano.
Ripartizione territoriale | N. Enti |
Nord-ovest | 329 |
Nord-est | 277 |
Centro | 185 |
Sud | 158 |
Isole | 92 |
Totale complessivo | 1.041 |
Dall’analisi della tabella vediamo che il Nord raccoglie il 58,21% degli Enti che applicano l’Imposta di soggiorno, rispetto al 17,77% del Centro, il 15,18% del Sud e il restante 8,84% nelle isole.
A livello di gettito complessivo la distribuzione dei Comuni che applicano l’Imposta di soggiorno in base alla ripartizione territoriale è la seguente:
Ripartizione territoriale | Gettito complessivo |
Nord-est | 99.370.780,52 |
Nord-ovest | 46.248.512,63 |
Centro | 38.140.273,65 |
Sud | 31.157.050,66 |
Isole | 16.971.573,69 |
Totale complessivo | 231.888.191,15 |
Rispetto ad una numerosità di Enti del 58,21%, il Nord rappresenta il 62,80% del gettito complessivo a livello nazionale, seguito dal Centro (16,45%), dal Sud (13,44%) e dalle Isole (7,32%).
Per quanto riguarda il gettito pro-capite, i primi 3 Comuni con la più alta incidenza d’incasso in Italia per numero di abitanti residenti sono il Comune di Corvara in Badia (BZ), con un incasso a residente di Euro 982,10, seguito dal Comune di Selva di Val Gardena (BZ), con un incasso a residente di Euro 694,91 e dal Comune di Sesto (BZ), con un incasso a residente di Euro 513,30.
Analizzando il valore assoluto di gettito, i primi 3 Comuni italiani (eccettuata Roma Capitale che ha un tributo applicabile esclusivamente a sé stessa con un limite massimo doppio rispetto agli altri Comuni italiani) sono il Comune di Milano, con un gettito complessivo di Euro 21.653.341,93, il Comune di Firenze, con un gettito complessivo di Euro 15.081.195,08 e il Comune di Venezia, con un gettito complessivo di 14.459.866,56.
Per quanto concerne il recupero evasione dell’Imposta di soggiorno, nell’anno 2020 sono stati recuperati circa Euro 3.490.000,00, di cui 57,90% delle somme (Euro 2.020.544,37) sono state recuperate da un solo Comune (Genova). In totale gli Enti che hanno prodotto reversali d’incasso con riferimento al recupero evasione dell’Imposta di soggiorno sono 114. Il tasso tra entrata recuperata a seguito della repressione dell’evasione fiscale e il gettito ordinario e dell’1,51%, dato ovviamente segnato dalla crisi mondiale del turismo connessa all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’evoluzione storica dell’Imposta di soggiorno
Il prelievo coattivo sulle attività turistiche nasce con il Rd. n. 863/1910, limitata a coloro i quali si recavano nei Comuni con stabilimenti idroterapici o nelle stazioni climatiche o balneari, per pernottarvi a scopo di cura.
Successivamente, con il Rd n. 1926/1938, il prelievo fu esteso alle stazioni di soggiorno, di cura e di turismo, nonché nelle altre località climatiche, balneari o termali o comunque di interesse turistico. L’elenco delle località di interesse turistico era definito a livello nazionale con Decreto del Ministero dell’Interno.
Il prelievo rimase sostanzialmente lo stesso fino all’entrata in vigore dell’art. 10, del Dl. n. 66/1989, che soppresse il prelievo a far data dal 1° gennaio 1989.
Nel nostro ordinamento scomparve, quindi, qualsiasi prelievo connesso al pernottamento turistico, fino all’anno 2010. Con l’art. 14, comma 16, lett. e) del Dl. n. 78/10, venne introdotto un contributo di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive della città di Roma Capitale, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione alla loro classificazione fino all’importo massimo di Euro 10 per notte di Soggiorno. Tale provvedimento non aveva carattere nazionale, ma serviva esclusivamente a garantire l’equilibrio economico-finanziario della gestione ordinaria della Città di Roma.
Successivamente, nell’ambito della revisione della fiscalità locale in ossequio alla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, l’art. 4, comma 1, Dlgs. n. 23/11, ha introdotto l’Imposta di soggiorno vigente, estesa a tutto il territorio nazionale e non più limitata alla sola Città di Roma Capitale.
A differenza del contributo di soggiorno di Roma Capitale, l’Imposta di soggiorno ha un limite massimo di Euro 5 per notte di soggiorno (contro gli Euro 10 del contributo). Il gettito dei prelievi connessi al pernottamento turistico è destinato al finanziamento di interventi connessi con il presupposto sulla base del quale la Tassa viene versata.
