Nella Sentenza n. 3165 del 18 febbraio 2015 della Corte di Cassazione, i Giudici di legittimità hanno affermato che l’atto con cui l’Agenzia del Territorio attribuisce d’ufficio un nuovo classamento ad un’unità immobiliare a destinazione ordinaria, deve precisare a cosa sia dovuto il mutamento. Questo principio, fissato in considerazione delle incertezze proprie del sistema catastale italiano che non stabilisce una specifica definizione normativa delle categorie e classi catastali, è stato dichiarato proprio per consentire al contribuente di individuare agevolmente il presupposto dell’operata riclassificazione ed approntare le consequenziali difese, e per definire, in riferimento a queste ragioni, l’oggetto dell’eventuale successivo contenzioso, essendo precluso all’Ufficio di presentare in giudizio cause diverse rispetto a quelle enunciate nell’atto. Pertanto, il riclassamento è illegittimo se manca la motivazione.