Le varie “versioni” dell’Imposta di soggiorno
L’Imposta di soggiorno presenta più “versioni” di applicazione, che di seguito vengono riportate:
- contributo di sbarco: alternativo all’Imposta di soggiorno e può essere applicato dai Comuni situati nelle isole minori o dai Comuni nel cui territorio insistono Isole minori. E’ riscosso dal vettore di linea che effettua il trasporto ed è applicato fino ad Euro 2,50 a persona;
- contributo per zone vulcaniche: ulteriore rispetto al contributo di sbarco e può essere applicato dai Comuni per l’accesso a zone disciplinate per motivi ambientali, in prossimità di fenomeni di natura vulcanica. E’ riscosso dalla guida vulcanologica ed è applicato fino ad Euro 5,00 a persona;
- contributo di sbarco per il Comune di Venezia: contributo di sbarco alternativa all’Imposta di soggiorno per l’accesso alla Città Antica e alle altre isole minori della laguna. Sia che l’Imposta di soggiorno che il contributo di sbarco possono essere incrementati dal Comune fino ad Euro 10,00 a pernottamento/sbarco;
- imposta di soggiorno per le Città con intensi flussi turistici: nei Comuni capoluogo di Provincia che hanno flussi turistici in numero 20 volte superiore a quelle dei residenti, l’Imposta di soggiorno può essere applicata con il limite massimo di Euro 10,00 a notte in luogo degli ordinari 5 Euro a notte.
Le modalità di applicazione del prelievo da parte dei Comuni
L’art. 4, comma 3, del Dlgs. n. 23/2011 prevedeva l’emanazione di un Dm. di coordinamento della parte applicativa dell’Imposta di soggiorno. Tale Decreto non è mai stato emanato, quindi si applica quanto previsto da ciascun regolamento comunale.
L’Imposta di soggiorno viene applicata per notte di pernottamento a persona, con i seguenti correttivi (per i quali ogni contribuente deve controllare il regolamento applicativo):
- vengono previste spesso riduzioni/esenzioni di natura oggettiva, come ad esempio la non applicazione dell’Imposta in alcuni periodi dell’anno nei quali interviene il pernottamento;
- vengono previste spesso esenzioni/riduzioni di natura soggettiva, come le esenzioni/riduzioni per ragazzi con età inferiore ad un certo limite previsto dal Regolamento, esenzioni per i soggetti portatori di handicap e loro accompagnatori, esenzioni per i pernottamenti fatti da soggetti residenti nel Comune, ecc.;
- viene previsto un periodo massimo di applicazione dell’Imposta, decorso il quale non viene più applicata l’Imposta in base alle notti di pernottamento.
Le modalità di pagamento dell’Imposta di soggiorno
L’Imposta di soggiorno deve essere versata al termine del pernottamento unitamente al prezzo del pernottamento (con distinta annotazione nella ricevuta di pagamento rispetto al corrispettivo del pernottamento).
Nel caso di locazioni brevi a fini turistici con intermediazione di portali “on-line” l’Imposta di soggiorno viene pagata direttamente al gestore del portale, mentre nel caso in cui non vi sia intermediazione, l’Imposta di soggiorno è versata direttamente al locatore.
Il gestore della struttura riversa al Comune, alle scadenze previste dal Regolamento, gli importi con le seguenti modalità:
- c/c postale;
- c/c Tesoreria;
- F24, solo se il Comune ha sottoscritto apposita convenzione con l’Agenzia delle Entrate;
- “PagoPA”.
Il contributo di sbarco è pagato al vettore che effettua trasporti di linea unitamente al prezzo del biglietto, mentre il contributo per zone vulcaniche viene versato direttamente alla guida vulcanologica.
Le disposizioni in materia di Imposta di soggiorno adottate in pendenza di emergenza epidemiologica
Non sono previste esenzioni o riduzioni di Legge dal versamento dell’Imposta di soggiorno; tuttavia, molti Enti hanno deliberato la non applicazione dell’Imposta di soggiorno per gli anni 2020 e 2021. Per avere informazioni sulla debenza o meno dell’Imposta nel Comune dove il contribuente pernotterà è necessario consultare il sito web istituzionale dell’Ente.
[1] “L’imposta di soggiorno in sintesi” Osservatorio sulla scalità locale di Federalberghi (https://www.federalberghi.it/download/download.aspx?file=28a98493-0bd3-48cd-bc77-a36500c36811&listId=08c40f6c-b71a-4bf5-8ebf-f2a8385c81d0) – maggio 2019
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